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Quesito
Buongiorno,
mi sono chiesto il senso di questa lettura di Isaia versetto 65,17-21 che riesco a comprendere fino ad un certo punto mi spiego: Ho capito che la prima parte tutto si svolgerà nel nuovo mondo che il Signore ci preparerà questo mondo nuovo dove non ci sarà più sofferenza, ma mi chiedo perchè Isaia poi dice che il più giovane morirà a cento anni e chi non raggiunge i cento anni sarà considerato maledetto. Fabbricheranno case e le abiteranno, pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto».
E come se nell’atro mondo ricominceremo con morte e sofferenze umane? In pratica mi sembrano due discorsi diversi,
Grazie
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. in questi versetti Isaia descrive la pace della vita futura nella quale Dio creerà cieli nuovi e terra nuova.
Ecco il testo: “Ecco, infatti, io creo nuovi cieli e nuova terra; non si ricorderà più il passato, non verrà più in mente, poiché si godrà e si gioirà sempre di quello che sto per creare, poiché creo Gerusalemme per la gioia, e il suo popolo per il gaudio.
Io esulterò di Gerusalemme, godrò del mio popolo. Non si udranno più in essa voci di pianto, grida di angoscia.
Non ci sarà più un bimbo che viva solo pochi giorni, né un vecchio che dei suoi giorni non giunga alla pienezza, poiché il più giovane morirà a cento anni e chi non raggiunge i cento anni sarà considerato maledetto.
Fabbricheranno case e le abiteranno, pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto” (Is 65,17-21).
2. Questo passo è in parallelo con quanto il profeta Isaia aveva già annunziato: “Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà” (Is 11,6).
3. Alcuni (ad esempio Lattanzio, Instituzioni, 7,24) hanno cercato di interpretare in maniera letterale quanto dice il profeta Isaia.
Ma secondo San Girolamo costoro “russano in profondissimo sonno” (Commento a Isaia 11,6).
4. Secondo San Girolamo la pace messianica sarà istaurata inizialmente con la venuta di Gesù Cristo: allora le nazioni barbare e feroci, deposta la loro ferocia naturale, si addolciranno e collaboreranno all’unità della fede e della Chiesa, assieme agli agnelli, e cioè ai cristiani umili e semplici.
Così è stato San Paolo che prima della conversione spirava minacce e furore contro i cristiani. Ma dopo la conversione diventò mite e abitò con gli agnelli, e cioè con San Pietro e San Giovanni.
5. Ugualmente la grande varietà di umori e di caratteri che si osservano tra gi uomini, per cui gli uni assomigliano a leoni per la loro arroganza e gli altri ad agnelli per la loro mansuetudine, non impedirà che formino tutti insieme un cuore solo ed un’anima sola: perché la grazia combatterà in ciascuno di essi i difetti del temperamento e lo spirito di Dio farà sentire loro che essi sono tutti membri gli uni degli altri.
Isaia vuol dire dunque che la grazia portata da Cristo procurerà l’unione e la concordia degli individui e delle nazioni e per conseguenza la prosperità e la pace.
6. La pace messianica si realizzerà invece in maniera piena nella vita futura e viene descritta come un ritorno alla felicità del paradiso terrestre.
Si parla pertanto di creazione di cieli nuovi e di terre nuove dove la gioia e lo splendore delle cose saranno così grandi da far dimenticare il passato, che non verrà più a turbare la mente: “non si ricorderà più il passato, non verrà più in mente”.
7. Anche la longevità di cui si parla non va intesa in senso materiale, ma allegorico: si tratterà di una vita felicissima in cui Dio stesso sarà la nostra longevità, la nostra eternità.
L’aveva già promesso Mosè: “Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore, tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità, per poter così abitare nel paese che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe” (Dt 30,19-20).
8. Così pure il fabbricare case e il piantare vigne non significano il ritorno alle fatiche della vita precedente, ma la realizzazione della promessa di prosperità.
Mosè aveva detto al popolo: “Abbiate cura perciò di fare come il Signore, vostro Dio, vi ha comandato. Non deviate né a destra né a sinistra; camminate in tutto e per tutto per la via che il Signore, vostro Dio, vi ha prescritto, perché viviate e siate felici e rimaniate a lungo nella terra di cui avrete il possesso” (Dt 5,32-33).
9. Come vedi, c’è anche per noi, per dirla con San Girolamo, il rischio di russare in un sonno profondo se volessimo vedere la realizzazione della promessa di Dio secondo un computo materiale.
Nella nuova creazione vivremo per sempre nella pace e nella comunione perfetta.
E saremo operosi senza faticare, come avviene attualmente per gli abitanti del Cielo.
Con l’augurio che tutto questo si realizzi anche per te, ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo