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Quesito

Caro Padre Angelo,
non sono italiana, sono polacca, ma spero comunque di riuscire ad esprimermi. Il mio problema che mi accompagna per tutta la mia vita da adulta, e’ l’aborto fatto da mia madre due anni della mia nascita. L’avevo sempre saputo che c’era stato qualcuno prima di me – l’avevo sentito come un vuoto. Soffro tantissimo per questa cosa, Padre Angelo, e veramente non riesco a calmarmi. Anche perche’ mia madre, pur avermelo detto, non mi ha mai chiesto perdono. Anzi, quando me l’ha confessato, ha detto che tanto ormai non avrebbe avuto nessun significato per me nel senso che io non avrei rimesso niente per quella cosa. E quanto sbagliava. Sono passati piu’ di trent’anni da quando me l’ha detto e io ci penso tutti i giorni, anzi, piu’ volte al giorno. La mia tragedia e’ che non riesco a perdonarla, ne’ lei ne’ mio padre, anche se loro non mi chiedono neanche il perdono. Secondo loro non sia un problema che mi riguardi. Invece non e’ cosi’. Sono "figlia unica" anche se sembra grottesco in questo contesto, e come tale ho sempre avuto l’unica responsabita’ di soddisfare le loro aspettative. E poi, perche’ non hanno ammazzato pure me? Sarei stata piu’ felice con mia sorella nel Cielo, che con loro in terra. Veramente provo un grande rancore verso mia madre soprattutto, perche’ e’ donna. Per mio padre invece mi dispiace e nei suoi confronti provo, piuttosto, compassione. In questa mia tragica situazione non posso neanche parlare con un sacerdote, non posso andare a confessarmi, perche’ sono due volte divorziata e ancora risposata. Ho cinque figli – tutti fantastici –  che ho cresciuto quasi senza aiuto di nessuno. Sono il mio orgoglio e la mia gioia piu’ grande. Pero’ devo anche ammettere che il modello di vita che ho scelto e’ forse una specie di opporsi contro la scelta di mia madre. Mia madre poi ora frequenta la chiesa tutti i giorni e si crede quasi l’ambasciatore di Dio e ci costringe tutti psicologicamente a seguirla – mi dica Lei, con che faccia lo fa? Non si vergogna davanti a me e a mio fratello abortito? Per cortesia, mi dia qualche consiglio perche’ il mio dolore invece di passare col tempo, sta crescendo ogni giorno di piu’.


Risposta del sacerdote

Carissima,
1. in genere quando si pensa alle donne che hanno abortito la mente vola alla loro sofferenza interiore.
Questa è la mia esperienza di confessionale. Nessuna donna che ha abortito riesce a perdonarsi di quello cha ha fatto, anche se io le dico che deve essere certa del perdono di Dio.
C’è dunque e senza dubbio la loro sofferenza.
Ma c’è anche la sofferenza di fratelli o sorelle dei bambini abortiti quando questi vengono a sapere che la loro mamma ha volontariamente abortito.
Sentono che è stato fatto loro un torto perché è stato loro negato un fratello cui avevano diritto perché era già vivo e l’hanno soppresso prima della nascita.
Questo è il motivo per cui tu senti che tua madre avrebbe dovuto chiedere perdono anche a te.

2. Tua madre ha sbagliato sia nell’abortire sia nel dirlo anche a te.
Sarebbe stato sufficiente che l’avesse detto solo al confessore.
Ormai te l’ha detto e così senza saperlo, oltre a devastare se stessa, ha devastato anche te che sei portata ad avere sentimenti non buoni verso di lei.
Ma il rancore non ti serve a nulla. Anzi, ti è dannoso perché non attira la benevolenza di Dio, di cui hai bisogno in particolare per i cinque figli che il Signore ti ha voluto dare e di cui giustamente sei fiera.

3. Pertanto ti esorto a perdonare tua madre, anche perché pure tu hai bisogno del perdono di Dio, della sua continua misericordia e benedizione. Ne hai bisogno in particolare per la tua famiglia. Mi dici infatti che sei due volte divorziata ed attualmente sei sposata con un terzo e pertanto nell’impossibilità di poterti confessare e ricevere la Santa Comunione.
Cerca di attingere la grazia che attualmente non ti può essere data con i Sacramenti attraverso altre strade.
La prima è quella del perdono.
Ogni volta che ti assale il pensiero di quello che tua madre ha fatto, perdonala di cuore e prega per lei.
Così attiri subito su di te e sulla tua famiglia la benevolenza di Dio.

4. Mi dici che questo rancore, anziché allentarsi col tempo, s’ingrandisce sempre più.
Cogli la tentazione che si riaffaccia di continuo come un’occasione per ribadire e moltiplicare il tuo perdono e il tuo merito.
Così anche del peccato che tua madre ha commesso puoi dire: dove è abbondato il peccato lì è sovrabbondata la grazia.

5. Questo perdono è un atto di carità.
E tu sai che per un  atto di carità Dio perdona tanti peccati.
Lo ha ricordato anche Papa Francesco in Amoris laetitia quando a proposito di coloro che vivono in una situazione irregolare dice: “Davanti a quanti hanno difficoltà a vivere pienamente la legge divina, deve risuonare l’invito a percorrere la via caritatis (la via della carità). La carità fraterna è la prima legge dei cristiani (cfr Gv 15,12; Gal 5,14)” (AL 306).

6. Ebbene, la carità fraterna si esprime col perdono, con il dimenticare, con il buon tratto verso tutti, proprio come dice San Paolo: “la carità non manca di rispetto, (…) non si adira, non tiene conto del male ricevuto, (…). Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (1 Cor 13,5.7).
Vale per tutti e in particolare per quanti non possono accedere ai sacramenti quanto Amoris laetitia dice: “Non dimentichiamo la promessa delle Scritture: «Soprattutto conservate tra voi una carità fervente, perché la carità copre una moltitudine di peccati» (1 Pt 4,8)” (Ib.).

7. Il Papa riprende poi una bella affermazione di sant’Agostino: “Come dunque se fossimo in pericolo per un incendio correremmo per prima cosa in cerca dell’acqua, con cui poter spegnere l’incendio, (…) ugualmente, se qualche fiamma di peccato si è sprigionata dal fieno delle nostre passioni e perciò siamo scossi, rallegriamoci dell’opportunità che ci viene data di fare un’opera di vera misericordia, come se ci fosse offerta la fontana da cui prender l’acqua per spegnere l’incendio che si era acceso” (De catechizandis rudibus (I,14,22).

8. Forse il Signore permette al tuo avversario di ripresentarti di continuo davanti alla mente il peccato di tua madre perché tu non smetta mai di attingere a questa fonte di perdono, di grazia e di benedizione per te e per i tuoi figli.
Sfrutta dunque l’occasione.
Ti accorgerai ben presto che le tentazioni del demonio se vengono superate con le armi che il Signore ci presenta sono un’occasione di grazia e di crescita nella via della santificazione.

Ti ricordo volentieri nella preghiera insieme a tutti i tuoi figli e ti benedico.
Padre Angelo