Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Caro padre,
una mia amica mi pone spesso una domanda che tal volta mi sono posto anche io e che riguarda direttamente quanto detto da Gesù e riportato da Marco (e da altri evangelisti) e cioè come mai noi cristiani non riusciamo più a fare i miracoli come promesso da Gesù? Come mai non abbiamo il dono di profezia o quello di operare guarigioni? (escludendo ovviamente i grandi santi) cosa ci manca? Dov’è che sbagliamo?
Saluti


Carissimo,
1. prima di salire al Cielo il Signore disse: “Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno” (Mc 16,17-18).

2. I segni promessi dal Signore e che avrebbero accompagnato gli apostoli nella loro evangelizzazione erano necessari per un doppio motivo.
Il primo per fortificare gli apostoli stessi nella loro fede e li incoraggiassero nella loro predicazione.
Essi erano persuasi che i miracoli che compivano erano segni esteriori di opere ancora più grandi, quelle delle conversioni e del volgersi di tante persone a Cristo donando per Lui tutta quanta la loro esistenza.
Nel donare beni così grandi si sentivano spronati ad affrontare qualsiasi disagio, ad andare da ogni parte e a dare la loro stessa vita.

3. Il secondo motivo, intimamente legato al primo, era quello di rendere più forti i loro ascoltatori a rinunciare alle divinità pagane e di cambiare vita per seguire Gesù Cristo.
Attraverso la predicazione e i miracoli compiuti dagli apostoli essi potevano essere persuasi che la virtù di Cristo operava per mezzo di loro.

4. Anche in virtù di questi segni gli apostoli e i fedeli erano resi forti nella fede così da non lasciarsi smuovere né dalle persecuzioni né dalle contrarietà.

5. Noi oggi non abbiamo davanti ai nostri occhi questa dovizie di miracoli.
In compenso abbiamo la testimonianza di duemila anni di storia della Chiesa.
È un patrimonio di miracoli attestato dalla devozione ai Santi, dall’edificazione di santuari e da tante pratiche di vita cristiana.
Questi miracoli sono nelle nostre mani e rendono continua testimonianza a Cristo, alla sua divinità e alla purezza della sua dottrina.

6. San Gregorio Magno, papa, commenta così le parole del Signore di Mc 16,17-18: “Allora forse noi che non facciamo questi segni non crediamo?
Ma queste cose furono necessarie all’esordio della Chiesa.
Affinché infatti crescesse la fede dei credenti, dovette essere nutrita dai miracoli; come anche noi, quando piantiamo gli arbusti, infondiamo in essi l’acqua finché non si sono irrobustiti; ma una volta che hanno messo radice, cessiamo di innaffiarli.
Ma in questi segni e virtù vi sono delle cose che dobbiamo considerare più sottilmente. La Santa Chiesa ogni giorno fa spiritualmente ciò che allora gli Apostoli facevano corporalmente: infatti i sacerdoti, quando per la grazia dell’esorcismo impongono le mani ai credenti e impediscono agli spiriti maligni di abitare nelle loro menti, che cosa fanno d’altro se non scacciare i demoni?
E ogni fedele che abbandona le idee del secolo e conserva i suoi pensieri rivolti ai santi misteri, parla delle lingue nuove, mentre prende dei serpenti con la mano strappando il male dal cuore dei suoi fratelli mediante i suoi buoni consigli.
Coloro che, intendendo delle proposte dannose, non le seguono realizzandole, bevono del veleno ed esso non li danneggerà; e coloro che, tutte le volte che vedono i buoni indebolirsi nel bene, fortificano la loro condotta con l’esempio delle loro azioni, impongono le mani sui malati e li guariscono; miracoli tanto più grandi poiché appartengono allo spirito, e grazie ai quali non sono i corpi, ma le anime che sono strappate
alla morte (Sul Vangelo di Marco, Omelia 29).

Ti ringrazio del quesito, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo