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Quesito

Gentilissimo P. Angelo,
Vi scrivo, anzitutto, per dirVi, di sincero cuore, il mio "grazie" per il Vs. impegno, pazienza e paterna missione, anche attraverso questo spazio: tanto mi è utile, davvero, ogni volta che vi leggo qualcosa. 
Sono un ragazzo di 18 anni, ho appena terminato il Liceo Classico e, con un grande aiuto del Signore, sono stato preso al I anno di Medicina all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Amo la preghiera, il silenzio, lo stare davanti a Gesù Sacramentato, condividere con amici e non le mie esperienze e poi subito ritirarmi (quasi rifugiarmi) nella solitudine e in un posto (anche se non ‘‘fisicamente’) "fuori dal mondo"… un posto di silenzio. A volte, questa mia singolare ‘‘fame di silenzio’ mi ha portato (e mi porta) a cercare (specie nei ‘‘tempi forti’) luoghi di puro raccoglimento, ad esempio eremi, monasteri, abbazie. Mi sforzo ogni giorno di pregare con l’orazione mentale, di non utilizzare ‘‘solo le formule’, e, quando posso, di partecipare alla S. Messa quotidiana.
Eppure, sono ben lungi dall’anche solamente sfiorare il sogno che sinceramente porto dentro: essere santo per Dio e solo per Dio.
Da tempo mi scruto cercando di sentire ‘‘qualcosa’ (anzi, Qualcuno), e sono in ricerca vocazionale. Sono anche stato fidanzato per circa un anno con una santa ragazza, covando sempre, però, un germe di ‘‘inquietudine’.
Ora, tento in tutti modi di parlare ‘‘cuore a cuore’ con Dio, sentendo per me le parole di Osea: "Ecco, l’attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore".
Sono anni luce lontano da questo ‘‘sentire intimamente Dio’, come dicevo, perchè, quasi ogni volta che mi appresto a pregare, sono ottenebrato da pesantissimi dubbi di Fede (dubbi su tutto: dottrina, morale, preghiera… persino l’esistenza stessa di Dio..!), di cui profondamente mi vergogno, i quali, spesso e volentieri, mi frenano nell’orazione, mi ancorano a terra e mi impediscono quello slancio autentico verso il Signore (slancio che, pur tuttavia, mi è capitato, e in rare occasioni ancora mi capita, di aver sperimentato e gustato sublimemente).
Quando prego, ma anche quando – durante la giornata- cerco di tenermi alla presenza di Dio (magari recitando qualche giaculatoria mentre studio, o passeggio, o aiuto in casa), mi assalgono mille di questi dubbi, di queste tentazioni… Tutte mi sembrano convergere su un punto: la mia indegnità e la mia assoluta mancanza di Fede. Questo periodo di ‘‘aridità spirituale’ (a tratti, più o meno ampi, intervallata da momenti di consolazione molto intimi con il Signore) dura dal gennaio scorso ed è andata acuendosi col tempo, specie ultimamente, quando pure (dopo i ‘‘successi’ scolastici-universitari tanto agognati) avrei dovuto sentirmi ‘‘realizzato’. Io ho paura, terrore, di perdere la Fede… e, come se non bastasse, in questa situazione trovo paradossale, se non dissacrante, che io possa anche solo lontanamente pensare che Dio possa avere su di me un disegno vocazionale da consacrato. Il solo pensiero pesa su di me come un sacrilegio. 
Un momento molto particolare è per me la recita del S. Rosario. A volte, l’aridità e le tentazioni sono tante e tali che non sono capace di ‘‘meditare’ i pensieri e mi riduco alla mera supplica vocale. Sento, il più delle volte, una vocina interiore che mi bacchetta dicendo: "Sei così superbo, così poco umile: credi di stare pregando Dio, invece stai solo esaltando te stesso". Invoco i Santi di cui ho conosciuto e sperimentato il carisma in vita, specie S. Ignazio di Loyola e S. Domenico…a volte mi è concessa la grazia di calmarmi e fare una preghiera decente. Altre volte, invece, la mia preghiera diventa, più che una collana di rose per Maria Regina, un arbustello essiccato. Non sono più in grado di pregare. 
Vorrei chiederVi, dunque, consiglio e, se potete, conforto. Non è niente a pari di tantissimi altri mali e traversie, però è una brutta esperienza. E, da sedicente ragazzo cattolico, me ne vergogno molto. 
Grazie mille per il Vs. tempo,
pregherò per Voi… e Voi pregate perchè io creda di più.
M. D.


Risposta del sacerdote

Carissimo M. D.,
1. Il Signore ha detto a Santa Caterina da Siena: “E alle tentazioni dite sempre: siate le molto benvenute”.
C’è un disegno salvifico di Dio anche nel permettere le tentazioni.
Dio non si sbaglia neanche quando permette al demonio di tentarci.
Desidero allora indicarti alcuni vantaggi che puoi ricavare dalle tentazioni contro la fede.

2. Nella tentazione il Signore ti mette davanti alla tua fragilità.
Sei come costretto a dire come gli apostoli quando vedevano che barca veniva inondata dalle onde: “Salvaci, Signore perché noi periamo”.
La solidità della fede non viene da te.
Da te, almeno in un certo senso, viene la solidità delle scienze che studi.
Ma la fede è una realtà di ordine soprannaturale.
È un lume divino e una forza soprannaturale che il Signore immette in noi per attirarci a sé.
Di fronte alla varie tentazioni devi dunque rispondere: “Credo Signore, ma aumenta la mia fede; Signore, guarisci la mia incredulità”
E vedrai che come il Signore ha fatto cessare la tempesta nel lago quando gli apostoli hanno gridato verso di lui, così farà con te, dandoti almeno per qualche tempo un pò di bonaccia e di tranquillità nella tua vita spirituale.
Il Signore risponde sempre alla nostra richiesta di accrescere la fede.
Talvolta lo fa magari dandoci la possibilità di poter vedere un’aurora o un tramonto perché la nostra mente si elevi subito a Lui.
Ma perché non tu ti creda troppo sicuro, permetterà al demonio di tornare tormentarti di nuovo per ravvivare la consapevolezza della tua fragilità, per solidificarti nell’umiltà e per darti una fede ancora più grande.

3. I dubbi e le tentazioni nella fede sono provvidenziali anche perché ci ricordano che le realtà alle quali noi aderiamo sono infinitamente più grandi di quanto ne conosciamo e ne possiamo comprendere.
Sono dunque uno stimolo ad approfondire, a studiare sempre di più.
Più conosci Dio, più scopri che è ancora tutto da conoscere. E questo proprio perché Dio è infinito, è eterno.
Lo studio dunque perfeziona sempre di più la nostra fede.
Sotto questo aspetto puoi dire insieme con Sant’Agostino “intelligo ut credam”:
Quella fede che già ti ha aperto ad una conoscenza nuova, alla conoscenza delle realtà soprannaturali che l’uomo non può conoscere con le proprie risorse se non viene elevato e rinforzato da Dio perché vi aderisca, adesso mostra i limiti della tua conoscenza rispetto a quello che è Dio e ti spinge, attraverso la ricerca, a conoscerlo sempre di più.
Se dunque precedentemente potevi dire: “credo (aderisco a Dio) per conoscere ciò che da solo non potrei mai conoscere (credo ut intelligam) adesso dici: voglio approfondire per aderire sempre di più (intelligo ut credam).

4. C’è ancora un altro vantaggio che viene dalle tentazioni ed è questo. Ci spingono ad aderire sempre più fortemente e a dire: “Mio Dio, perché sei verità infallibile, credo fermamente tutto quello che tu hai rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere…”.
La cosa principale nella fede è l’adesione a Dio, la fiducia che riponiamo in Lui.
È certamente importante ed essenziale per la fede anche la conoscenza dei contenuti.
Ma ciò che santifica e rende più meritoria la nostra fede è l’adesione a Dio, l’unione con Lui.
I contenuti della fede (almeno qualcuno) ce l’hanno anche i demoni. Ma i demoni non hanno l’adesione a Dio.
Pertanto le tentazioni nella fede sono provvidenziali perché ci stimolano ad aderire più fortemente a Dio, ad essergli uniti e a ripetere spesso: “Mio Dio, perché sei verità infallibile,?credo…”.

5. Allora le tentazioni, se le sopportiamo con l’animo che ti ho descritto, non ci fanno paura perché le prendiamo come occasioni provvidenziali che il Signore ci dà per ravvivare la nostra fede e fare grandi guadagni.
Diversamente rimarremmo come seduti, fermi.
Mi piace riportarti quanto il Signore ha detto a Santa Caterina nel Dialogo della Divina Provvidenza: “In questa vita io permetto ai demoni di tentare e molestare le mie creature non perché siano vinte, ma perché vincano e ricevano da me la gloria della vittoria, provando la loro virtù.
D’altra parte nessuno deve temere, qualunque siano le battaglie e le tentazioni che gli vengono dai demonio, perché io ho fatto forti gli uomini e ho dato loro la fortezza della volontà fortificandola nel sangue del mio Figliuolo. Questa volontà né demonio né creatura alcuna ve la può mutare perché è vostra, data a voi da me insieme al libero arbitrio.
Voi dunque col libero arbitrio la potete tenere saldamente in vostro possesso, o lasciare come vi piace. Se la ponete nelle mani del demonio essa è l’arma e il coltello con cui egli vi percuote ed uccide; ma se l’uomo non dà questo coltello della volontà nelle mani del demonio, cioè se non acconsente alle sue tentazioni e molestie, giammai sarà ferito dalla colpa del peccato. qualunque tentazione subisca. Ne rimarrà anzi fortificato se aprirà l’occhio dell’intelletto a contemplare la mia carità la quale permette che siate tentati solo per farvi giungere alla virtù e provarla in voi stessi.
I demoni dunque sono miei ministri nel tormentare i dannati nell’inferno e nell’esercitare e provare la virtù dell’uomo in questa vita.
L’intenzione del demonio non è di provare e temprare la vostra virtù, perché in lui non vi è la carità, ma è di privarvi della virtù: ma ciò non può fare se voi non volete.
Grande è perciò la stoltezza dell’uomo che si fa debole laddove io l’ho fatto forte e da sé medesimo si mette nelle mani del demonio” (Dialogo, 43).

6. Ti esorto a continuare nella tua vita cristiana vivendo in grazia.
Senza la grazia non puoi avvertire la presenza del Signore nel cuore e sei maggiormente esposto alle tentazioni.
Soprattutto ti esorto a continuare sentendo la presenza del Signore che viene incessantemente nella tua vita, che ti dà la possibilità di stare unito a Lui, di ascoltare la sua parola, di potergli dare il tuo cuore e di ricevere il suo, di unirti alla preghiera e ai meriti di Gesù.
Tutto questo lo vivi in maniera particolare quando reciti il Santo Rosario. Perché il Rosario è tutto quello che ti ho appena descritto.

7. Sono contento che il Signore ti faccia sentire l’attrazione per il sacerdozio (la vocazione).
Certo il demonio questo non lo vuole assolutamente e fa di tutto per scombinare le carte, producendo tentazioni.
Ma il Signore permette queste tentazioni perché il demonio rimanga ancor più umiliato nel vederti salire sempre più in alto e che le sue astuzie saranno servite ad ottenere tutto il contrario di quello che desiderava.

8. Ti ricordo nella preghiera e nella novena in preparazione alla festa della Madonna del Santo Rosario, novena che inizia venerdì prossimo 27 settembre).
All’inizio di questa novena domanderò alla Madonna di ottenerti la grazia di solidificare sempre di più la tua fede e anche la tua chiamata, la tua vocazione. E, se Dio vuole, all’Ordine di san Domenico.
Mentre ti ringrazio per la preghiera che mi hai promesso, ti benedico di cuore e ti faccio tanti auguri per l’inizio degli studi universitari.
Padre Angelo