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Quesito
Buonasera Padre Angelo,
ho notato che lei ha dato parecchie risposte sagge ed esaurienti a tantissimi utenti che le cercavano,non ho potuto quindi resistere a mia volta nel farle questa domanda che da molto tempo mi turba.
Mi può spiegare ciò che si legge in Nm 31,31-40 quando Dio chiede per sé sedici donne fatte prigioniere in guerra?
Lo scrittore scrive esattamente il numero di animali e di ragazze da destinare a Dio… ma che cosa se ne potrebbe mai fare Lui di questi tributi? Soprattutto delle vergini che sono state risparmiate dallo sterminio?
La ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità, attendo suoi chiarimenti.
Un cordiale saluto da…
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. il bottino di guerra andava suddiviso mettendolo a disposizione in primis dei soldati.
Era giusto infatti che quelli che avevano sostenuto il peso e i pericoli della guerra avessero la maggior parte del bottino.
2. Tuttavia siccome la vittoria era stata riportata per l’intervento del Signore, re d’Israele, era giusto che una parte del bottino venisse suddivisa tra tutto il popolo.
Ebbene di quel bottino, metà andava ai soldati e l’altra metà alla moltitudine della gente.
3. Inoltre della metà che andava ai soldati, si doveva prendere un capo per cinquecento e darlo al Signore, e cioè ai sacerdoti.
E un capo ogni cinquanta della parte che andava ala moltitudine del popolo d’Israele doveva essere assegnata ai leviti.
4. In quel bottino di guerra c’erano anche 16 mila donne prigioniere che non avevano conosciuto uomo.
Anche queste andavano suddivise tra i soldati perché diventassero loro schiave o mogli.
Di esse una ogni cinquecento andava per il Signore, cioè per i sacerdoti, e queste furono in numero di trentadue.
5. Come vedi, la spiegazione è molto semplice.
Basta leggere la pericope antecedente a quella che tu hai citato che comprende i versetti 25-30.
In particolare i seguenti: “Dividi la preda a metà fra coloro che, usciti in guerra, hanno sostenuto la battaglia e tutta la comunità.
Dalla parte spettante ai soldati che sono usciti in guerra preleverai un contributo per il Signore: cioè un individuo su cinquecento, tanto delle persone quanto del bestiame grosso, degli asini e del bestiame minuto.
Lo prenderete sulla metà di loro spettanza e lo darai al sacerdote Eleàzaro, come offerta da presentare quale contributo in onore del Signore” (Nm 31,27-29).
Dare al Signore è la stessa cosa che dare al sacerdote Eleazaro.
6. È tutto chiaro dunque.
Ma è eloquente tale equivalenza: dare ai sacerdoti per motivi di fede è la stessa cosa che dare il Signore.
Ti benedico e ti ricordo al Signore.
Padre Angelo