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Quesito

Caro Padre Angelo,
sono cattolica praticamente e vorrei un chiarimento in merito ad un dubbio riguardante la riconciliazione.
Ho chiesto perdono a Dio per un peccato abbastanza importante che però ho difficoltà a confessare al sacerdote poiché riguarda la mia sfera più intima. Posso, in tal caso, riconciliarmi completamente col Signore che sicuramente sa cosa c’è nel mio cuore e conosce il mio pentimento sincero?
Ci tengo a ribadire che l’unico motivo per cui non ho confessato questo peccato al sacerdote è unicamente per un senso di “privacy” e non perché ritenga di non essere in errore.
Grazie e buona giornata


Risposta del sacerdote

Carissima,
1. il pentimento per il peccato che hai commesso è già una prima grazia ricevuta dal Signore perché “è lui che suscita in noi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore” (Fil 2,13).
La grazia del pentimento che sgorga nel cuore del penitente è la prima risposta all’appello di Dio: “Or dunque – oracolo del Signore -, ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male” (Gl 2,12-13).

2. Tuttavia il cammino di pentimento e di conversione, che certamente il Signore vede perché è lui che l’ha suscitato, non si conclude qui.
Egli si serve della Chiesa perché ci aiuti a compiere e a concludere tale cammino, che esteriormente si mostra anche attraverso la ricerca del sacerdote.

3. Gesù Cristo infatti, in virtù della sua autorità divina, ha dato agli apostoli il potere di rimettere i peccati perché lo esercitino il suo nome.
La sera del giorno della sua risurrezione ha detto: “Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati” (Gv 20,21-23).

4. Poiché ha istituito questo sacramento a modo di giudizio dicendo: “a coloro a cui perdonerete…” e “a coloro a cui non perdonerete”, ha voluto implicitamente che i fedeli facessero l’accusa dei loro peccati, allo stesso modo in cui quando si va dal medico si deve dire quali siano i sintomi di ciò che non funziona perché diversamente non potrebbe darci un rimedio efficace.

5. Ora il vero pentimento e la volontà di essere riconciliati portano a fare tutto ciò che Dio ha stabilito per la piena riconciliazione con lui. 
Pertanto, poiché non ha detto: “Ognuno si riconcili con me all’interno del proprio cuore”, ma ha legato il suo perdono al perdono della Chiesa, qualora non ci fosse la disposizione d’animo di andarsi a confessare non ci sarebbe ancora la volontà di essere pienamente riconciliati con lui. 
Inoltre va ricordato che ogni peccato personale ha ripercussioni sulla Chiesa con la quale in Cristo si costituisce un solo corpo.

6. Certo, l’accusa di alcuni peccati è un atto di umiltà molto grande. Ma il vero pentimento porta anche a questo atto.
 Davide, pentito del peccato chi aveva compiuto, disse: “Sì, le mie iniquità io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto: così sei giusto nella tua sentenza, sei retto nel tuo giudizio” (Sal 51,5-6).

7. Il Catechismo della Chiesa Cattolica riporta un’importante affermazione del Concilio di Trento: “I cristiani che si sforzano di confessare tutti i peccati che vengono loro in mente, senza dubbio li mettono tutti davanti alla divina misericordia perché li perdoni.
Quelli, invece, che fanno diversamente e tacciono consapevolmente qualche peccato, è come se non sottoponessero nulla alla divina bontà perché sia perdonato per mezzo del sacerdote.
Se infatti l’ammalato si vergognasse di mostrare al medico la ferita, il medico non può curare quello che non conosce” (CCC 1458).
Per agevolare i penitenti nell’accusa dei peccati la Chiesa chiede che i confessionali siano provvisti di grata. Cercane uno che vada bene per te.

Ti auguro un felice prosieguo delle feste pasquali, ti benedico e ti ricordo nella preghiera. 
Padre Angelo