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Quesito

Gentilissimo Padre,
Avrei una domanda delicata da porle: nel caso di malato terminale è lecito somministrare farmaci come le benzodiazepine che levano il senso di fatica respiratoria e quindi di sofferenza legata ad essa anche se potrebbe come effetto collaterale velocizzare la morte? Chiaramente a dosi curative e non massicce.
La ringrazio per la disponibilità.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. il caso che mi hai proposto rientra nelle indicazioni morali date da Pio XII per sollevare un malato nelle sue sofferenze.
Questo Papa ha insegnato che la soppressione del dolore e della coscienza per mezzo di narcotici è permessa dalla religione e dalla morale al medico e al paziente, anche nell’avvicinarsi della morte e anche se si prevede che l’uso dei narcotici abbrevierà la vita.
Aveva anche precisato: “Se non esistono altri mezzi e se, nelle date circostanze, ciò non impedisce l’adempimento di altri doveri religiosi e morali” (Risposta a 3 quesiti posti dalla società it. di anestesiologia, 24.2.1957).

2. La Congregazione per la dottrina della fede in un documento sull’eutanasia ne presenta il motivo: “In questo caso infatti è chiaro che la morte non è voluta o ricercata in alcun modo, benché se ne corra il rischio per una ragionevole causa: si intende semplicemente lenire il dolore in maniera efficace, usando allo scopo quegli analgesici di cui la medicina dispone” (Dichiarazione sull’eutanasia, par. III).

3. Infatti è necessario distinguere tra “la somministrazione di narcotico per provocare e affrettare la morte… perché allora si ha la pretesa di disporre direttamente della vita” e la somministrazione di narcotico in cui “tra la narcosi e l’abbreviamento della vita non esiste nessun nesso causale diretto” (Pio XII).

4. Sempre in Evangelium vitae Giovanni Paolo II dice che “se può essere considerato degno di lode chi accetta volontariamente di soffrire rinunciando a interventi antidolorifici per conservare la piena lucidità e partecipare, se credente, in maniera consapevole alla passione del Signore, tale comportamento “eroico” non può essere ritenuto doveroso per tutti” (EV 65).

Ti auguro un felice prosieguo delle feste pasquali, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo