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Quesito

Carissimo padre Angelo,
è sempre una gioia scriverle.
Arrivo alla domanda che non mi ha permesso di attendere oltre per scriverle.
L’argomento è l’atto eroico in favore delle anime del Purgatorio. Io ho sempre ceduto molto in passato in loro beneficio ma mai avevo ceduto “il tutto”.
A inizio novembre mi stavo interrogando in Chiesa, prima della Comunione, sul da farsi. Avevo fatto un video sull’argomento con l’esperienza di Don Dolindo Ruotolo (ma io ero indeciso e chiedevo una luce.)
Di colpo mi è venuta in mente una favola della gioventù che Santa Teresa di Gesù Bambino spesso raccontava. Il coniglio bianco che, inseguito dai cani del re, durante una battuta di caccia, alla fine fa una virata e salta in braccio al re, il quale da quel giorno non permise più a nessuno di toccarlo e lo proteggeva con cura. Santa Teresa diceva che Dio farà così con noi se inseguiti dalla sua giustizia salteremo fra le sue braccia di Misericordia. (…). Tutto questo mi è passato velocissimo alla mente. Così, appena fatta la Comunione ho professato il mio atto eroico per le anime del Purgatorio.
Inutile dire che ero ancora dubbioso e temevo si trattasse di suggestione. Volevo qualcosa in più. Appena uscito da una porta laterale della Chiesa ho visto in bacheca un foglio mai visto con sopra l’immagine sorridente di una Santa. Chi era? Esatto! Santa Teresa di Lisieux.  A questo punto tutto confermato e non ho revocato il voto.
Però, carissimo Padre Angelo, io sono fragile e a volte mi chiedo se sia pazzo e insensato orgoglio ciò che ho fatto!?  Allora metto tutto definitivamente nelle vostre mani.  Io non replicherò in alcun modo. Se lei dirà “sì” è sì …. Se lei dirà “no” è no!!!  Non voglio fare altrimenti!  E so che lei mi parlerà in nome di Gesù. Tale è la mia fiducia che, anche se non mi pervenisse mai una vostra risposta, ciò che voi penserete e stabilirete avrà valore definitivo agli occhi di Gesù. (…). Mi affido totalmente a voi, alle vostre preghiere e alle vostre benedizioni.  
Che il Signore la guidi sempre con dolce fermezza sulla via della santità.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. a proposito dell’atto eroico di carità per le anime dei defunti mi piace riferire quanto su questo argomento ha scritto San Giuseppe Allamano, fondatore dei missionari della Consolata, canonizzato di recente da Papa Francesco:
“L’Atto eroico di carità consiste nel mettere nelle mani della Madonna tutte le opere soddisfattorie che facciamo noi e che altri faranno per noi dopo morte, perché tutto disponga in favore delle anime del Purgatorio.
Ci spogliamo di tutto in favore delle medesime; alla nostra morte, il Signore ha diritto di non applicare a noi alcun suffragio, avendolo noi ceduto in favore di altre anime.
Per questo è detto eroico.
È come chi per liberare uno schiavo, si mette lui al suo posto.
Ci vuole certo dell’eroismo e perciò bisogna rifletterci su prima di farlo.
Santa Geltrude l’aveva fatto ed ecco comparirle il demonio, che le dice: «Hai fatto un bel lavoro! Hai dato tutto agli altri e così starai tu in Purgatorio fino al dì del giudizio!». La Santa sentì un po’ di pena, ma Nostro Signore subito la rassicurò con dirle: «Questo Atto vale di più di quanto avresti potuto fare per te!»”.

2. Sì, ci vuole del coraggio, ma “è donando che si riceve”, come amava ripetere San Francesco.
Penso che San Giuseppe Allamano l’abbia fatto, diversamente non avrebbe proposto ad altri di fare quello che lui per primo non faceva.

3. Accettare di stare in purgatorio fino alla fine del mondo a beneficio delle anime del Purgatorio è proprio come sostituirsi ad uno schiavo, mettersi al posto suo.
Ma un atto di amore del genere è così grande, così puro e così generoso da bruciare ogni scoria di peccato e spalancare la porta del Paradiso.

4. La Chiesa nel suo magistero ha parlato dell’atto eroico di carità a vantaggio dei defunti.
La Sacra Congregazione delle indulgenze, che oggi non esiste più perché è stata accorpata per la sua parte alla Penitenzieria Apostolica, nella Raccolta di Orazioni e Pie Opere, edita nel 1898, lo definisce come “una spontanea offerta in suffragio delle anime del Purgatorio che il fedele fa a Sua Divina Maestà di tutte le sue opere soddisfattoriein vita e di tutti i suffragi che gli può ricevere dopo morte)” (n. 302; decreto della Sacra Congregazione delle Indulgenze. 19 dicembre 1885).

5. Per comprendere la portata di questa affermazione è necessario ricordare che ogni azione compiuta in stato di grazia comporta un triplice effetto: meritorio, soddisfattorio e impetratorio.

6. L’effetto meritorio consiste nell’aumento di grazia, di santità e conseguentemente anche della gloria in paradiso dovuto alle opere buone compiute in grazia di Dio. 
Questo effetto meritorio è personale e inalienabile, è un tesoro che uno si porta dietro con il proprio grado di santità.

7. L’effetto soddisfattorio consiste nella capacità delle nostre azioni compiute in grazia di Dio di espiare la pena temporale dovuta al peccato.
Il motivo è questo: come tutte le azioni di Gesù hanno avuto un effetto soddisfattorio, essendo egli il nostro Redentore, così anche tutte le azioni di chi è innestato in Lui mediante la grazia, oltre ad avere un effetto meritorio per se stessi, hanno anche un effetto soddisfattorio. 
Pertanto hanno la forza di espiare la pena temporale dovuta al peccato.

8. Vi è poi l’effetto impetratorio che consiste nel potere delle nostre azioni compiute in grazia di intercedere e di supplicare per ottenere grazie da Dio per se stessi e per gli altri.

9. Ebbene, l’atto eroico di carità ha per oggetto la donazione del valore soddisfattoriodelle nostre azioni e anche dei suffragi che possiamo ricevere dopo morte.
Pertanto si continua a meritare per se stessi e si continua a offrire le proprie azioni a Dio onorando le sue opere più belle, che sono costituite dalla Beata Vergine Maria e dai vari Santi.

10. Per notare un esempio: se con l’atto eroico di carità per i defunti fai celebrare delle Messe per una determinata causa non perdi nulla del potere santificante per la tua anima che segue da questo atto, né perdi nulla nell’efficacia dell’intercessione.
Ti espropri invece dell’efficacia soddisfattoria che segue da un’azione così santa. Te ne espropri a favore delle anime del Purgatorio.

11. Questa donazione trae la sua forza dalla Comunione dei Santi.
La Sacra Congregazione delle Indulgenze nel decreto del 20 febbraio 1907 dice che l’atto eroico è per sua natura e perpetuo. Tuttavia può essere revocato in qualsiasi momento senza alcun peccato.
E in questo si distingue dal voto.
La Sacra Congregazione raccomanda di ravvivare frequentemente l’atto eroico di carità per le anime del Purgatorio per tener viva la devozione e di affidarlo alla Madonna perché è stata costituita mediatrice e dispensatrice di grazie.

12. Va ricordato infine che con un così grande atto di carità, accresci la carità e con questa accresci il merito davanti a Dio e la gloria del Paradiso.
Accresci anche il valore soddisfattorio delle tue azioni e nello stesso tempo l’effetto impetratorio.
Pertanto hai tutto da guadagnare.
Non posso che lodare l’atto che hai compiuto.
Ti raccomando di ravvivarlo frequentemente, come dice pure la congregazione delle indulgenze, per tenere viva la devozione e la tensione alla perfezione della carità.

Ti ringrazio di avermi dato la possibilità di parlare in maniera più diffusa di questo atto eroico per i defunti, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo