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Quesito
Caro Padre Angelo,
Le scrivo in quanto mi attanaglia un dubbio. Per circa un anno, quando avevo 17/18 anni (ora ne ho pochi di più), mi sono allontanato dalla Chiesa Cattolica in quanto mi sono fatto “imbrogliare” dalle menzogne di alcuni personaggi riguardo la Bibbia e la storia della Chiesa. Purtroppo la mia pregressa ignoranza in merito mi ha reso vulnerabile ai loro raggiri.
Durante il periodo di circa un anno ho avuto seri dubbi riguardo il cattolicesimo, prima sfiorando l’agnosticismo, poi intraprendendo un percorso di ricerca della mia strada. In questo cammino mi sono interessato a diverse religioni, principalmente alle diverse denominazioni cristiane, prendendo anche contatti con alcune comunità religiose non cattoliche (per puro scopo informativo). Ci tengo a precisare di non aver mai aderito a nessuna religione al di fuori del cattolicesimo.
Fortunatamente alla fine sono ritornato sulla retta via, comprendendo che l’unica vera strada verso Dio è la Chiesa Cattolica.
Ovviamente durante il sacramento della riconciliazione ho chiesto perdono per questo mio allontanamento momentaneo e sono stato assolto da un sacerdote.
Negli ultimi giorni però, frequentando come mia abitudine dei forum cattolici di discussione, mi sono imbattuto in un argomento che non conoscevo: la scomunica latae sententiae.
Ho scoperto che questa colpisce la persona nel momento stesso in cui compie l’atto (cosa che ignoravo) e che non basta l’assoluzione di un comune presbitero.
Mi è sorto il dubbio se io sia caduto o meno nel peccato d’apostasia e se sia stata sufficiente l’assoluzione del parroco.
Informandomi ho scoperto che l’apostata, l’eretico e lo scismatico incorrono nella scomunica latae sententiae (tra le altre cose) se si ha un abbandono pubblico e notorio della fede (mi corregga se sbaglio).
Oltre alla domanda in generale se io abbia o meno commesso peccato d’apostasia, le domando cosa voglia dire “abbandono pubblico e notorio della fede” e se il mio caso rientri in tale fattispecie. Nel periodo sopra descritto mi è capitato di esternare i miei dubbi a dei miei amici o famigliari ma non ho mai ne aderito ad alcuna altra religione ne ho mai commesso qualcosa di simile all’abiura.
Attendo con ansia la sua risposta e la ringrazio in anticipo.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
mi dispiace risponderti da quasi un anno di distanza. Ma solo oggi sono giunto alla tua mail. Te ne domando scusa.
1. Una prima risposta al tuo quesito giunge, sebbene indirettamente, dal confessore stesso.
Dal momento che ti ha assolto e non ti ha detto niente, significa che non sei incorso in alcuna censura.
Diversamente te l’avrebbe fatto notare.
2. Per abbandono pubblico e notorio significa che con il tuo comportamento e con le tue dichiarazioni hai rotto definitivamente e su tutta la linea con la Chiesa cattolica.
Per apostasia si intende infatti il rifiuto totale della fede cristiana.
3. Nel tuo caso si tratta invece di pensieri o di ricerche personali, che sono sempre legittimi anche per approfondire meglio la propria fede.
Di fatto per te il riscontro con altre religioni e con alcune comunità religiose non cattoliche ti è stato di grande aiuto.
4. Mi preme tuttavia dire che non sei incorso in alcuna censura perché “de internis non iudicat Ecclesia”.
Ciò significa che la Chiesa nella sua disciplina, vale a dire con il codice di diritto canonico in mano, giudica solo gli atti esterni.
Degli atti interni e delle ricerche personali si risponde in confessionale.
5. Va distinto pertanto il cosiddetto foro interno da quello esterno.
Il foro esterno è l’ambito delle relazioni sociali e del bene comune.
Questo è l’ambito delle sanzioni pubbliche come quelle della scomunica, della sospensione e dell’interdetto.
Il foro interno invece è l’ambito privato dei fedeli e del bene particolare.
Su questo esercita potestà il confessore.
Pertanto puoi stare sereno.
Ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo