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Quesito

Caro Padre Angelo,
ho 78 anni e purtroppo mia moglie Lidia è morta da poco dopo 54 anni di matrimonio. Gli ultimo 10 anni sono stati molto difficili perché era disabile a causa di due patologie: parkinson e artrite reumatoide. Ma in questi ultimi difficili anni il nostro amore è aumentato ancora e io adesso non riesco a sopportare il dolore e lo strazio della sua mancanza.
Mi chiedevo perché Dio ci ha costretto a un dolore così forte solo perché ci amavamo così tanto e il nostro matrimonio era un vero sacramento.
A cosa serve questo dolore? Non ho più speranza e l’unica speranza è quella di morire presto.
Saluti affettuosi
Ernesto


Risposta del sacerdote

Caro Ernesto,
1. il dolore non è stato voluto da Dio.
È entrato in questo mondo in seguito al peccato originale.
Cristo però ha conferito al dolore una capacità redentiva, se è offerto con amore in unione con il suo sacrificio.

2. Nonostante la morte di tua moglie, per la quale ti porgo le mie vivissime condoglianze, ti esorto a stare unito a lei con la preghiera quotidiana del Santo Rosario.
Unito a Cristo negli eventi del gaudio del Natale, in quelli dolorosi della sua passione e in quella della sua gloria, puoi rivivere gli eventi gaudiosi del tuo matrimonio e offrirli di nuovo al Signore in rendimento di grazie.

3. Nello stesso tempo unito ai misteri dolorosi di Cristo puoi offrire di nuovo la tua sofferenza a Cristo e molto di più quella di tua moglie per la redenzione (conversione) di molti.
Questa tua sofferenza, vissuta insieme a Cristo, ha un potere molto grande.
Puoi dire anche tu insieme a San Paolo: “Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa.
Di essa sono diventato ministro” (Col 1,24-5).
Il Signore in questo momento di dolore ti chiama a servire la Chiesa così, unito a Lui in croce.
Di questa Chiesa sei diventato ministro.

4. E con santa Teresina del Bambin Gesù puoi dire: “Ah, preghiera e sacrificio formano tutta la mia forza, sono le armi invincibili che Gesù mi ha date, toccano le anime ben più che i discorsi, ne ho fatto esperienza spesso” (Storia di un’anima, 315).

5. Ma poi ci sono anche i misteri gloriosi, per mezzo dei quali puoi stare unito a tua moglie che vive la realtà del Paradiso in comunione con Dio, con Gesù Cristo, con la Beata Vergine, con tutti gli Angeli e i Santi.
Da quella postazione Lidia è sempre unita te, ti ricorda e prega perché nella preghiera tu non ti senta solo, ma unito a lei in Dio.

6. Nella tua mail scrivi che negli ultimi dieci anni, pieni di dolore, il vostro amore è ancora accresciuto.
Ebbene, anche adesso il vostro amore sta crescendo senza che tu te ne accorga.
Non è sempre più forte la tua unione con lei, nonostante il dolore?
E con la preghiera non è sempre più forte anche la sua presenza?

7. Infatti con la preghiera, e in particolare con quella del Rosario, porti la presenza di Gesù e di Maria nella tua vita.
E nello stesso tempo porti anche la presenza di coloro che vivono in Dio.
E, tra questi, anzitutto la presenza di tua moglie, che continua in maniera diversa ad essere presente tra quelle medesime mura tra le quali ha vissuto con te per ben 54 anni di matrimonio.

Ti ricordo volentieri nelle mie preghiere, ti abbraccio e ti benedico.
Padre Angelo