Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro padre Angelo,
Le scrivo per parlarle di una questione che da un po’ di tempo non mi da pace e ha fatto tramontare il sole sul mio modo di vedere l’amore.
L’ho sempre visto così: io mi sposo (invento un nome) con Margherita e quando io o Margherita muoriamo la nostra unione rimane in maniera più alta perché spiritualmente trasfigurata. In altre parole rimaniamo “una sola carne”, legati per sempre.
L’altra volta, girando su TikTok, ho trovato un passo della lettera ai Corinzi di San Paolo. Mi sono documentato sul suo sito (prima di disturbarla con questa mail ho verificato se la risposta ci fosse) e ho visto che la Chiesa permette le seconde nozze in caso della morte di uno dei due coniugi. Mi è crollato il mondo. 
Quindi se uno dei due muore cessa di essere una sola carne con il coniuge ancora vivo? Se per esempio muoio io e Margherita si sposa con un altro mi abbandonerà?! Non sarò più “suo per sempre” ma ci sarà un terzo in mezzo. Io so che questa domanda venne posta a Gesù e Lui disse che non si prende né moglie né marito. Ma se la grazia non distrugge la natura ma la sana e la eleva, Margherita di chi sarebbe? Mia o di quello nuovo? O se Margherita si ammala e muore o se qualcuno la uccide, uccide non solo lei, ma anche il matrimonio, spezza la “sola carne” e finisce tutto…
E la persona nuova? Diventerà una nuova sola carne con lei e mi butterà fuori, giusto?
 È vero che di là Dio solo ci basterà e che il matrimonio è nell’ordine dei mezzi ma perché la sola carne si deve dividere? Perché può arrivare un’altra persona dopo che quella persona si è donata in totalità? Perché non possiamo essere “sposati” (per usare un termine umano) anche in Cielo? Dovremmo fare il matrimonio a tre?
Io vorrei questa esclusività, la sopravvivenza del nostro vincolo, della nostra unione, del nostro amore anche lassù!
Forse l’amore sponsale non è così esclusivo, forse non è così forte da saper superare anche le barriere della morte… forse fino ad ora mi sono fatto solo illusioni.
La saluto e la ringrazio in anticipo.


Risposta del sacerdote

Carissimo, 
1. è vero che riconosci la distinzione tra l’ordine dei mezzi e il fine.
Vediamo come si possa applicare concretamente alla vita futura.

2. Già nella vita presente tutti dobbiamo essere una cosa sola, come ha detto Nostro Signore: “Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi” (Gv 17,21); “E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa” (Gv 17,22).
Nella vita presente siamo una cosa sola in virtù della carità, per cui i meriti dell’uno diventano i meriti degli altri.
Sicché già nella vita presente tutto quello che tu dai a tua moglie, in virtù dello Spirito Santo viene fatto circolare tra tutte le altre membra del corpo mistico di Cristo, diventando così merito per tutti.
Scrive San Tommaso: “La virtù dello Spirito Santo, mediante l’unione della carità, rende intercomunicanti i beni delle membra di Cristo” (Somma teologica, III, 82, 6, ad 3). E: “Come in un corpo naturale l’operazione di un membro si volge a vantaggio di tutto il corpo, così accade nel corpo spirituale che è la Chiesa. E siccome tutti i fedeli formano un solo corpo, il bene dell’uno viene comunicato all’altro. «Noi siamo tutti membra gli uni degli altri» (Rm 12,5). È la cosiddetta comunione dei santi (communio sanctorum)” (Commento al Credo, art.10).

3. Nella vita futura l’unità sarà perfetta perché Dio sarà tutto in tutti, sicché se per ora l’unità è solo iniziale, di là invece sarà perfetta: saremo tutti una cosa sola, con donazione totale e vicendevole delle nostre opere e dei nostri meriti in Dio.

4. Il legame particolare con tua moglie rimarrà, perché rimarrà tutto il bene che hai fatto con lei. Rimarrà e verrà moltiplicato in tutti i santi.
L’esclusività dell’amore nella vita presente è in funzione di una donazione ancora più grande, dove si vedrà chiaramente che da soli non si sarebbe potuto donare tutto ciò che si è donato.
Rimarrà anche il legame particolare con l’eventuale seconda moglie, per ridondare anch’esso a beneficio di tutti, compresa la prima moglie. La quale non se ne adombrerà perché vedrà chiaramente che tutto quanto viene fatto nella vita presente è in funzione della comunione dei Santi in paradiso.

5. Pertanto non verrà meno nulla. Si realizzerà in pienezza ciò che già di qua stiamo facendo senza averne sufficiente avvertenza.
Tutti riceveranno il bene che hai compiuto con tua moglie. Con la prima e anche con la seconda. Per questo il legame particolare rimarrà.

Ti benedico, ti auguro un sereno prosieguo di queste liete feste natalizie e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo