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Quesito
Buongiorno Padre Angelo,
spero che stia bene e che abbia passato una Pasqua ricca di grazie!
Le scrivo perché in questi giorni sto approfondendo, grazie alle Sue risposte, il tema della creazione. Ho però un dubbio.
Mi sembra di aver capito che l’uomo, a differenza degli animali che non erano nell’Eden, sia stato preservato dalla morte e dalla malattia (prima del peccato originale ovviamente).
Tuttavia sono giunto a questa conclusione: ma allora la morte e la malattia sono state create da Dio! Perché gli animali fuori dell’Eden dovevano morire?
La ringrazio se avrà tempo e voglia per rispondermi.
Luca D.
Risposta del sacerdote
Caro Luca,
1. il problema che ti inquieta non è di poco conto ed è già stato affrontato da San Tommaso.
Per affrontarlo bene va precisato subito l’ambito del nostro discorso: qui stiamo parlando della morte delle realtà viventi sulla terra prima del peccato originale.
Pertanto è escluso il tema della morte dell’uomo.
2. Certamente Dio avrebbe potuto creare delle realtà viventi (vegetali e animali) che non morissero.
Ma in tal caso non avrebbe dovuto donare a questa realtà la capacità di riprodursi perché diversamente avrebbero sovraffollato la terra al punto da soffocarsi vicendevolmente.
3. Dio ha creato tutte le realtà inferiori in vista dell’uomo.
E proprio perché l’uomo se ne servisse secondo le sue necessità, ha dato a tutte queste realtà la capacità di riprodursi. Ma la generazione di una realtà nuova presuppone la corruzione di qualcosa di precedente.
Anche i due gameti maschili e femminili devono perdere la propria identità se vogliono fondersi e generare un essere nuovo.
Per questo quando frequentavo gli studi di filosofia nell’Ordine domenicano ci insegnavano che corruptio unius est generato alterius, la corruzione di una realtà ne genera un’altra.
4. Indubbiamente la capacità di riprodursi è un bene, è una perfezione.
Proprio in vista di questa perfezione Dio ha voluto che tutte le realtà inferiori fossero capaci di generazione e di corruzione.
5. Si può dire che in questo caso Dio abbia voluto il male?
Va specificato subito che qui non si tratta di un male morale o di una cosa difettosa, ma di un male fisico.
Questo male fisico Dio l’ha voluto proprio per il bene dell’uomo e per la perfezione dell’universo.
D’altronde, la consumazione dei frutti della terra richiede necessariamente la morte della realtà di cui si nutre.
Non si tratta di un male morale, ma di un male fisico, del venir meno di una realtà in vista della perfezione dell’universo.
6. Dio avrebbe potuto dare l’immortalità a tali realtà viventi.
Ma l’uomo come avrebbe fatto a nutrirsi?
Ripeto, nulla vieta che Dio potesse dare l’immortalità a tutte le realtà viventi. Ma poiché le ha fatte in vista dell’uomo, le ha dotate di generazione e di corruzione, in modo che l’uomo sempre ne avesse a disposizione.
7. Ecco la risposta di San Tommaso: “Dio, come la natura e qualsiasi altro agente, fanno il meglio per il tutto, non il meglio per ogni parte, ma in ordine al tutto. (…).
Ed è meglio e più perfetto che nell’universo delle creature siano contenuti degli esseri che possano declinare dal bene e che perciò vengano meno.
Dio non lo impedisce questo evento, perché non è proprio della Provvidenza distruggere la natura, ma conservarla” (Somma teologica, I, 48, 2, ad 3).
8. In altre parole Dio avrebbe potuto creare un universo senza corruzioni naturali, con corpi immortali, nel quale vegetali e animali non potevano morire e non potevano consumarsi fra di loro. Ma non sarebbe stato effettivamente un universo migliore perché nel suo insieme sarebbe stato meno perfetto.
9. Scrive ancora San Tommaso: “Un universo nel quale non ci fosse alcun male non conterrebbe tanta bontà come questo universo poiché non ci sarebbero in esso tante nature buone come in questo, in cui esistano alcune nature buone alle quali non aderisce il male, e altre alle quali aderisce. Ed è meglio che esistono entrambe le creature piuttosto che una sola di esse” (Commento alle Sentenze di Pietro Lombardo, I, d. 44, q.1, a.2, ad 5).
10. Questo non implica che Dio sia causa del male come se avesse fatto una cosa difettosa, come ad esempio un animale che zoppica o una casa che crolla, ma perché dispone di trarre dal venir meno di un essere materiale un bene più grande.
Tanto più perché ogni singola realtà materiale ha un’esistenza più perfetta nella mente di Dio che in se stessa, perché in se stessa vive in maniera provvisoria, nella mente di Dio invece in maniera eterna.
Scrive infatti San Tommaso: “Assolutamente parlando, le cose naturali hanno un essere più vero in Dio che in se stesse, perché nella mente di Dio hanno l’essere increato, in se stesse, invece, l’essere creato” (Somma teologica, I, 18, 4, ad 3).
Augurandoti ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo