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Quesito

Caro Padre Angelo,
vorrei porre alla sua attenzione un tema afferente i trapianti di organi.
Qual’è l’orientamento della Chiesa Cattolica a proposito?
Credo che si possa ritenere un atto di carità poter donare i nostri organi per aiutare a vivere una persona bisognosa e malata.
Approfitto per ringraziarla delle sue risposte ai visitatori del sito attraverso le quali ho chiarito molti dubbi.
Le assicuro un ricordo in preghiera nel Santo Rosario.
Un saluto
Francesco


Risposta del sacerdote

Caro Francesco,
1. Il Catechismo della Chiesa cattolica scrive: “Il trapianto di organi è conforme alla legge morale e può essere meritorio se i danni e i rischi fisici e psichici in cui incorre il donatore sono proporzionati al bene che si cerca per il destinatario” (CCC 2296).
Nello stesso numero afferma anche: “Il trapianto di organi non è moralmente accettabile se il donatore o i suoi aventi diritto non vi hanno dato il loro esplicito consenso” (CCC 2296).

2. Il trapianto di organi è giustificato dal fatto che in Cristo tutti formiamo un solo corpo.
E come è lecito sacrificare una parte per il bene del tutto, così da vivi è lecito donare un organo che non comprometta la vita del donatore e del ricevente, e da morti è lecito donare tutto purché non alteri l’identità del ricevente.
Gesù ha detto: “nessuno ha un amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13).

3. Pertanto è lecito donare da vivi uno degli organi doppi (ad es. un rene). La duplicità di certi organi sembra essere data da Dio non semplicemente per l’”essere”, ma per il “benessere” della persona.
Non è lecito invece donare organi la cui asportazione causa la morte del soggetto donatore (fegato, cuore…) o altera la personalità del ricevente (parti di cervello e gonadi).

Ti ringrazio per il quesito, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo