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Quesito

Buonasera,
mi scusi se la disturbo, ma vorrei sottoporLe un quesito a cui non riesco a dare risposta.           
Durante la Santa Messa dell’Epifania, un sacerdote parlando dei Magi, ha specificato che di loro non si sa niente, nemmeno se fossero dei re o degli studiosi, si sa soltanto che si sono recati a Betlemme seguendo la cometa per adorare il Bambino.
Probabilmente sono un pessimo cattolico, ma non riesco a capire il senso di questo viaggio e di questa adorazione se poi i Magi non hanno diffuso il Cristianesimo nei loro Paesi.                                                                       
La ringrazio e Le invio i miei cordiali saluti.
Marco


Risposta del sacerdote

Caro Marco,
1. dei Magi sappiamo alcune cose molto importanti.
La prima deriva proprio dalla parola Magi. Sottolineo “Magi” e non “maghi”.
La parola Magi era in uso presso la lingua persiana e stava di indicare sapienti, filosofi, astronomi, capi tribù, re.

2. Che cosa avevano capito i Magi di quel bambino?
Lo desumiamo in maniera chiara dalla domanda che pongono quando giungono a Gerusalemme: “Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo” (Mt 2,3).
Dal momento che si adora solo Dio, avevano capito che quel bambino era un re dalle origini celesti.

3. Lo avevano capito in base alla profezia di Balaam di cui si parla nel libro dei Numeri: “Io lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele” (Nm 24,17).
Poiché la stella è una realtà del cielo, avevano capito che un re dalle origini celesti nasceva in Israele.

4. Questo è un ulteriore motivo per cui Erode si turba. Erode era un re straniero che aveva comperato il regno presso l’imperatore. Sapeva di non essere al suo posto ed era sospettosissimo.
Se si turbò anel sentire che è nato il re dei Giudei, venne ancora più turbato nel sentire che è nato il re dei Giudei era di origini celesti.

5. Non conoscendo le Scritture poiché era uno straniero, chiese ai sommi sacerdoti e agli scribi se per caso le Scritture nelle quali essi credevano desse qualche indicazione sul luogo della sua nascita.
Questi a colpo sicuro risposero subito citando il profeta Michea: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele” (Mi 5,1-3).

6. Ricevuta l’informazione Erode disse ai Magi: “Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo” (Mt 2,8). 
Aveva capito bene chi era quel bambino annunciato dai Magi: un re dalle origini celesti che nasceva in Israele. Per questo aggiunse: “perché anch’io vengo ad adorarlo”.

7. Secondo la tradizione i Magi tornarono al loro paese e annunziarono quanto avevano visto e udito.
In seguito aiuteranno l’apostolo Tommaso quando andrà nelle loro terre ad annunciare il Vangelo.
San Tommaso d’Aquino commentando questo passo scrive: “Il Crisostomo dice qui che costoro, ritornati, conducessero una vita santa, e poi divennero coadiutori di San Tommaso apostolo; tuttavia di loro dopo, dopo che furono partiti, nella Sacra Scrittura non si dice nulla”.

8. Il significato della venuta dei Magi a Betlemme è duplice: innanzitutto Cristo si manifesta salvatore di tutti, del popolo eletto e dei pagani, che qui sono rappresentati dai Magi.
In secondo luogo i Magi attestano che quel bambino non è un bambino qualunque, ma un re dalle origini celesti, Dio.
Così Gesù fin dall’inizio è riconosciuto Dio fatto carne tanto dai Magi quanto dai pastori che avevano sentito l’annuncio dell’angelo: “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore” (Lc 2,11). Il termine Signore nell’Antico Testamento è esclusivo di Dio.

Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo