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Quesito
Caro Padre Angelo,
La ringrazio per la sua rubrica. Leggendo le sue risposte a varie email mi è sorta una curiosità che le volevo sottoporre. Ecco, le chiedo cortesemente: il valore e/o i meriti della preghiera di comunione spirituale e della visita al Santissimo Sacramento come momento di adorazione anche per i divorziati risposati o divorziati conviventi, visto che non essendo in grazia di Dio non possono partecipare al sacramento dell’Eucarestia.
La ringrazio anticipatamente e il Signore La benedica.
Costantino
Risposta del sacerdote
Caro Costantino,
1. Sant’Agostino dice che “Dio ascolta anche i peccatori, altrimenti il pubblicano invano avrebbe pregato: «Signore Dio, abbi pietà di me peccatore»” (Commento al Vangelo di Giovanni, tratt. 44).
E San Giovanni Crisostomo: "Chiunque domanda riceve; vale a dire, sia egli giusto o peccatore" (Commento al Vangelo di Matteo).
2. Per meritare, certo, è necessario essere in grazia e cioè innestati con la mente e il cuore a Cristo, così come un tralcio può produrre frutto solo se è unito alla vite.
Sebbene chi è privo della grazia non possa meritare da un punto di vista soprannaturale, ciò non di meno può supplicare, può domandare.
Indubbiamente risulta più gradito a Dio se domanda anzitutto la grazia della conversione e del pentimento dei suoi peccati.
3. San Tommaso dice che “Dio ascolta la preghiera del peccatore che nasce dall’onesto desiderio della natura, non come per un atto di giustizia, perché il peccatore non lo merita, ma per pura misericordia: purché siano rispettate le quattro condizioni ricordate sopra, e cioè che uno chieda per sé, cose necessarie alla salvezza, e le chieda con pietà e perseveranza” (Somma teologica, II-II, 83, 16).
E aggiunge: “E sebbene la sua preghiera non sia capace di meritare, tuttavia può essere capace d’impetrare: perché il merito si fonda sulla giustizia, mentre l’impetrazione si fonda sulla benevolenza di Dio” (Ib., ad 2).
4. Altrove San Tommaso parlando della passione di Cristo dice che “squarciato il fianco, si aprì la porta del Paradiso”.
Mi pare di poter dire che chiunque, anche se non è in grazia, varcando la porta della Chiesa o anche varcando la porta della preghiera è come se aprisse il fianco di Gesù e gli si apra davanti la porta del Paradiso.
E come dal fianco aperto del Signore venne fuori un getto di sangue e di acqua, così quando uno apre la porta del Paradiso mettendosi devotamente alla presenza di Dio e alla presenza di Gesù nel sacramento è come se facesse venire su se stesso e sulle cause per le quali prega un getto di grazia.
5. È vero che chi non è in grazia non può fare perfettamente una Comunione spirituale.
Ma se questa Comunione spirituale non è perfetta, è almeno imperfetta.
Anche il dolore dei peccati talvolta non è perfetto.
Tuttavia se non è perfetto perché non si è in grazia, è perlomeno dolore. E per quanto imperfetto è sempre salutare, come insegna il Concilio di Trento) e fa scendere sul peccatore tante grazie attuali che lo dispongono alla piena conversione.
Così analogamente la Comunione spirituale, per quanto imperfetta, è sempre salutare.
La stessa cosa si deve dire della preghiera e soprattutto dell’adorazione di Gesù nel sacramento.
Quando viene aperta la porta del Paradiso con la preghiera, con la Comunione spirituale e l’adorazione eucaristica quel getto di grazia esce dal costato di Cristo ed è sempre benefico.
In un modo o nell’altro va ad inondare di grazia coloro che hanno aperto tale porta.
6. In termini più semplici ma molto efficaci il Santo Curato d’Ars diceva che quando uno entra in Chiesa, intinge la mano nell’acqua benedetta, fa il segno della croce e si inginocchia in quel momento Gesù dischiude la porta del tabernacolo e lo benedice.
Questo Gesù lo fa sempre.
Lo fa su chi è in grazia e anche su chi non è in grazia.
7. Per questo la Chiesa esorta coloro che non possono accedere ai sacramenti per motivi oggettivi a perseverare nella preghiera, ad ascoltare la Parola di Dio, a partecipare al Santo Sacrificio della Messa, a fare la Comunione spirituale.
8. Questo è quello che noi diciamo dall’esterno.
Ma l’interno lo vede il Signore e vede anche il possibile stato di grazia di chi credeva di non possederla a motivo della sua irregolarità, ma raggiunta magari anche in un grado elevato attraverso altre vie.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo