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Buonasera Padre,
Le sarei grato se mi volesse spiegare perché nei Vangeli viene scritto a volte figlio di Dio e a volte figlio dell’uomo.
Infatti, se riesco a capire che Gesù si qualifichi e venga qualificato come il Figlio di Dio, non capisco la seconda locuzione.
La ringrazio molto.
Un cordiale saluto da Giancarlo
Caro Giancarlo,
1. l’espressione figlio dell’uomo ha diversi significati.
La troviamo sulla bocca di Dio quando si rivolge al profeta Ezechiele: “Mi disse: «Figlio dell’uomo, àlzati, ti voglio parlare»” (Ez 2,1).
Qui con queste parole si sottolinea la distanza tra Dio e l’uomo.
2. La medesima espressione si trova anche in Daniele:
“Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d’uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto” (Dn 7,13-14).
Qui il riferimento è chiaro e allude a Gesù che viene connotato nella sua natura umana.
3. Partendo da Daniele l’espressione figlio dell’uomo diventerà un titolo messianico ripreso da Gesù, a cominciare da Matteo 8,20: “Gli rispose Gesù: Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”.
La Bibbia di Gerusalemme qui annota: “Questo titolo appare solo nei Vangeli (eccetto At 7,56; Ap 1,13; 14,14).
Gesù stesso se l’è certamente dato e con predilezione sia per descrivere le sue umiliazioni, soprattutto quelle della passione (“Mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse loro: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati, Mt 17,22-23), sia per annunziare il suo trionfo escatologico nella risurrezione, come quando dopo la trasfigurazione dice: “Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti” (Mt 17,9), del ritorno glorioso (“Allora comparirà in cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria”, Mt 24,30) e del giudizio (“Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria” Mt 25,31)”.
4. Gesù applicherà questo titolo a se stesso per ben 78 volte nei Vangeli.
Nessuno mai lo chiama così.
5. La Bibbia di Gerusalemme prosegue dicendo: “Questo titolo per l’originalità della locuzione attirava l’attenzione sull’umiltà della sua condizione umana; ma nello stesso tempo, applicato da Daniele al personaggio trascendente (Dn 7,13), d’origine celeste, che riceve da Dio il regno escatologico, suggeriva in maniera misteriosa ma sufficientemente chiara il carattere del suo messianismo.
La dichiarazione esplicita, pronunciata davanti al sinedrio doveva d’altronde dissipare ogni equivoco”.
Ecco che cosa dice il Vangelo: “Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio».
«Tu l’hai detto – gli rispose Gesù -; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo»” (Mt 26,63-64).
5. Si noti che alla domanda di Caifa che chiede a Gesù di rispondere davanti a Dio: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio» Gesù risponde: “Tu l’hai detto” e cioè sì, io sono il (e non un) Figlio di Dio.
Proclama così la sua natura divina e il suo potere di giudice di tutti gli uomini.
Nello stesso tempo risponde ugualmente a Caifa attestando di essere il Messia e cioè il Cristo.
E aggiunge che proprio in quanto uomo siederà alla desta del Padre, come aveva predetto Davide nel Salmo 110,1: “Oracolo del Signore al mio signore: Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi”. E che verrà sulle nubi del cielo come giudice supremo.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo