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Quesito

Gentilissimo Padre Angelo.
Mi chiamo Matteo e vorrei esporle la mia situazione ed avere da lei se possibile qualche consiglio per uscire da una situazione molto complicata.
Sono un ragazzo di 31 anni. Sto con una ragazza da quasi 6 anni, con la quale convivo e ho avuto un figlio che al momento ha poco più di un anno. Nella mia infanzia i miei genitori mi hanno dato un’educazione cristiana, ma dopo l’adolescenza purtroppo mi sono allontanato sempre più da Dio, fino a ritrovarmi in età adulta a commettere quotidianamente numerosi peccati mortali senza nemmeno più sentirmi in colpa.
In tutti questi anni però passando davanti a una chiesa, sentivo il bisogno di confessarmi, ma purtroppo poi non l’ho mai fatto. Lo scorso marzo mi sono ammalato (probabilmente di covid) e durante l’isolamento di 43 giorni dalla mia compagna e da mio figlio ho sentito il forte bisogno di ritrovare Dio.
Da allora prego ogni giorno più volte al giorno, sono tornato a messa ogni domenica, e cerco con tutto me stesso di stare lontano dalle tentazioni del peccato, anche se non sempre mi riesce.
Purtroppo però la mia attuale situazione di convivenza non mi permette di avvicinarmi al sacramento della confessione. Io vorrei con tutto il cuore potermi sposare con la mia compagna, per essere finalmente una vera famiglia di fronte a Dio e poter finalmente scaricare il peso dei miei numerosissimi peccati che in questi mesi mi sta facendo davvero soffrire.
Purtroppo però la mia compagna al momento non ne ha l’intenzione, in quanto non ritiene il matrimonio una cosa così importante. Questo mi fa stare davvero male. Mi sento bloccato in questa situazione, e a volte mi sento disperato e senza una via d’uscita.
Prego ogni giorno affinché il Signore mi conceda la grazia di potermi sposare, ma nonostante cerchi con tutto me stesso di stare lontano dal peccato, mi sembra di prendere in giro il Signore, in quanto ogni tanto continuo ad avere rapporti sessuali con la mia compagna, perché purtroppo non ho il coraggio di dirle che vorrei praticare la castità, in quanto ho paura che lei non mi capisca, e questo potrebbe portare dei problemi seri nella nostra relazione. Con un figlio piccolo l’ultima cosa che vorrei è perderla.
Come posso uscire da questa complicata situazione? Le chiedo Padre se può pregare per noi. In attesa della sua risposta la ringrazio di cuore.
Matteo.


Risposta del sacerdote

Caro Matteo,
1. anzitutto ti domando scusa per il grave ritardo con cui ti rispondo.
Sono passati quasi sette mesi da quando mi hai scritto e mi auguro che nel frattempo tante cose siano maturate in te e nella tua compagna.
Hai ritrovato la freschezza del tuo rapporto con Dio in seguito ad un prolungato isolamento legato al Covid.
Il Covid è un male senza dubbio.
Ma Dio nei suoi sapienti disegni l’ha permesso per condannarlo a servire bene più grandi.
Per te, e mi auguro in futuro anche per la tua famiglia, il bene più grande è evidente.

2. Se non ci fosse stato questo isolamento tu avresti continuato per la tua strada nel medesimo modo in cui se Israele non fosse stato deportato in Babilonia non si sarebbe pentito, avrebbe perseverato nei propri abomini, diventato ormai cieco e insensibile ad ogni richiamo.
Anche San Francesco, se non fosse stato visitato da una lunga malattia, avrebbe continuato a “vivere nel peccato con passione giovanile! Trascinato dalla sua stessa età, dalle tendenze della gioventù e incapace di controllarsi, poteva soccombere al veleno dell’antico serpente”. Così scrive il suo primo biografo Tommaso da Celano (Fonti Francescane, 322).
Proprio durante quella malattia Francesco “cominciò effettivamente a cambiare il mondo interiore. Riavutosi un pò, per ricuperare le forze, si mise a passeggiare qua e là per la casa, appoggiato ad un bastone. Un giorno uscì, ammirando con più attenzione la campagna circostante; ma tutto ciò che è gradevole a vedersi: la bellezza dei campi, l’amenità dei vigneti, non gli dava più alcun diletto. Era attonito di questo repentino mutamento e riteneva stolti tutti quelli che hanno il cuore attaccato a beni di tal sorta” (Fonti Francescane, 323).

3. Adesso provi un grande e ardente desiderio: quello di far posto nel tuo cuore a Colui che è venuto a visitarti. 
Il tuo più grande dispiacere è quello di non riuscire a farlo entrare e di essere costretto a tenerlo ancora sulla porta.
Senti che la sua presenza cambierebbe la tua vita e quella della tua compagna in maniera così benefica e portentosa nel medesimo modo in cui l’acqua fu trasformata in ottimo vino, come avvenne per la presenza di Gesù e di Maria alle nozze di Cana.
Tu hai già cominciato ad assaggiare questo vino e adesso non desideri altro che questo.

4. La tua compagna invece non l’ha ancora assaggiato. Anzi, a priori, dice che ne fa volentieri a meno.
Questo per te è causa di sofferenza ma nello stesso tempo è anche un richiamo da parte del Signore.
Il Signore ha avuto pazienza con te. L’hai fatto aspettare da tanto tempo. E adesso chiede a te di fare la stessa cosa.

5. Perché la tua compagna cominci ad essere attratta da questo vino che ti inebria è necessario che ti veda inebriato.
In altre parole è necessario che ti veda trasformato e si accorga che c’è in te una presenza che sta cambiando tutto, rendendolo più bello e più gradevole.

6. Pertanto coltiva il tuo rapporto con il Signore con la partecipazione alla Messa, anche se per ora non puoi fare la Santa Comunione.
Rumina nella tua mente le parole che il Signore ti dice quando lo incontri.
Queste parole ispirino i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti in modo che la tua compagna sia ancora più contenta di te e rimanga affascinata da Colui che è il motivo di tutto questo rinnovamento.

7. Prega anche con il Santo Rosario. Attraverso questa preghiera fai intervenire la Madonna.
Se la chiami, viene certamente e fa tutto con dolcezza.

Ti assicuro volentieri la mia preghiera perché la tua famiglia sia abitata, illuminata e custodita da Nostro Signore e da Colei che a Cana ha ottenuto per due giovani in festa un prodigio così grande.
Vi auguro ogni bene e vi benedico.
Padre Angelo