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Quesito
Le chiedo padre se potrebbe aiutarmi a ordinare la mia sessualità.
Purtroppo non ho ricevuto alcun insegnamento morale cattolico.
La ringrazio, il suo parere mi aiuta.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. Mi chiedi di ordinare la sessualità.
Non è un’impresa da poco.
Ma lo faccio a beneficio tuo e di tanti altri dandoti alcune linee essenziali.
2. La prima cosa da tenere presente per mettere ordine nella nostra vita e nel nostro caso nella sessualità è il fine, e cioè la santificazione.
Sembrerà strano quello che ti dico, ma è proprio il fine che delinea il cammino da fare. E lo indica nel medesimo modo in cui uno se vuole andare in un determinato posto cerca di studiare la strada che conduce proprio lì e non altrove.
Oggi molte persone nei loro spostamenti si fanno guidare dal satellitare e fanno bene.
Anche noi abbiamo il nostro satellitare, se così possiamo chiamarlo. È Gesù, che ha definito se stesso dicendo “Io sono la Via”, e subito dopo ha aggiunto: Io sono la Verità e Io sono la vita (Gv 14,6).
4. Non dobbiamo mai perdere di vista ciò che dice il Signore attraverso la lettera agli Ebrei: “Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore” (Eb 12,14).
Ogni nostro intendimento deve mirare a rivestirci di Gesù Cristo, dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti.
Anzi, deve mirare a custodire e a incrementare il possesso di Gesù nel nostro cuore.
Solo Lui può colmare con la sua presenza quel cuore che è stato definito giustamente l’ultima solitudine.
È vero che anche gli altri possono essere presenti nel nostro cuore mediante il pensiero e l’affetto. In ogni caso però sono presenti solo moralmente, affettivamente.
Nessuno invece può essere presente con la propria persona. Questa è prerogativa esclusiva di Dio.
Chi vive in grazia di Dio sa che cosa sto dicendo perché lo verifica da se stesso.
Chi vive abitualmente nel peccato non lo può capire.
Per comprendere ciò che dico è necessario farne l’esperienza perché dall’esterno qualcuno sentendone parlare potrebbe dire che si tratta di illusione nel medesimo modo in cui un cieco potrebbe definire fantasie le descrizioni di un bel panorama.
5. Per custodire e incrementare il possesso di Cristo, sorgente di ogni gioia e anzi della gioia più pura e più incorruttibile e sorgente anche di ogni benedizione, è necessario che tu ti riempia costantemente di Lui e che ne ravvivi la presenza e la mutua conversazione.
Questo avviene mediante l’ascolto della sua parola che ti viene comunicata attraverso la Sacra Scrittura, attraverso la preghiera e la partecipazione ai Sacramenti.
In breve, si tratta di vivere l’amicizia con Cristo. Ed è un’amicizia straordinaria non solo per i suoi contenuti ma anche perché è continua per chi vive in grazia ed è sempre fonte di gioia per il senso di pienezza interiore che conferisce.
Per questo, per ordinare bene la sessualità e la vita affettiva metterei al primo posto proprio l’Eucaristia quotidiana.
Non ti meravigliare di questo. Perché Gesù nella preghiera che ci ha insegnato ha chiesto di domandare al Padre la grazia di avere ogni giorno il nostro Pane soprasostanziale.
La nostra traduzione parla di pane quotidiano, ma il termine usato dagli evangelisti in greco e tradotto materialmente in latino da San Girolamo è quello di pane soprasostanziale.
Il pane soprasostanziale è Gesù, che ha definito se stesso con queste parole: “Io sono il pane vivo, disceso dal Cielo” (Gv 6,51).
Per inciso, come sarebbe bello se si insegnasse a pregare dicendo: “Dacci ogni giorno il nostro pane soprasostanziale”…
Tutti capirebbero di che cosa si tratta.
6. Questo evidentemente va accompagnato dalla preghiera quotidiana, dalla confessione frequente, dal vivere con il Signore e per il Signore.
Se farai così, fissando bene l’obiettivo, ti troverai già sostanzialmente orientato e ordinato non solo nel fondo della tua vita ma anche nella tua vita affettiva.
7. La seconda cosa da fare per ordinare la sessualità a Cristo, perché “tutto è stato creato per mezzo di Lui e in vista di Lui” (Col 1,16), consiste nel tenere presente quanto il Signore ha comandato di fare (sono i suoi precetti morali positivi) e anche quanto ha proibito di fare (sono i suoi precetti morali negativi).
8. Partendo da quanto ha proibito, desidero ricordare che i precetti morali negativi obbligano sempre e in ogni caso (semper et pro semper), perché si tratta di azioni in se stesse non buone perché privano della grazia di Dio e comportano un degrado morale.
Pertanto non va sdoganato nulla (per usare il linguaggio della tua mail precedente) di ciò che la Sacra Scrittura chiama peccato. Sicché le azioni che escludono dal Regno di Dio e fanno perdere in noi la sua presenza personale e vivificante non devono comparire in nessun modo nella nostra vita.
Sono quelle azioni menzionate nella Sacra Scrittura con le seguenti espressioni: “fornicazione, impurità (questa parola ai quei tempi veniva usata per indicare la masturbazione), dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio” (Gal 5,19-21) e: “Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adùlteri, né depravati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né calunniatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio” (1 Cor 6,9-10).
Ecco dunque la seconda cosa che devi fare per tenere ordinata la tua sessualità: non compiere mai nessuna delle azioni menzionate perché in se stesse non mirano al fine per cui Dio ci ha dotato di sessualità.
Questo è il motivo per cui vien detto che sono in se stesse disordinate.
Pertanto evita ogni disordine. Tutto ciò che è proibito da Dio è contrario alle nostre esigenze più profonde ed è veleno.
8. La terza cosa che devi fare per ordinare la sessualità è di viverla in pienezza, ricordando che il senso della sessualità è quello di inclinare la persona al dono di sé nell’amore.
Il Magistero della Chiesa presenta la sessualità come “ricchezza di tutta la persona – corpo, sentimento, anima – e manifesta il suo intimo significato nel portare la persona al dono di sé nell’amore” (Familiaris consortio 37).
Se la sessualità è questo, si vede subito quanto sia preziosa e vada a toccare un’inclinazione particolarmente importante della nostra vita.
Giovanni Paolo II diceva che tocca l’intimo nucleo della persona.
Tuttavia va riconosciuto che non è facile mantenersi sempre e in tutto nella logica del dono.
Sicché per tenere ordinata la sessualità urge in ciascuno di noi la formazione di un habitus interiore che ci mantenga nella logica del dono.
Questo habitus interiore è la purezza, detta anche castità, che secondo una bella espressione del Magistero della Chiesa è “energia spirituale che libera l’amore dall’egoismo e dall’aggressività” (pontificio consiglio per la famiglia, Sessualità umana: verità e significato, 19).
La purezza “non va intesa come un’attitudine repressiva, ma, al contrario, come la trasparenza e, ad un tempo, la custodia di un dono ricevuto, prezioso e ricco, quello dell’amore, in vista del dono di sé che si realizza nella vocazione specifica di ognuno” (Ib., 4).
Ciò comporta che ognuno sappia essere signore di se stesso in tutto per essere in grado di farsi dono sempre e in ogni circostanza.
Non c’è niente di più bello di questo. Ed è per questo che la purezza veniva chiamata la bella virtù.
Bella virtù perché rende tutto bello.
9. Non va dimenticato infine che la capacità di amare rimane sempre insidiata dalla concupiscenza della carne (1 Gv 2,16) e vi sono forze oscure (si comprende bene a chi si allude) e palesi che inclinano all’impurità sicché è necessario ricorrere all’aiuto di Dio che con la grazia dei sacramenti attutisce le tentazioni e dà la forza di superarle.
Questa è la quarta cosa che va fatta.
Sant’Agostino lo riconosce scrivendo: “Ero così stolto da non sapere che sta scritto: nessuno può essere casto, se Tu non lo concedi” (Confessioni, VI, 11).
Per questo è necessario ricorrere a Dio mediante la preghiera.
Ed è necessario ricorrere anche a Colei che secondo l’interpretazione della Chiesa è “la madre del bell’amore e del timore” (Sir 24,24) e che possiede una purezza transfusiva, capace di contagiare coloro che a Lei si avvicinano.
Concretamente ci si avvicina a Lei e la si lascia entrare nella nostra vita anche con la preghiera del Santo Rosario.
Questa preghiera non deve mancare nella tua vita quotidiana.
È importante per tenere la sessualità ordinata verso i suoi obiettivi e perché sia sempre rivolta verso il fine cui Dio l’ha destinata: la santificazione.
Le indicazioni che ti ho dato possono sembrare generiche.
In realtà si tratta di quattro punti che necessariamente devono essere sempre presenti per tenere la nostra vita, sessualità compresa, ordinata a Cristo.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo