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Quesito
Buongiorno,
le volevo chiedere perché se sono riuscito ad uscire da una serie di peccati mortali, ma di anche uno solo no, non posso essere comunque assolto da quelli che non commetto più? (pur rimanendo senza grazia ma almeno con una condanna “minore”?)
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. il sacramento della penitenza non è come un tribunale umano nel quale si possono depennare altri reati, conservandone qualcun altro. In tal modo viene diminuita la pena.
Nel tribunale umano il criterio è quello della giustizia.
2. Nel sacramento della penitenza invece il criterio è quello dell’amicizia.
Tenendo presente che col peccato grave noi crocifiggiamo di nuovo il Signore, come si legge in Ebrei 6,6, quale vera amicizia ci può essere con il Signore se da una parte gli domandi scusa per tanti peccati gravi e dall’altra continui a crocifiggerlo?
3. L’amicizia con Dio non consiste semplicemente in un vago affetto che si può provare per lui.
L’amicizia con Dio è un dono suo, e si chiama grazia.
La grazia è uno splendore o una luce nuova di ordine soprannaturale che avvolge la nostra anima e la rende gradita Dio.
È come una veste nobilissima data dal Signore che rende a Lui graditi e sottrae dalla soggezione al comune nemico.
4. Come vedi, lo stato di grazia e di amicizia con Dio è incompatibile col mettersi sotto l’influsso del nostro avversario, che, al dire di Santa Teresa d’Avila, avvolge la nostra anima di caligine. Parlando della perdita della grazia Santa Teresa dice: “Prima di andare innanzi, vi prego di considerare come si trasformi questo castello meraviglioso e risplendente, questa perla orientale, quest’albero di vita piantato nelle stesse acque vive della vita che è Dio, quando s’imbratti di peccato mortale. Non vi sono tenebre così dense, né cose tanto tetre e buie, che non ne siano superate e di molto” (Castello interiore, II, 1).
5. Gesù ha detto: “Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro” (Mt 6,24). Il secondo padrone, che nel nostro caso rappresenta il diavolo, è nemico ostinato e irriducibile di Dio.
Come si può essere affezionati ad entrambi?
Finché si sta dalla parte del demonio anche con un solo piede, il nostro affetto per il Signore non è vero, non è sincero.
6. Mi dici che sei riuscito a superare molti peccati. Questo indubbiamente è una cosa molto bella.
Ma è necessario anche il pentimento dei peccati perché, come recita un vecchio atto di dolore, sono “offesa della vostra maestà divina, cagione della morte del vostro divin Figliuolo Gesù e mia spirituale rovina”.
Se c’è questo pentimento, non può che abbracciare tutti i peccati ed essere universale.
7. Infine, la vita cristiana non consiste semplicemente nel superare molti peccati, ma nell’essere amici di Dio, amici di Gesù Cristo.
Gesù dice: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui” (Gv 14,21).
Pertanto osserva integralmente i comandamenti del Signore. Hai sentito la promessa: sarai amato dal Padre e sarai amato anche da Gesù. Il loro amore non è semplice affetto, ma è sempre comunicativo di bene, di doni, di grazia. Avrai da essere sempre contento, pur nelle tribolazioni della vita.
Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo