Questo articolo è disponibile anche in:
Italiano
Quesito
Caro Padre Angelo,
le scrivo nuovamente per porle un quesito sull’Eucarestia.
Credo fermamente in quello che Gesù ha detto sull’Eucaristia e che cioè Essa sia il suo Corpo e il Suo sangue ma non posso fare a meno di chiedermi del perché Gesù abbia voluto lasciarci come legame più potente ed efficace che abbiamo con lui la pratica di “mangiare” la Sua carne e “bere” il Suo sangue.
Se penso alla lettera a questo mi fa impressione ricevere in bocca una parte del mio Dio. Lui che ha abolito i sacrifici cruenti di animali e di altro tipo non capisco perché ci permette di mangiare il Corpo di Lui fatto uomo.
Intendo dire che, se avesse voluto, avrebbe potuto farci commemorare il Suo sacrificio per noi con una pratica meno cruenta.
Mi scuso per la mia descrizione ma credendo fermamente nell’Eucarestia mi rimane difficile concentrarmi nella preghiera quando La ricevo perché penso che sia “non giusto” mangiare e masticare un pezzo del mio Creatore che ha già fatto tanto per me.
Grazie se vorrà, come sempre, illuminarmi sui dubbi che mi colgono sulla nostra Fede.
Le prometto preghiere perché Dio la mantenga sempre in salute e così efficace nel servizio che ci dona con il suo lavoro.
Luca
Risposta del sacerdote
Caro Luca,
1. istituendo l’eucaristia, Gesù ha voluto stringere con noi l’unione più forte e più intima che si possa realizzare.
Che cosa c’è di più intimo al nostro corpo che il pane che mangiamo e il vino che beviamo?
Niente è così intrasferibile da noi quanto il cibo che prendiamo e le bevande che assumiamo.
Gesù ha voluto unirci a Sé in questa maniera così forte che nessuno può rompere senza il nostro consenso.
2. Proprio per togliere ogni parvenza di crudeltà e anche, mi si passi l’espressione, di cannibalismo, ha voluto essere unito a noi attraverso l’apparenza di una particola che, transustanziata mediante la consacrazione, contiene però la sostanza del suo corpo, del suo sangue, della sua anima e della sua divinità.
Ha scelto il pane e il vino proprio per non essere cruento!
3. Saprai che la Chiesa dice che la Messa è lo stesso sacrificio (non una ripetizione o rinnovazione) che Cristo ha compiuto sulla croce, con l’unica differenza che mentre sulla croce era cruento, e cioè con spargimento di sangue, sull’altare invece si attua in maniera incruenta.
4. Quando il Signore disse: “il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6,) i giudei obiettarono: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?” (gv 6 53).
San Tommaso commenta: “Costoro intendevano le parole del Signore in senso carnale, ritenendo che la carne di Cristo fosse da mangiare come un cibo materiale” (Commento al Vangelo di Giovanni).
Si tratta dunque di “un cibo spirituale, necessario alla vita spirituale, al punto che senza di quello la vita spirituale non può sostentarsi”.
5. L’unione dello sposo e della sposa, la stessa unione dell’anima con il corpo non è così intima come l’unione dell’anima con la santa Umanità di Cristo.
La grazia che essa comunica, frutto del suo sacrificio, penetra l’essenza stessa dell’anima.
La grazia che arriva dall’Eucaristia si riversa nell’anima per governarla, penetrarla e, secondo l’espressione di san Tommaso, per trasformarla in Dio e inebriarla di Lui.
Avviene qualcosa di simile a quello che constatiamo dinanzi ad un vestito profumato: il profumo penetra la sostanza del panno. O anche dinanzi ad un raggio di luce che pervade un cristallo per dargli il suo splendore. O anche dinanzi al fuoco che penetra il ferro, lo riscalda, lo accende, lo trasforma e lo fa diventare fuoco.
Non c’è nulla di più grande, di più trasformante e santificante dell’Eucaristia.
Gesù non poteva darci un dono più grande, un dono che divinizza l’uomo.
6. Per la precisione, non ci viene dato da mangiare una parte di Dio, ma ci viene comunicata la totalità di Dio.
Di questa potenza divina ognuno se ne impossessa a seconda delle sue disposizioni e della sua volontà.
Dio è desideroso che ci impossessiamo di Lui finché vogliamo al punto da esserne sazi.
Ti ringrazio di avermi dato l’occasione di scrivere queste cose e ti ringrazio ancor più per le preghiere che mi prometti.
Le ricambio di cuore e ti benedico.
Padre Angelo