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Quesito
Caro Padre,
il mondo cattolico in effetti sembra diviso sull’escatologia intermedia e sulla conoscenza di Dio.
Giacomo Biffi (Linee di escatologia cristiana) dice che l’ipotesi di un coincidere dei 2 giudizi ecc… è una buona ipotesi.
Ratzinger prima di diventare papa nel suo libro (Escatologia) sembra più propenso a un aldilà in un certo senso temporale.
Don Novello Pederzini (Voglia di paradiso) dice che si crescerà nella conoscenza.
Escrivà diceva che Dio ci sazierà senza saziarci.
David Maria Turoldo diceva che si passerà di visione in visione.
Padre Livio Fanzaga nel suo libro (Cittadini del cielo) separa i giudizi, ecc…
L’elenco potrebbe continuare. In effetti c’è molta confusione e forse la chiesa non ha dato ancora una sua opinione lasciando aperto il dibattito.
Allora mi chiedo: se si entrerà nell’eternità i due giudizi, il paradiso e la parusia avverranno per il beato nello stesso istante?
Inoltre noi contempleremo in Dio sempre le stesse cose?
Luca.
Risposta del sacerdote
Caro Luca,
mi compiaccio anzitutto per la tua vasta lettura sui temi di escatologia.
In riferimento alle tue considerazioni, voglio ricordare un documento sull’escatologia pubblicato dalla commissione teologica internazionale in data 16 novembre 1991.
In questo importante documento viene riferito il parere di Lutero, il quale disgiungeva i due giudizi e affermava una escatologia intermedia. Talvolta diceva che i santi pregano per noi e talaltra che le anime dei defunti sono in un sonno profondo.
La commissione teologica ricorda anche il pensiero ortodosso, il quale sostiene l’escatologia intermedia, riconosce il culto dei santi e suffraga i defunti.
Dice poi che “quando la nuova tendenza (quella di far coincidere i giudizi, n.d.r.) cominciò a passare ad alcuni teologi cattolici, la Santa Sede, con una lettera inviata a tutti i vescovi (Recentiores episcoporum Synodi, del 17 maggio 1979), la considerò dissonante dal legittimo pluralismo teologico”.
Inoltre ricorda che la preghiera della Chiesa, che è regola per la fede (lex orandi est lex credendi), nella benedizione del sepolcro si esprime così: “Mentre il corpo del nostro fratello viene deposto nella terra, l’anima sia accolta in paradiso”.
Per l’anima si chiede subito il riposo e la vita eterna. Per il corpo invece si attende il ritorno glorioso del Signore alla fine del mondo perché lo risusciti.
Caro Luca, se noi guardiamo a queste realtà dal nostro punto di vista, che è quello temporale, tutto è logico.
Le cose si complicano quando si vuole guardare dal punto di vista dell’eternità, come fai tu. Ma per giudicare bene da questo punto di vista, bisognerebbe essere nell’eternità.
Per questo non dobbiamo dimenticare che il nostro concetto di eternità, come del resto anche il concetto che abbiamo dei vari attributi di Dio, è più negativo che positivo. E cioè diciamo più quello che non è che quello che è.
Alcuni autori da te citati, riprendendo affermazioni analoghe di Sant’Agostino, dicono che in paradiso passeremo di visione in visione.
Questo può far difficoltà col concetto di eternità. È vero.
Ma anche qui dobbiamo ricordare che si tratta di nostri modi di dire, i quali hanno tuttavia una fondamento nella realtà.
Poiché il concetto di eternità può generare l’idea di una fissità noiosa, il che sarebbe sbagliato, questi autori insistono sul fatto che il Paradiso è uno stupore senza fine.
Ti riporto anche quanto dice il Catechismo della Chiesa Cattolica:
“Ogni uomo fin dal momento della sua morte riceve nella sua anima immortale la retribuzione eterna, in un giudizio particolare che mette la sua vita in rapporto a Cristo, per cui o passerà attraverso una purificazione, o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo, oppure si dannerà immediatamente per sempre” (CCC 1022).
“Il Giudizio finale avverrà al momento del ritorno glorioso di Cristo. Soltanto il Padre ne conosce l’ora e il giorno, egli solo decide circa la sua venuta. Per mezzo del suo Figlio Gesù pronunzierà allora la sua parola definitiva su tutta la storia. Conosceremo il senso ultimo di tutta l’opera della creazione e di tutta l’Economia della salvezza, e comprenderemo le mirabili vie attraverso le quali la Provvidenza divina avrà condotto ogni cosa verso il suo fine ultimo. Il Giudizio finale manifesterà che la giustizia di Dio trionfa su tutte le ingiustizie commesse dalle sue creature e che il suo amore è più forte della morte” (CCC 1040).
Ti ringrazio per le domande, ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo