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Quesito
Buon pomeriggio Padre Angelo.
Desidero rivolgerle un quesito relativamente ad un passo del Vangelo di Matteo che riguarda il racconto di come Gesù abbia calmato la tempesta.
Mi ha colpito non tanto il rimprovero di Gesù ai discepoli, che è già stato esaminato ampiamente nelle sue precedenti risposte, ma il fatto che Gesù abbia sgridato il vento ed il mare.
Questo non riesco proprio a spiegarmelo in maniera logica. Perché Gesù ha fatto questo? Quale senso può avere questo comportamento?
Gesù è il Figlio di Dio e Dio Lui stesso e quindi ben sapeva che il vento ed il mare non sono entità viventi a cui si possa ordinare di fare qualcosa.
Io mi sarei dato due diverse spiegazioni che però mi causano turbamento nella fede:
1) Gesù si è uniformato alla mentalità dell’epoca e degli apostoli che forse aveva a che fare, anche se solo lontanamente, con una sorta di animismo per cui si riteneva di poter comandare il vento ed il mare sgridandoli come se fossero delle entità capricciose e dispettose. Gesù non aveva alcuna necessità di fare ciò, poteva semplicemente pensare di calmare il vento ed il mare e questo sarebbe avvenuto.
Invece facendo questo mi pare che Gesù abbia potuto confermare i discepoli in una mentalità superstiziosa ed animistica. D’altra parte però mi ricordo di come Gesù si sia comportato in maniera simile ad es. per guarire un cieco mettendogli del fango sugli occhi. Anche in questo caso non aveva nessuna necessità di farlo per guarire il cieco, gli sarebbe bastato pensare di guarire la sua infermità senza ricorrere a dei segni materiali. Altre volte Gesù infatti guarisce addirittura a distanza senza toccare il malato.
2) Gesù ha voluto impressionare i discepoli e manifestare tutta la sua potenza mettendo in scena una sorta di spettacolo a loro uso. Questa spiegazione però implicherebbe una malizia che non si può conciliare con la santità.
Entrambe queste mie spiegazioni ovviamente non mi convincono per nulla e mi affido alla sua saggezza se avrà il tempo e la pazienza di leggere questa mia missiva.
La saluto e la affido alla protezione di San Giuda Taddeo, un santo a me particolarmente caro.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. la spiegazione è molto più semplice.
Gesù si rivolge al mare come diceva un antico commentatore perché “dal movimento del mare sorge un certo suono, che sembra essere una certa locuzione del mare che minaccia un pericolo; quindi convenientemente, sotto forma di metafora, Gesù comanda al mare di zittire”.
La stessa cosa fa anche con i venti.
2. Un antico pensatore cristiano, Origene, giunge a pensare che Gesù Cristo stesso abbia prima agitato le acque del mare e poi le abbia calmate. Scrive: “così colui che prima aveva agitato le profondità del mare, ora di nuovo comanda una grande calma, in modo che i discepoli che erano stati troppo turbati potessero avere una grande gioia”.
3. Con questo atto di assoluto dominio sulla natura Gesù manifesta la sua divinità.
San Giovanni Crisostomo, uno dei quattro grandi dottori della chiesa orientale, scrive: “Osserva anche che la tempesta viene calmata immediatamente e interamente e non rimane alcuna traccia di agitazione, il che è aldilà della natura, poiché quando una tempesta termina secondo il corso naturale l’acqua rimane ancora agitata per un po’ di tempo, mentre qui tutto si acquieta immediatamente. Così ciò che si dice del Padre: “riduce la tempesta alla calma” (Sal 106,29), Cristo lo realizzò nei fatti: infatti sedò e frenò il mare con una sola parola e con un comando.
Dal suo aspetto, dal sonno e per l’uso della barca i presenti lo ritenevano soltanto un uomo, per cui si meravigliarono. Ma adesso, presi dalla meraviglia, dicono chi è costui al quale il vento e il mare obbediscono?”.
4. Anche San Tommaso osserva che quando c’è una tempesta per due giorni il mare non si calma totalmente. Per questo, affinché apparisse un miracolo perfetto, si fece subito una grande bonaccia, poiché le opere di Dio sono perfette (Dt 32,4)” (Commento al Vangelo di Matteo, 8,27).
Pertanto Gesù comanda al mare e ai venti per mostrare la sua divinità.
Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo