Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Carissimo Padre Angelo
ti ringrazio immensamente per le tue parole e il tuo consiglio. Le famose Dio incidenze… si verificano sempre…ero a letto al buio e stavo pensando -fra me e Dio- proprio al mio blocco vocazionale e del come risolverlo… quando, come per sorpresa, sei arrivato tu con la tua email di risposta. Grazie a te e Grazie al Buon DIO che si ricorda dei suoi figli.
Hai proprio colpito nel segno. Posso risponderti come se fossi in ginocchio da te in confessione:

1) Ho pienamente e fortemente presente nel mio cuore, quel sentimento che tu chiami "salus animarum" fin da subito da quanto è scoccata la mia presunta vocazione sacerdotale, questo sentimento non si è più spento; soffro tanto a vedere giovani e adulti perdersi, perchè, non conoscono Gesù. Nei miei pensieri giornalieri, non manca mai, questa particolare predisposizione -di creare – con chi incontro anche nelle mie azioni quotidiane un annuncio che porti << a Cristo Salvezza  e la sua volontà>>. Soffro tanto al pensare che per ignoranza di Cristo, si commette e si sceglie il male e sono convinto che dove manca Dio tutto diventa lecito. la salvezza delle anime è il mio chiodo fisso da anni, questo desiderio non mi abbandona pure se adesso lo vivo con molto meno euforia. (…).
Sogno ad occhi aperti continuamente a me -frate minore- o sacerdote, con un popolo davanti, intento a fare corsi e catechesi, missioni popolari per la salvezza delle anime. Questi i sogni-desideri che ho nel cuore.

2) Il timore che mi accompagna  come dici tu, ha una radice profonda, e sono certo che i motivi che hai elencato siano la causa del -freno a mano- tirato della mia vita spirituale. Li elencherò come meglio li vivo. Ho un amicizia con Gesù fatta di una certezza di fondo al cuore -io amo  Gesù  e senza di lui nella mia vita non posso vivere- lui è la mia strada, lui il mio Salvatore, Lui perdona , sana e libera, lui è il mio Dio. Ciò nonostante prego forse poco e male, dico il rosario, ma a volte per giorni non lo dico, dedico la mezzoretta della lectio divina giornaliera e se posso frequento Gesù in piccole adorazioni quotidiane pur se di passaggio, nella giornata, e secondo i turni di lavoro. Mi confesso spesso ogni settimana o massimo ogni 15 giorni. La messa la frequento ogni domenica raramente in maniera quotidiana. La vita di grazia nella "purezza" è stata sempre stato il mio maggior peccato, avendo la fidanzata, capita sempre che una volta e due volta al mese possa cadere in un atto impuro, talora quando (come spesso succede) riesco a superare il mese senza peccare almeno praticamente, ma  non manca che le -pulsioni naturali- fanno sentire tutta la propria forza e non manco di peccare in desideri pensieri e parole. Ho notato che il mio miglior dono ricevuto da DIo sia la "Passione" questa si manifesta come forza incredibile, di riuscita in tutto ciò che faccio, nel mondo lavorativo e anche caritativo, ottenendo massimi risultati. Nel mondo della predicazione e catechesi quando mi è capitato diventa forza che converte. Dall’altra parte questo mio maggior pregio indirizzato nella caduta del "piacere della carne" diventa il mio miglior difetto. Chi mi salverà da questo corpo di morte… diceva San Paolo?. Su questo punto della mia fragilità sulla purezza ho tanto riflettuto, capendo veramente che questo tipo di peccati snervano e tolgono forza alla volontà nel decidere. Forse è proprio questo il motivo della mia fragilità e mancanza di forza nel salto. A tal proposito però leggevo…in un bel testo di discernimento vocazionale " LA VITA E’ AMARE" di Raimondo Bardelli (un grande profeta Padre Cappuccino che per trenta anni ha fatto discernimento vocazionale a giovani su tre continenti) edizioni Elledici a pag. 160 parlando dei segni ambivalenti delle due vocazioni cosi scriveva: 
"Non è segno di chiamata chiara al matrimonio un forte desiderio d’intimità che si esterna prevalentemente attraverso un forte desiderio della carne"(sesso). Sovente ciò è interpretato come un’inequivocabile chiamata al matrimonio; occorre invece operare una chiarificazione, ciòè accertarsi se sia una domanda della sessualità o semplicemente del sesso. Non si deve mai dimenticare che il sesso racchiude in sè la corruzione del peccato originale e sovente di quelli personali, per cui non è una voce valida per scoprire la propria vocazione. E’ nel cuore della tua sessualità che trovi la vera domanda d’amore quindi la tua vocazione. Anche se sei tormentato da un forte desiderio carnale, puoi scoprire come  esigenza intima della tua sessualità l’amore verginale,e, con l’aiuto che Dio non nega a nessuno puoi realizzarla pienamente".
Io mi trovo, sicuramente  "in uno stato altalenante a proposito di grazia (cadute ripetute e continue)" almeno in quei peccati che ti dicevo possono ripetersi se ne ho l’occasione di caduta, avendo ancora una ragazza. Forse più di San Paolo, con una spina nella carne… forse con più forza di peccato di lui, che stava andando per la via di Damasco ad uccidere i Cristiani… questa contraddizione basta per non essere pronti al seminario o convento? Dio chiama solo se si è pronti? Pure se ho compreso e che le guide hanno confermato ho dei segni chiari vocazionali , attrazione e desiderio? 
Grazie pure, Seguirò il tuo consiglio nelle pratiche penitenziali che menzionavi con lo scopo di fortificare la mia vita di fede e di grazia.
Attendo tua nuova risposta a questo email. Ringraziandoti in Cristo e Maria.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. sono contento del tuo impegno molto attivo all’interno della Chiesa e di quanto finora hai fatto per la dilatazione del Regno di Dio, soprattutto nel cuore dei giovani.
Quello che tu chiami “sogno” e nel quale ti immedesimi è certamente un segno che può essere interpretato come un segno di vocazione.
È vero che corsi di catechesi si possono fare anche da laici. Ma mi pare di intravedere in te un desiderio di dedizione totale ai tuoi fratelli.

2. C’è tuttavia una spina nella carne e in riferimento ad essa mi poni alcune domande.
La prima: se  “questa contraddizione basti per non essere pronti al seminario o convento?”.
Posso dire che allo stato attuale è certamente un impedimento ad entrare subito in seminario o in convento.
Non si può passare da un giorno all’altro dal fidanzamento al Seminario.
Di fatto – sotto questo aspetto – non sei pronto.
C’il rischio di fare un colpo di testa e di trovarti fuori convento o seminario il giorno dopo.
Inoltre credo che nessun seminario o convento accetti la proposta di entrare subito.
Credo che sia necessario un tempo di verifica.

3. Mi domandi se “Dio chiami solo se si è pronti?”
La mia risposta è la seguente: Dio chiama anche se non si è pronti.
San Paolo, ad esempio, era pronto a fare tutto il contrario di quello per che il Signore lo stava per chiamare.
Dio dunque può chiamare anche se non si è pronti. Ma, appena percepita la chiamata, bisogna rendersi pronti.

4. Da parte mia posso dire che nella tua vita colgo diversi segni della tua chiamata.
Questi partono dall’attrazione, dal desiderio, dal “sogno”  per giungere anche a quanto ti hanno detto con autorevolezza le tue guide spirituali.
Mi pare che tutti questi segni possano portare quasi ad una certezza morale che tu sia chiamato.

5. Che cosa devi fare dunque per renderti pronto?
Prima di dirti che cosa devi fare, ti dico subito che sono contento che tu abbia deciso di seguire il consiglio sulle pratiche penitenziali.
Ma c’è un’altra cosa che a parer mio è indispensabile ed è questa. Devi dire alla tua ragzza, che suppongo sia al corrente della tua chiamata, che adesso è giunto il momento di prendere una decisione. E che per prendere questa decisione ci vuole una “par condicio”.
La par condicio è la seguente: come non entri subito in seminario perché sarebbe del tutto imprudente (e poi certamente in questo momento nessuno ti accoglierebbe da un momento all’altro), sicché opti per una sospensione dall’entrare subito in seminario, così – proprio perché vi sia la par condicio – ti chiederei di separarti dalla tua ragazza per un tot di mesi al fine di poter fare un serio e decisivo discernimento senza essere condizionato dalla pulsione delle emozioni derivanti dallo starle vicino o anche per quelle derivanti dagli atti impuri.
In questo distacco da ambedue le parti, coltivando la castità e il tuo rapporto col Signore, potrai valutare con maggiore serenità la chiamata del Signore.
Certo che se vivessi questo periodo con particolari bruciori per quanto riguarda la purezza, allora bisognerebbe concludere con San Paolo che piuttosto di ardere è meglio sposarsi (1 Cor 7,9).
Dovrai però fare ogni sforzo per vivere nella purezza e per trovarti nella condizione comune di chi entra in seminario o nella vita religiosa.
Solo così sarai pronto a rispondere alla chiamata non tanto con parole o desideri, ma con i fatti.

6. Domani celebriamo la festa di tutti i Santi. Sant’Agostino si è deciso per la continenza perfetta e per la santità guardando alla moltitudine di persone semplici ha detto: “Se questi e quelli (ce l’han fatta a diventare santi) perché non anch’io? (Si isti et illae, cur non ego?).
San Tommaso d’Aquino, alla sorella che gli chiese che cosa bisogna fare per diventare santi, rispose: “Basta volerlo”.
Con l’aiuto della grazia, anche tu puoi dire “lo voglio”.
Ti assicuro la mia preghiera e anche l’invocazione agli abitanti del cielo perché ti diano la forza di mettere in pratica il consiglio che ti ho dato. Solo così ti metti davanti al bivio, senza stare da una parte.

Ti auguro una buona festa e una felice comunione con la moltitudine di santi che il Signore ci presenta e coi i quali ci chiama a passare la nostra eternità.
Ti benedico.
Padre Angelo