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Quesito

Buongiorno Padre,
voglio prima di tutto ringraziarla per la bellissima "rubrica" da lei sviluppata. Mi è stata segnalata da un conoscente in un periodo di ricerca del Signore e la trovo molto istruttiva.
Avrei un paio di quesiti che mi preme rivolgerle. Ho provato ad utilizzare la funzione "cerca" ma non sono stato fortunato o non sono bravo ad utilizzarla.
Il primo: molto semplice e sintetica, perchè Dio ci ha creati?
Ragionando secondo un modus umano, l’uomo realizza le cose che realizza per una utilità o soddisfacimento suo personale o perchè serve a se stesso per un qualche fine suo. Non si prende la "briga" di creare qualcosa se non ci trova un qualche senso e significato in se stesso che lo ha creato.
Quindi per quale Suo motivo Dio ci ha generato? Per un suo compiacimento dato che dopo averci generato dice "e vide che era cosa buona e giusta"? Faccio fatica a credere che sia così…
Può per favore darmi il suo punto di vista?
Il secondo: La volontà del Padre nostro è « che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità » (Catechismo della Chiesa Cattolica 2822)
"Conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi" (Giovanni 8:32)
"Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?». E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei" (Gv 18,37-38).
Ecco… io ho la stessa domanda di Pilato. 
Cosa si intende con "verità", qual è la "verità" e in che senso Gesù è venuto a testimoniare la "verità"?

La ringrazio e le auguro buona Domenica,
Egidio


Risposta del sacerdote

Caro Egidio,
anzitutto di ringrazio di aver usato il motore di ricerca che è stato posizionato dal nostro web master in prima pagina proprio per agevolare i visitatori e anche per agevolare il sottoscritto.

1. Venendo adesso al tuo primo quesito devo riconoscere che tutto quello che noi facciamo lo facciano per qualche obiettivo e cioè per realizzare in noi o negli altri qualche bene che ancora non è presente.
Ma a Dio nulla manca. Dio è perfettissimo in se stesso.
San Tommaso ricorda che tutta la creazione degli Angeli, degli uomini e del cosmo non ha aggiunto nulla alla sua perfezione.
Se gli avesse aggiunto qualcosa, Dio non sarebbe più Dio, non  sarebbe più perfettissimo. Gli mancherebbe ancora qualche cosa.

2. Scrive San Tommaso: “Ci sono degli esseri che nell’imprimere attivamente la propria azione ne ricevono anche un perfezionamento, e tali sono gli agenti imperfetti: è naturale quindi che essi nell’agire mirino ad acquistare qualche cosa.
Ma al primo agente, cioè a Dio, che è pura attualità, non si può attribuire l’operazione fatta per giungere al possesso di un fine; egli invece mira soltanto a comunicare la propria perfezione, che è la sua stessa bontà.
E ogni creatura tende a raggiungere la propria perfezione, che è una somiglianza della perfezione e della bontà divina. In tal modo dunque la divina bontà è causa finale di tutte le cose” (Somma teologica, I, 44, 4).

3. Dice inoltre che “agire per indigenza non si addice che a un agente imperfetto, il quale è portato a porre attivamente il proprio atto e a subirlo come un perfezionamento di se stesso.
Ma tutto ciò in Dio va escluso. Per conseguenza egli soltanto è sommamente liberale: poiché non agisce per propria utilità, ma solo per la sua bontà” (Somma teologica, I, 44, 4, ad 1).

4. Il Concilio Vaticano I ha confermato autorevolmente questa dottrina insegnando che Dio “non per aumentare la sua beatitudine, né per acquistare ma per comunicare la sua perfezione con i beni concessi alle sue creature, nella piena libertà del suo volere, all’inizio del tempo ha fatto dal nulla le creature sia dell’ordine spirituale che di quello materiale, cioè il mondo angelico e quello terrestre” (DS 3002).

5. Circa il secondo quesito per comprendere la domanda di Pilato è necessario ricordare quello che Gesù aveva detto: “Chi è dalla verità ascolta la mia voce”, e cioè chi è Da Dio non solo a motivo della creazione, ma soprattutto “per l’affetto e l’imitazione” (San Tommaso, Commento al Vangelo di Giovanni, 18,38).
Chi ama Dio e lo possiede dentro di sé attraverso la grazia e cerca di imitarlo, comprende facilmente ciò che Dio gli dice.
Pilato, sentendo la parola “verità” chiede: “Che cos’è la verità?”.
Ecco la risposta di san Tommaso: “(qui) ci è dato di capire che Pilato, una volta escluso il sospetto circa una regalità terrena, e avendo capito che Cristo affermava di essere re nell’insegnamento della verità, desiderò di conoscere la verità e di far parte del suo regno. Di qui la domanda: «Che cos’è la verità?»; non per chiederne la definizione, ma per sapere quale fosse la verità in virtù della quale si viene a far parte del suo regno. E con ciò lascia capire che la verità era allora sconosciuta al mondo, e quasi del tutto dimenticata per l’incredulità. Vedi Is 59, 14: «La verità incespica e cade nelle piazze, e la rettitudine non può entrarvi»; Sal 11, 2: «È scomparsa la verità tra i figli degli uomini»” (Ib.).

6. Pertanto per Verità qui si tratta di quella realtà per la quale si è uniti a Cristo, che di sé ha detto:  “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14,6).
E questa realtà è la grazia, per la quale Dio abita in noi e con la sua luce soprannaturale ci rende famigliare, comprensibile e fortemente amabile la sua Parola che è Cristo e il suo Vangelo.

Ti ringrazio dei quesiti, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo