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Quesito
Caro Padre Angelo,
sono uno studente e passo lunghe ore a studiare fino a nove al giorno.
Ho un problema che mi angustia in particolare: il vizio solitario.
Ogni volta che ci cado (per fortuna le cadute non sono frequentissime), mi sento svuotato, demoralizzato e ferito spiritualmente.
Mi rendo conto che quello che ho fatto è sbagliato.
Corro sempre a confessarmi perché solo con la confessione mi sento bene.
Ma vorrei finirla una volta per tutte con questo peccato. Cosa posso fare?
Che cosa posso fare per debellare questo problema dalla mia vita?
La ringrazio anticipatamente e la saluto.
T.
Risposta del sacerdote
Caro T.,
certo descrivi in maniera molto significativa che cosa lascia questo peccato nella tua vita: mi sento svuotato, demoralizzato e ferito spiritualmente perchè mi rendo conto che quello che ho fatto è sbagliato.
Che fare?
Ti riporto più o meno quanto ho scritto in via riservata ad un visitatore del sito, angustiato per il tuo stesso problema.
1. In genere le cadute in questo campo sono un sintomo di solitudine.
Che fare per superarla?
2. Bisogna avere la testa piena di altri pensieri che tengano la mente sempre occupata.
Il Pontificio Consiglio per la famiglia, in un documento intitolato Sessualità umana: verità e significato, dice che “la castità è energia spirituale che libera l’amore dall’egoismo e dall’aggressività” (n. 19).
Per me merita che sia evidenziata l’affermazione: la castità è una energia spirituale. Dicendo spirituale si sottolinea che non si identifica semplicemente con la pace dei sensi, ma è il risultato di un atteggiamento mentale e affettivo, mai acquisito definitivamente.
La castità la si forma partendo dalla testa: da ciò che si pensa, da ciò che si fantastica, da ciò che si vede e si desidera. La pace dei sensi è un’altra cosa e può verificarsi per i più svariati motivi, che possono avere nulla a che fare con la virtù.
3. Non solo la testa, ma anche la giornata deve essere occupata in tante cose.
Come non ricordare a questo proposito il metodo preventivo di don Bosco? Bisogna che la nostra giornata sia organizzata in modo tale che per certe cose non vi sia spazio.
4. Forse il Signore permette in te questa debolezza perché tu sappia trovare le vie per superarla e magari un giorno poter essere di aiuto per altri a vincere questo difetto.
Forse non hai ancora battuto tutte le strade che ti danno gli aiuti necessari.
5. Tra questi mi permetto anzitutto di ricordare il gioco e la sana alimentazione.
Inoltre ci sono gli aiuti della grazia, che vengono anzitutto dalla Parola di Dio, che siamo chiamati a ruminare continuamente nella nostra testa.
Ricorda che le parole che senti a Messa sono le parole che per importanza coprono tutte le altre parole. Sono parole di vita eterna e devono già fin d’ora portare frutto.
Devi tornarvi sopra diverse volte durante la giornata. Allora sentirai in modo nuovo la presenza del Signore e la forza della sua grazia.
E ti sentirai trasformato interiormente.
6. Stai a lungo in preghiera. Se non sei molto distante da una Chiesa, va a visitare il Signore nel sacramento.
Don Bosco diceva che quando un giovane si reca spontaneamente durante la giornata a visitare Gesù nel sacramento, il Signore non permette che questo giovane vada fuori strada.
Se ne hai l’opportunità vai dunque in Chiesa durante la giornata.
Davanti al tabernacolo poco per volta sentirai un calore, una pace e una presenza che ti faranno passare la voglia di acconsentire a tentazioni che porterebbero il tuo animo in una direzione diametralmente opposta.
Anche le buone letture sono molto efficaci per accendere nuovi desideri nella nostra vita.
7. Infine devi chiedere esplicitamente e insistentemente al Signore e alla Beata Vergine la grazia della purezza.
S. Agostino ha interpretato Sap 8,21 a favore della purezza: “Sapendo che non l’avrei altrimenti ottenuta se Dio non me l’avesse concessa”. Salomone stava parlando della sapienza. Ma la Chiesa ha fatto propria l’interpretazione di Sant’Agostino presentando la lettura breve dell’ora terza del comune delle vergini così: “Sapendo che non avrei ottenuta la capacità di essere casto, se Dio non me l’avesse concessa… mi rivolsi al Signore e lo pregai” (Sap 8,21).
L’interpretazione di S. Agostino non è fuori posto. In Sir 51,20 si legge: “Alla sapienza rivolsi il mio desiderio, e la trovai nella purezza”.
Se domandi la purezza al Signore e alla Beata Vergine ti accorgerai ben presto che non faranno i sordi, ma te la daranno. Sanno che tu ne hai bisogno e ne hanno bisogno i giovani e le persone che il Signore ti farà incontrare.
Mi unisco volentieri alla tua preghiera. Ti assicuro un particolare ricordo nella Messa che celebrerò questa sera. E intanto ti saluto e ti benedico.
Padre Angelo