Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Rev.mo Padre Angelo,
mi chiamo …. Il mio quesito è questo: la confessione senza la prescrizione della penitenza da parte del confessore è valida o nulla?
Mi spiego meglio. Dopo una accurata, minuziosa e lunga preparazione ho sentito la necessità di fare una confessione generale, di tutta la mia vita, ad integrazione e completamento di tutte quelle confessioni fatte in passato. Mi sono recato da un sacerdote che, nel frangente, portava un pò di fretta. Mi ha ascoltato, mi ha dato i consigli del caso, regolare assoluzione da tutti i peccati, atto di dolore, ma senza penitenza.
La mia confessione, secondo Lei, è valida? La ringrazio se vorrà darmi qualche delucidazione.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. la confessione è valida perché la penitenza non è ad validitatem del sacramento, ma ad integritatem.
In altre parole, la penitenza non tocca l’essenza del sacramento perché per questo da parte del penitente è necessario che ci sia il pentimento e l’accusa dei peccati e da parte del sacerdote l’assoluzione.

2. Ma perché la grazia di questo sacramento porti meglio i suoi frutti di conversione e di purificazione viene data la penitenza da compiere che ha lo scopo di unirci con un atto personale all’espiazione dei nostri peccati compiuti da Cristo sulla croce e nello stesso tempo di eliminare o perlomeno  attutire le cattive inclinazione che permangono anche dopo la  confessione.

3. È dovere del sacerdote dare la penitenza perché diversamente rende mutilo il Sacramento e priva il fedele di tanti benefici spirituali.

4. Non dare di norma la penitenza è un arbitrio del sacerdote e certamente costituisce un peccato.
In  alcuni casi però il sacerdote potrebbe non dare la penitenza qualora vedesse nel penitente una grande contrizione dei propri peccati oppure perché il penitente ne ha già fatta parecchia per conto suo, come ad esempio nel caso di un lungo pellegrinaggio fatto a piedi, o per altri motivi.
Ma in genere è suo dovere darla.

5. Colgo l’occasione per ricordare quanto scrive San Tommaso a proposito della donna scoperta in flagrante adulterio che il Signore ha perdonato senza darle una penitenza:
“L’assolve quindi dalla colpa, senza imporle nessuna penitenza: perché nell’assolverla esteriormente e nel santificarla interiormente, ben poteva trasformarla tanto all’interno con un’efficace contrizione dei peccati, da renderla affrancata da ogni penitenza.
Però questo fatto non può diventare una consuetudine, cosicché si possa presumere di assolvere, sull’esempio di Cristo, senza confessione e senza dare una penitenza. Perché Cristo era al di sopra dei sacramenti, e poteva conferirne l’effetto, senza il sacramento.
Il che nessun puro uomo è in grado di fare” (Commento al Vangelo di Giovanni 8,11).

6. San Tommaso poi prosegue commentando le parole dette dal Signore: “Va, e d’ora in poi non peccare più».
Non disse alla donna: “Va, vivi come vuoi, e stai sicura della mia liberazione; e per quanto tu abbia a peccare, io ti libererò dalla geenna e dai tormenti dell’inferno.
Ma il Signore, il quale detesta la colpa, per non favorire i peccati condannò la colpa, senza condannare la natura, dicendo: «Non peccare più». Mostrava cosí quanto egli è dolce con la mansuetudine, e quanto è retto per la sua verità e giustizia” (Ib.).

7. Hai fatto bene a domandare al sacerdote la penitenza.
Può darsi che per la fretta si sia dimenticato di dartela.

Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo