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Carissimo Padre Angelo,
ho sentito il Sacerdote durante la Messa, affermare che Gesù è vivo e vegeto in mezzo a noi, proprio come duemila anni fa, in carne e ossa. Io in sessantacinque anni di vita, è la prima volta che lo sento dire. Ho sempre pensato che Gesù fosse in mezzo a noi Spiritualmente, anche perchè nel Credo recitiamo che è salito al Cielo, siede alla destra di Dio Padre Onnipotente e di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Vorrebbe chiarirmi un pò questo concetto? Ho molta confusione in testa.
La saluto cordialmente,
Giacomo


Caro Giacomo,
1. probabilmente si è equivocato su qualche espressione del sacerdote.
Se si intende in senso materiale che Gesù è vegeto in mezzo a noi e cioè che ha la sua vita vegetativa, che è presente come noi siamo presenti gli uni altri nel senso che lo possiamo toccare, vedere, sentire.. ebbene, questo non è vero.
Non è vero semplicemente perché non consta.

2. Il sacerdote forse voleva sottolineare che Cristo è realmente presente in mezzo a noi.
Ma in quale modo è presente?
San Tommaso scrive: “Sebbene l’ascensione abbia sottratto ai fedeli la presenza corporea di Cristo, ad essi tuttavia non manca la presenza continua della sua divinità, da lui espressamente promessa: “Ecco io sono con voi ogni giorno sino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Poiché, come spiega il Papa S. Leone Magno, “colui che è salito al cielo non abbandona quelli che ha adottato” (Sermoni 72,3)” (Somma teologica III, 57,1, ad 3).

3. Gesù con la sua Persona divina è presente dappertutto, sostenendo ogni cosa.
Ma poiché è risuscitato dai morti è presente in modo nuovo assicurando agli uomini il suo aiuto.
Scrive San Tommaso commentando Mt 28,20: “Promette il suo aiuto agli Apostoli e agli altri che svolgono un compito simile. Infatti Egli stesso pregando ha detto: non prego solo per questi, cioè i discepoli, ma anche per tutti quelli che mediante la loro parola crederanno in me (Gv 17,20). Per cui promette a tutti i in generale: Chi crede in me anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà anche di più grandi di queste” (Gv 14,12).
Così pure promette in ogni tempo, per cui dice: tutti i giorni fino alla fine del mondo”.

4. È presente con la sua persona in un’anima in grazia, nella quale abita come in un nuovo cielo.
A costoro Gesù si comunica, conversa con loro, riceve e dona la sua presenza, la sua persona, il suo amore, la sua parola…
È una presenza reale, personale, ma spirituale.

 5. Poiché è risuscitato dai morti è presente nell’assemblea dei fedeli quando si raduna per la celebrazione dei sacramenti. La Chiesa infatti è il suo corpo mistico. In essa abita e continuamente opera.
È presente in modo particolare nella persona del sacerdote che celebra, perché egli agisce in persona Christi. Ed è per questa sua presenza e per questa sua quasi immedesimazione che i sacramenti producono la grazia.
È presente e operante nella proclamazione della sua parola, sicché la sua parola è viva, efficace.

6. Ma in tutte queste presenze il Signore non è presente come è presente  nella SS. Eucaristia perché qui si rende presente col suo corpo glorioso.
Solo nell’Eucaristia Gesù si rende presente anche con il suo corpo.

7. Santa Teresa d’Avila scrive: “Un giorno dopo la Comunione, vidi chiarissimamente Nostro Signore mettersi vicino a me; quest’adorabile Maestro mi consolò con grandi disegni di tenerezza e fra altre cose mi disse: “Eccomi, figliola mia, sono io stesso, mostrami le tue mani”. Allora degnandosi di prendermele e di appressarle al costato, aggiunse: “Guarda le mie piaghe. Tu non sei senza di me, il termine della tua vita s’avvicina”.
Da certe cose che mi disse capii che dal giorno che salì al cielo egli non discese mai sopra la terra per comunicarsi agli uomini, salvo nel SS. Sacramento dell’Altare” (Relazioni spirituali, Favori celesti 15).

8. Ed ecco secondo San Tommaso in quale maniera Cristo si rende col suo corpo nell’Eucaristia: “In virtù del sacramento nell’Eucaristia è presente sotto le specie del pane non solo la carne, ma tutto il corpo di Cristo, cioè le ossa, i nervi e le altre parti consimili.
Ciò risulta dalla forma di questo sacramento, nella quale non si dice: “Questa è la mia carne”, bensì: “Questo è il mio corpo”.
Perciò nelle parole del Signore: “La mia carne è veramente cibo”, carne sta per il corpo intero, poiché essa secondo gli usi degli uomini è più adatta alla funzione di cibo: infatti comunemente gli uomini si cibano della carne degli animali, e non delle ossa o di altre parti del corpo” (Somma teologica, III, 76, 1, ad 2).
E ancora: “Avvenuta la conversione del pane nel corpo di Cristo o del vino nel sangue, gli accidenti dell’uno e dell’altro rimangono.
Risulta quindi chiaro che le dimensioni del pane e del vino non si convertono nelle dimensioni del corpo di Cristo, ma la sostanza si converte nella sostanza. Cosicché la sostanza del corpo o del sangue di Cristo è presente in questo sacramento in forza del sacramento, non così le dimensioni del suo corpo e del suo sangue.
E così è la sostanza del corpo e del sangue di Cristo che è presente in questo sacramento, non invece le dimensioni  del suo corpo e del suo sangue.
È quindi evidente che il corpo di Cristo è presente in questo sacramento secondo il modo della sostanza e non secondo il modo della quantità (per modum substantiae, et non per modum quantitatis).
Ora, la totalità propria della sostanza è contenuta indifferentemente in una quantità piccola o in una quantità grande: la natura dell’aria, p. es., è tutta intera in un volume di aria grande o piccolo, e la natura dell’uomo è tutta intera in un uomo grande e in uno piccolo.
Perciò anche in questo sacramento dopo la consacrazione è contenuta tutta la sostanza del corpo e del sangue di Cristo, come prima della consacrazione c’era contenuta la sostanza del pane e del vino” (Ib., ad 3).

9. Ecco dunque i vari modi in cui Cristo è presente.
Se s’intende “vegeto” come presente col suo corpo, sì, è presente anche col suo corpo solo nell’Eucaristia.
Ma, come si è detto, è presente per modum substantiae, nel senso che tutta la sua natura umana è lì presente.
Ma non è presente nelle sue dimensioni quantitative.

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo