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Quesito

Buonasera Padre Angelo,
ho trovato il suo indirizzo email in alcuni articoli e lettere del sito amicidomenicani.it 
Mi sono riavvicinato alla fede, alla preghiera e all’eucaristia da un anno e mezzo circa, dopo anni di lontananza per svariati motivi che, alla resa dei conti, non avevano nessun valore e dietro cui io mi nascondevo.
La fortuna, anzi direi Nostro Signore, ha voluto chiamarmi di nuovo dopo tutto questo tempo proprio grazie ad un S. Rosario celebrato in TV. 
Mi sono trovato a recitare un’Ave Maria poi un’altra, un’altra ancora e da quel giorno recito il S. Rosario quasi tutte le sere, e spesso, anche durante la settimana prima della S. Messa della sera.
Le confido che mi ha aiutato tantissimo in un periodo anche molto pesante della mia vita e tutt’ora mi causa immensi benefici allo spirito, risollevandomi nei momenti più difficili della vita, proprio perché con il Rosario sento di affidarmi totalmente a Maria e per sua intercessione a Gesù e tutto diventa più facile e più leggero.
Ho scoperto navigando sulle pagine del sito, che esiste una confraternita del S. Rosario che confesso la mia ignoranza, non conoscevo.
Mi ha fatto molto piacere capire che è una unione di fedeli che pregano l’uno per l’altro e tutti insieme per il mondo e ho desiderato subito farne parte.
Se possibile quindi Le chiedo di potermi iscrivere a questa confraternita. 
Mi chiamo Francesco…
Mi perdoni per la lunghezza di questa lettera, spero di sentirla presto e se avrà bisogno di altri informazioni sono a Sua disposizione.
Un caro saluto,
Francesco


Risposta del sacerdote

Caro Francesco, 
1. ho letto con viva soddisfazione le parole con cui hai accompagnato la tua richiesta di essere iscritto alla Confraternita del Santissimo Rosario.
Sei stato riportato nell’ovile attraverso la mediazione di Maria.
Da quel momento non ti sei più distaccato da questa preziosissima preghiera, che è diventata parte integrante della tua giornata e della tua vita.

2. Proprio in questi giorni mi è capitato di rileggere la pagina meravigliosa del Manzoni sul Rosario nella vicenda di Lucia.
Questa promessa sposa era già nell’ovile.
Ma in un’ora drammatica della sua vita la preghiera del Rosario le diede conforto e dopo averla recitata si mise la corona al collo, come a dire che non se ne sarebbe mai più separata.

3. Non è necessario che tu la metta attorno al collo, il che peraltro sarebbe edificante per molti. È sufficiente che tu la porti in tasca.
Ma la cosa più bella è che adesso non te ne puoi più separare.

4. Ecco la pagina del Manzoni sul Rosario con alcune aggiunte di padre Enrico Rossetti, domenicano, santo sacerdote e apostolo del Rosario:
“La fede di Alessandro Manzoni in questa preghiera, che gli era cara e recitava spesso con A. Rosmini e Cesare Bonghi, la ritroviamo nel suo romanzo e in alcuni momenti caratteristici, cioè nei pericoli dell’anima e del corpo. 
Lucia, rapita a tradimento dal Nibbio e rinchiusa a forza nella carrozza dello Innominato, atterrita, si rivolge a Colei che è l’aiuto e la consolazione dei poveri. «Si strinse più che poté nel canto della carrozza, mise le braccia in croce sul petto, pregò qualche tempo con la mente: poi, tirata fuori la corona, comincio a dire il Rosario, con più fede e con più affetto che non avesse ancora fatto in vita sua».
Giunta al castello, Lucia è rinchiusa in una stanza con la vecchia. Si assopisce, dopo tanta lotta e angoscia. Poi, riscuotendosi dall’assopimento, e «si rammentò che poteva almeno pregare, e insieme con quel pensiero, le spuntò in cuore come un’improvvisa speranza. Prese di nuovo la corona, ricominciò a dire il Rosario; e, di mano in mano che la preghiera usciva dal suo labbro tremante, il cuore sentiva crescere una fiducia indeterminata».
Fatta l’offerta di castità nelle mani della Madonna, la corona riappare nuovamente. «Proferite queste parole, abbassò la testa, e si mise la corona intorno al collo, quasi come un segno di consacrazione e una salvaguardia a un tempo, come una armatura della nuova milizia a cui si era ascritta».
Poi Lucia sentì come un «acquietamento di pensiero» e, col nome di Maria sulle labbra, si addormentò.
Meglio non si poteva descrivere l’umile potenza liberatrice e pacifica del Rosario” (cfr.Rilanciamo il Rosario, pp. 295-295).

Ti ringrazio per questa bella testimonianza, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo