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Quesito

Caro Padre Angelo
faccio ricorso con fiducia alla sua saggezza sicuro che sarà di aiuto, come sempre, a tutti i lettori.
Ho 35 anni e da circa 3 ho sentito il bisogno di riavvicinarmi a Dio. Percorso difficile per me. Tanti dubbi e perplessità. Prego il Santo Rosario tutti i giorni, cerco di andare ogni volta che posso a messa, di confessarmi e comunicarmi. Cerco di leggere un passo del vangelo tutti i giorni e da quasi 2 anni conduco una vita completamente casta.
Da quando ho iniziato questo percorso nulla è cambiato nella mia vita, sono più solo e più afflitto e scoraggiato. Ma non mi lamento di questo. 
Quello che ha messo a dura prova la mia poca fede è stato leggere il libro di Giobbe. La prego di aiutarmi a capire. Può accogliere Dio le richieste del maligno di tormentare un uomo giusto? Dov’è la bontà del Padre in questa occasione? Capisco la perdita dei beni materiali ma la morte dei figli di Giobbe non trova spiegazioni. E a cosa servono le nostre preghiere se è Dio stesso a permettere che veniamo tormentati? 
Perdoni la mia ignoranza e il mio sfogo. 
La ringrazio e La ricordo nelle mie preghiere e spero che Lei che ha canali più diretti preghi perché il Signore mi doni la fede. 
Giovanni 

 


 

Risposta del sacerdote

Caro Giovanni,
1. sono contento per la tua vita spirituale e per come la curi.
Continua così.
È una grazia inestimabile il tuo riavvicinamento a Dio.
Dici però che dopo questo riavvicinamento ti senti più solo.
Probabilmente sotto il profilo esterno sarà così.
Ma nel tuo interno non sei più solo, perché mediante la grazia il Signore ti è vicino.
Sono certo che lo senti.
Così come senti vicino, anzi, presente in te tutto il Paradiso.
Penso che anche tu possa dire in qualche modo ciò che ha detto San Paolo: “Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto” (2 Tm 4,16).
Ma subito dopo ha soggiunto: “Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza” (2 Tm 4,17).

2. La vicenda di Giobbe, con la presenza di Satana che riceve il permesso di provarlo in tutte le maniera, è molto istruttiva.
Dio l’ha permessa per far capire che certi mali hanno un’origine preternaturale.
In genere questi mali non colpiscono i giusti e cioè coloro che vivono in grazia perché la Sacra Scrittura dice: “Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà lontano da voi” (Gc 4,7).

3. Ma talvolta Dio permette che Satana colpisca anche i giusti.
Il “giusto” per antonomasia che è stato colpito è Gesù Crosto, Nostro Signore.
Dio ha permesso che Satana si scagliasse contro di Lui proprio perché potesse entrare nel regno dei morti e aprirne un varco per Se stesso e per noi attraverso la sua risurrezione.

4. Parimenti Dio ha permesso che Satana colpisse Giobbe perché comprendessimo i significati più alti della sofferenza degli innocenti che cooperano in maniera molto efficace alla conversione di molti.

5. Infine non si deve dimenticare come si conclude il libro di Giobbe:
“Il Signore ristabilì la sorte di Giobbe, dopo che egli ebbe pregato per i suoi amici. Infatti il Signore raddoppiò quanto Giobbe aveva posseduto.
Tutti i suoi fratelli, le sue sorelle e i suoi conoscenti di prima vennero a trovarlo; banchettarono con lui in casa sua, condivisero il suo dolore e lo consolarono di tutto il male che il Signore aveva mandato su di lui, e ognuno gli regalò una somma di denaro e un anello d’oro.
Il Signore benedisse il futuro di Giobbe più del suo passato. Così possedette quattordicimila pecore e seimila cammelli, mille paia di buoi e mille asine.
Ebbe anche sette figli e tre figlie.
Alla prima mise nome Colomba, alla seconda Cassia e alla terza Argentea.
In tutta la terra non si trovarono donne così belle come le figlie di Giobbe e il loro padre le mise a parte dell’eredità insieme con i loro fratelli.
Dopo tutto questo, Giobbe visse ancora centoquarant’anni e vide figli e nipoti per quattro generazioni.
Poi Giobbe morì, vecchio e sazio di giorni” (Gb 42,10-17).

6. Questo è ancora solo un segno pallido di ciò che Dio prepara per i giusti che vengono tormentati dai mali e dai demoni.
Dice infatti per bocca di San Paolo: “Ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi” (Rm 8,18).
E ancora: “Il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria” (2 Cor 4,7).
E “quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano” (1 Cor 2,9).

7. Se quando Dio ha dato la risposta a Giobbe e questi ha detto: “Ecco, non conto niente: che cosa ti posso rispondere? Mi metto la mano sulla bocca. Ho parlato una volta, ma non replicherò, due volte ho parlato, ma non continuerò” (Gb 40,4-5) che cosa non avrà mai detto quanto si è visto ricompensato oltre ogni misura?

8. Abbi dunque fiducia. Il Signore sta preparando per te qualcosa di infinitamente più grande di quello che è stato dato a Giobbe.
Potrai mostrare in eterno a tutti i Santi del Cielo ciò che il Signore ha fatto in te.
Lo mostrerai proprio ripetendo le parole di Giobbe: “Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore” (Gb 1,21).

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo