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Quesito

Caro Padre Angelo,
volevo porle una domanda sui nostri cari defunti. Premesso che non ricorda il passo in cui lo ha letto, una mia zia mi ha detto che si è molto turbata perché leggendo la Bibbia vi ha letto che i morti sono inconsci, e ne ha ricavato dunque che le messe per i nostri defunti non hanno alcun senso (se non quello di dare dei soldi al sacerdote). Infatti ormai è più di un anno che non fa dire più alcuna messa, mentre prima lo faceva con costanza. Ora io non ci credo, ma non avendo letto la Bibbia ed avendo visto la sua determinazione nonché sicurezza, mi sono venuti dei dubbi che vorrei lei mi chiarisse.
Sicuro e fiducioso nella sua risposta, l’abbraccio con affetto.
Luigi


Risposta del sacerdote

Caro Luigi,
1. All’interno del popolo d’Israele vi erano principalmente due correnti: quella dei sadducei e quella dei farisei.
I sadducei sostenevano che dopo la morte non c’è rimunerazione, che la sopravvivenza è uguale per tutti ed è una sopravvivenza simile a quella dell’ombra.
Ne fanno fede in maniera molto chiara alcuni versetti del Salmo 88: “Compi forse prodigi per i morti? O sorgono le ombre a darti lode? Si celebra forse la tua bontà nel sepolcro, la tua fedeltà negli inferi? Nelle tenebre si conoscono forse i tuoi prodigi, la tua giustizia nel paese dell’oblio?” (Sal 88,11-13).
Tua zia forse è rimasta ferma qui.

2. Successivamente, sempre nell’Antico Testamento, si fa strada l’idea della rimunerazione nella vita futura.
Ne parlano fanno molti testi. Ad es: “Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà. Agli occhi degli stolti parve che morissero; la loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace” (Sap 3,1-3).
Lo attesta anche la madre dei sette fratelli che vengono condannati a morte per la fedeltà alle patrie leggi. Li esorta a non aver paura del carnefice perché il Signore restituirà loro immediatamente la vita: “Senza dubbio il creatore del mondo, che ha plasmato alla origine l’uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo lo spirito e la vita, come voi ora per le sue leggi non vi curate di voi stessi” (2 Mac 7,23).

3. I farisei però pensavano che nella vita futura si risorgesse in maniera materiale, mangiando, bevendo, sposandosi… Per questo Gesù dice che coloro che risorgono sono uguali agli angeli.
Ecco il testo: “Gli si avvicinarono poi alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. Da ultimo anche la donna morì. Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell’altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui»” (Lc 20, 27-38)

4. Sempre nell’Antico Testamento si fa presente la necessità di aiutare quelli che sono morti, ma non sono del tutto purificati.
Lo dice in maniera molto chiara il secondo libro dei maccabei a proposito di alcuni soldati morti in battaglia: “Il giorno dopo, quando ormai la cosa era diventata necessaria, gli uomini di Giuda andarono a raccogliere i cadaveri per deporli con i loro parenti nei sepolcri di famiglia. Ma trovarono sotto la tunica di ciascun morto oggetti sacri agli idoli di Iamnia, che la legge proibisce ai Giudei; fu perciò a tutti chiaro il motivo per cui costoro erano caduti. Perciò tutti, benedicendo l’operato di Dio, giusto giudice che rende palesi le cose occulte, ricorsero alla preghiera, supplicando che il peccato commesso fosse pienamente perdonato. Il nobile Giuda esortò tutti quelli del popolo a conservarsi senza peccati, avendo visto con i propri occhi quanto era avvenuto per il peccato dei caduti. Poi fatta una colletta, con tanto a testa, per circa duemila dramme d’argento, le inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio espiatorio, agendo così in modo molto buono e nobile, suggerito dal pensiero della risurrezione. Perché se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti. Ma se egli considerava la magnifica ricompensa riservata a coloro che si addormentano nella morte con sentimenti di pietà, la sua considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato” (2 Mac 12,39.45).

5. L’offerta che viene data per la celebrazione della Messa vuole significare questo: che con un sacrificio personale più grande ci si vuole associare al sacrificio di Cristo per la purificazione di coloro che si trovano in purgatorio.
Santa Monica, la madre di Sant’Agostino, ai suoi figli aveva chiesto di ricordarsi di lei presso l’altare del Signore.
Dì dunque a tua zia che riprenda la bella pratica di far celebrare le Messe. Ne trarranno giovamento quelli per cui si prega e ne trarrà grande giovamento anche lei e tutta la sua parentela, perché i defunti non dimenticano i servizi ricevuti una volta che entrano in paradiso.

Ti saluto cordialmente, ti ricordo al Signore ti benedico.
Padre Angelo