Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre Angelo,
ho bisogno di porgerle una domanda perché è da 16 anni che mi porto un "peso" dentro ed adesso vorrei esporlo a Lei per un suo parere.
Ho 35 anni. Tutto inizia il 26 agosto del 1991, giorno in cui parto per militare. Mio padre lavorava e non poteva accompagnarmi alla stazione per il treno. Si è reso disponibile un mio amico, Antonio, una persona veramente speciale (ha scelto il celibato per il regno di Dio, e non riuscendo nel Sacerdozio per motivi e di salute e per badare alla mamma malata, si è sempre interamente dedicato al servizio degli altri, alleviando le pene, ascoltando sempre tutti in qualsiasi ora, soprattutto la notte, portando avanti il club giovanile parrocchiale, con numerosissime attività ricreative e spirituali, ecc…) e mi ha detto che passava lui a prendermi in una determinata ora. Quando lui ritardava ed io cominciavo ad avere paura di perdere il treno, lui arriva, mi invita ad andare e mi dice con tono profetico: abbi più fede, perché hai dubitato? Da quel momento la mia testa comincia a pensare chi poteva essere costui per parlare così. Da allora fino ad oggi è come se mi leggesse il pensiero, ha spesso indovinato cose e situazioni mie, mi ha sempre consolato con delle promesse (ho avuto seri problemi di salute tra operazioni e nevrosi) che ce l’avrei sempre fatta nonostante dovessi portare la croce. Veramente spesso mi sono trovato in fondo al baratro, pensando anche al suicidio, ma mi sono trovato sempre lui. Una volta ero in preda ad un terribile senso di colpa che mi faceva impazzire. Di notte lo chiamai ed all’istante ha preso il telefono, per vergogna gli dico solo: che fai? E lui con tono serio mi dice: dai sali che aspettavo proprio te. Un’altra volta mentre dormivo stavo malissimo avevo paura di non farcela, ero disperato e (credendo alla Comunione dei Santi) lo chiamai dicendogli (interiormente, perché c’era mia moglie accanto): Antonio aiutami! Questa volta non ce la faccio! In poco tempo è tornato il sereno e la mattina appena sveglio mi arriva un sms: com’è  andata fratellino, ti sei calmato? Incredibile! Sembrano storie di Padre Pio ma è vero quello che le dico. Ecco, a differenza di Padre Pio, Antonio non mi ha mai fatto il miracolo di guarire, dicendomi che la mia è nevrosi e che devo essere io a reagire, il Signore da sempre mille aiuti ma dobbiamo smuoverci anche noi. In questo sono stato sempre deluso, ho sempre preteso la guarigione che non è mai arrivata, però devo ammettere che dove sono arrivato oggi (lavoro in un aeroporto scarico bagagli) non potevo mai immaginarlo. Le chiedo: può un uomo, per dono di Dio, leggere il pensiero? Sono un fissato? (anche se mi direbbero che lo sono so bene in quello che credo). Esagero nel pensare che Dio mi ha messo accanto un Santo per andare avanti? In quanto Padre spirituale e direttore di anime chiedo lumi a Lei e mi scuso per la lunghezza del testo.
Grazie infinitamente.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
nei casi che tu mi hai riferito si potrebbe trattare di pure coincidenze.
Ma quando queste coincidenze si ripetono si può pensare che ci sia qualcosa d’altro.
Se leggi la vita di san Domenico Savio scritta da don Bosco, si rimane colpiti dal fatto che questo ragazzo talvolta chiedesse a don Bosco di andare con lui per portare i Sacramenti ad un moribondo. E questo moribondo il nostro Domenico Savio non sapeva neanche che esistesse o dove abitasse.
E poi, accompagnato dal sacerdote, usciva di casa e andava nella direzione esatta guidato da un’illuminazione superiore.
San Tommaso d’ Aquino dice che è proprio degli amici confidarsi i propri segreti a vicenda. E osserva che non c’è da meravigliarsi che Dio abbia rivelato eventi segreti ai suoi amici.
Dio ha fatto così con Abramo, quando gli confidò che voleva distruggere Sodoma e Gomorra.
Gesù ha fatto così con Giovanni, che posava la testa sul suo petto, quando gli ha rivelato l’identità del traditore.
E allora, non mi meraviglio che il Signore, viste le tue necessità, abbia messo sui tuoi passi uno che ti possa aiutare.
Infine: non posso dire se Antonio sia un santo. La santità è data dalla vita di grazia e dal grande amore per Dio e per i fratelli. Mi auguro che lo sia e tu ne puoi avere diverse prove.
Ma non sono sufficienti le illuminazioni interiori per dire che uno è un santo, Queste conoscenze o lumi profetici il Signore li può dare anche a chi non è santo. Si tratta infatti di doni che Dio concede non per la santificazione personale, ma per il bene comune, per il bene degli altri.

Ti ringrazio, ti saluto, ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo