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Gent. Padre Angelo Bellon
Ogni tanto mi capita di fare questa riflessione: Nostro Signore Gesù Cristo,
ha vissuto circa 33 anni (32 o 34) insieme all’uomo e comportandosi esattamente da uomo.
Solamente però a partire dal 30 anno per un periodo breve di circa tre anni, abbandonando il lavoro terreno, ci ha comunicato il Verbo, la Parola di Dio. Praticamente solo un decimo della sua esistenza.
Ora mi chiedo perché abbia, vissuto tra gli uomini, da perfetto sconosciuto, per così tanto tempo?
Avrebbe potuto anticipare i tempi ed iniziare il suo percorso spirituale già a partire dal compimento del ventesimo anno, risalendo così al Padre Celeste, per essergli d’aiuto nell’infinità del firmamento, ben dieci anni prima.
Fra le varie risposte che mi sono dato solo una la riterrei plausibile, però non vorrei che fosse fuori dai canoni della Santa Chiesa, per questo mi rivolgo a Lei per un aiuto.
“Possibile che il libero arbitrio su come condurre la propria esistenza, che JHWH ha lasciato all’uomo, sia stato così grande, che Lui stesso, avesse avuto bisogno che Suo Figlio dovesse vivere tra gli uomini, per conoscere fino a che punto, questi suoi figli si fossero approfittati per disattendere i suoi insegnamenti e disubbidire ai suoi comandamenti abbandonandosi al Maligno?
Mille Grazie per la a saggia risposta che sicuramente saprà darmi.
La Pace sia con tutti noi.
Angelo da Milano


Caro Angelo,
1. San Tommaso d’Aquino ripete molto spesso che ogni azione di Cristo è un insegnamento per noi.
Che Gesù abbia voluto passare trent’anni della sua vita in maniera nascosta è certamente un grande insegnamento.
Di questo ne rimase fortemente impressionato Charles de Foucaud che volle fondare una congregazione religiosa che vivesse come Gesù è vissuto a Nazaret.
Capì che la vita nascosta di Gesù non è stata solo la premessa della sua vita pubblica, ma fu redenzione in atto.
Questa vita nascosta ebbe grande potenza salvifica, oltre che meritoria.

2. Gesù volle vivere così per così tanto tempo perché nessuno pensasse che la vita comune degli uomini, identica sotto il profilo sociologico a quella che Egli ha vissuto a Nazaret, sia senza senso.
Anzi come la sua vita a Nazaret fu redenzione in atto, così tutti gli uomini nelle condizioni comuni della loro vita possono completare nella propria carne ciò che manca alla passione di Cristo (manca solo la nostra partecipazione) a favore del suo corpo, la Chiesa (Col 1,24).

3. San Tommaso si chiede se fosse stato conveniente che Gesù iniziasse la sua vita pubblica prima dei trent’anni.
E dice di no.
Ecco le motivazioni:
“Era giusto che Cristo fosse battezzato all’età di trent’anni.
Primo, perché il suo battesimo inaugurava il suo insegnamento e la sua predicazione: e a far questo è richiesta l’età perfetta, qual è appunto quella dei trent’anni.
Per questo nella Genesi si legge che “Giuseppe aveva trent’anni” (Gn 41,46) quando prese in mano le sorti dell’Egitto.
Così pure di Davide si legge che “aveva trent’anni quando cominciò a regnare” (2 Sam 5,4).
Ed Ezechiele cominciò a profetare “nell’anno trentesimo della sua età” (Ez1,1).
Secondo, perché come nota il Crisostomo (…) nessuno potesse dire che egli aveva abrogato la legge per non averla potuta osservare” (In Mt hom. 10).
Terzo, perché, ricevendo Cristo il battesimo a un’età perfetta, si viene a capire che il battesimo causa la perfezione nell’uomo, secondo le parole di S. Paolo: “Finché tutti giungiamo all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità dil Cristo” (Ef 4,13)” (Somma teologica, III, 39, 3).

4. Pertanto il disegno del Padre sulla vita nascosta di Gesù non è stato precisamente quello che hai ipotizzato.
Dio Padre non aveva bisogno di conoscere nessuna cosa sul comportamento degli uomini.
Ma ha voluto così per un grande disegno salvifico: perché anche la nostra vita ordinaria ricevesse luce e merito dalla vita nascosta di Gesù.

5. Sul valore della vita nascosta di Gesù mi piace riportare quanto dice il Catechismo della Chiesa cattolica:
“Durante la maggior parte della sua vita, Gesù ha condiviso la condizione della stragrande maggioranza degli uomini: un’esistenza quotidiana senza apparente grandezza, vita di lavoro manuale, vita religiosa giudaica sottomessa alla Legge di Dio, vita nella comunità. Riguardo a tutto questo periodo ci è rivelato che Gesù era « sottomesso » ai suoi genitori e che « cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini » (Lc 2,51-52)” (CCC 531).
“Nella sottomissione di Gesù a sua madre e al suo padre legale si realizza l’osservanza perfetta del quarto comandamento. Tale sottomissione è l’immagine nel tempo della obbedienza filiale al suo Padre celeste. La quotidiana sottomissione di Gesù a Giuseppe e a Maria annunziava e anticipava la sottomissione del Giovedì Santo: «Non… la mia volontà…» (Lc 22,42). L’obbedienza di Cristo nel quotidiano della vita nascosta inaugurava già l’opera di restaurazione di ciò che la disobbedienza di Adamo aveva distrutto” (CCC 532).
“La vita nascosta di Nazaret permette ad ogni uomo di essere in comunione con Gesù nelle vie più ordinarie della vita quotidiana” (CCC 533).

6. A questo punto il CCC riporta un passo del discorso rinunciato da Paolo VI a Nazaret durante il suo pellegrinaggio in Palestina:
“Nazaret è la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del Vangelo…
In primo luogo essa ci insegna il silenzio. Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile e indispensabile del lo spirito…
Essa ci insegna il modo di vivere in famiglia. Nazaret ci ricordi cos’è la famiglia, cos’è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro e inviolabile…
Infine impariamo una lezione di lavoro. Oh! dimora di Nazaret, casa del «Figlio del falegname»! Qui soprattutto desideriamo comprendere e celebrare la legge, severa certo, ma redentrice della fatica umana…
Infine vogliamo salutare gli operai di tutto il mondo e mostrar loro il grande modello, il loro divino fratello” (5 gennaio 1964).

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo