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Quesito

Gentile padre Angelo,
Le faccio una domanda un po’ bizzarra: in cosa consiste l’inferno?
Innanzitutto: è un luogo fisico? Le sofferenze saranno di tipo fisico?
Vede, la maggioranza delle persone credo non abbia le idee chiare…
Nei Vangeli vi sono diverse frasi che si riferiscono alla dannazione: si va dal famoso “pianto e stridore di denti” al “fuoco eterno”. Ora, da queste parole sembra piuttosto chiaro che le anime saranno sottoposte a una sorta di “tortura fisica”. Da più parti invece ne ho sentito parlare in modo molto eterogeneo. L’inferno sarebbe un posto in cui la sofferenza principale non è fisica, bensì data dalla mancanza dell’amore di Dio. Nel Catechismo si dice che la pena sta “nella separazione eterna da Dio”. In questo caso non si può parlare di interpretazione della frase di Matteo (25,41)? Lì si parla di dolori fisici o sbaglio? In base a cosa si è interpretato così?
In secondo luogo: che cos’è la Geenna di cui parla Gesù? Se non sbaglio si tratta di un luogo effettivamente esistito in cui ardeva sempre della cenere. Il Signore ha scelto a caso di fare questo paragone? Credo di no…
Può soddisfare queste personali perplessità? La ringrazio molto!
Un saluto ed una preghiera


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. L’inferno consiste essenzialmente nella separazione totale da Dio.
E poiché l’uomo è un essere composto di anima e di corpo all’inferno soffre nell’anima e nel corpo.
La ricongiunzione dell’anima col corpo ci è assicurata da Gesù stesso: “Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna” (Gv 5,28-29).

2. Tu mi dici che secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica la pena sta “nella separazione eterna da Dio”.
E allora ti chiedi come si possa interpretare Matteo 25,41 dove si parla anche di pene corporali: “Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli”.
Ma la tua citazione non è corretta. Infatti il Catechismo della Chiesa Cattolica parla di pene e di fuoco. E poi aggiunge: “La pena principale dell’inferno consiste nella separazione eterna da Dio, nel quale soltanto l’uomo può avere la vita e la felicità per le quali è stato creato e alle quali aspira” (CCC 1035).
Dicendo principale fa capire che ce ne sono delle altre.
In teologia si distinguono per i dannati due tipi di pene: quella del danno che è la più grave e consiste nella privazione di Dio e quella del senso (fuoco, rimorso…).

3. La Geenna è una valle che si trova a sud ovest di Gerusalemme.
Si tratta di una valle maledetta perché in antico, ai tempi dei re, si immolavano sacrifici al dio del fuoco Moloch. Vi furono anche sacrifici di bambini (Lv 18,21).
Giosìa. al tempo della sua riforma, maledì ufficialmente quel luogo (cfr 2 Re 23,10 e Ger 7,32; 19,6).
Più tardi quella valle fu utilizzata come luogo dove venivano bruciati i rifiuti di Gerusalemme, sicché il fuoco era continuo.
Proprio per questo (per la maledizione e per il fuoco eterno) era ben adatta a rappresentare l’inferno. E per il Nuovo Testamento (Mt 18,9) lo rappresenta.

4. Circa la localizzazione dell’inferno: nel nostro modo di parlare si usa l’espressione: si va all’inferno. E si dà l’impressione che sia un luogo.
Su questo punto il magistero della Chiesa non si è mai pronunciato.
San Gregorio Magno diceva: “Io non ardisco pronunciarmi alla leggera sulla questione dove sia l’inferno” (Dial. 4,42).

Ti ringrazio del quesito, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo