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Quesito

Buongiorno,
il sacerdote della mia parrocchia un giorno, durante l’introduzione alla Santa Messa , dal pulpito ha annunciato che nel pomeriggio una “pastora” della chiesa valdese avrebbe fatto una catechesi nell’oratorio della nostra chiesa. Terminata la Santa Messa mi sono recato dal sacerdote e gli ho fatto presente che Lutero fu scomunicato e che noi dobbiamo evangelizzare e convertire chi è nell’errore, non viceversa. Al ché il sacerdote mi fa presente le sue motivazioni. Proseguendo con il discorso ci spostiamo sulle differenze tra noi cattolici e loro, protestanti. Io faccio presente che per noi è fondamentale la Santa Eucaristia, essendo il corpo di Nostro Signore Gesù Cristo. Al ché il sacerdote dice testualmente: “L’Eucaristia non è Dio ma è un simbolo”.
Al mio citare le parole di Gesù “questo è il mio corpo… questo è il mio sangue..” lui risponde “eh sì… quindi se un topo entra nel tabernacolo e morde l’Eucarestia… morde Dio?”. Io sconcertato , rispondo “ovvio che Sì”. Al ché il sacerdote mi caccia come stesse parlando con un idiota.
Io ho perdonato i modi del sacerdote ma permane in me una domanda. So che se il sacerdote è in peccato mortale la messa da lui celebrata è valida. Ma se il sacerdote è eretico è lecito continuare a frequentare la Santa Messa celebrata da costui oppure è peccato?
Grazie della cortese attenzione.
Cordialmente,
Alessandro


Risposta del sacerdote

Caro Alessandro,
1. il tuo parroco ha invitato la pastora per un incontro ecumenico, di avvicinamento con quelli che dicono di professare la nostra stessa fede, ma ne rifiutano molte verità.
Non l’ha chiamata per convertire, ma per un dialogo.
Molte volte il dialogo ci fa apprezzare meglio le verità in cui crediamo.
E ci fa conoscere e apprezzare più da vicino persone che in perfetta buona fede non camminano con la Chiesa cattolica.

2. Probabilmente in seguito il parroco stesso nella sua predicazione avrà avuto modo di dire: “Avete sentito i valdesi, dicono così e così. Ma le Sacre Scritture dicono un’altra cosa”.
Oppure avrà detto: “Ma il Magistero della Chiesa, senza del quale non c’è corretta e garantita (dall’alto) interpretazione delle Scritture dice un’altra cosa”.
Inoltre va osservato anche che non la chiamava a parlare in Chiesa, ma nell’oratorio.
Molto probabilmente la pastora non avrà fatto un’arringa contro la Chiesa cattolica, ma sarà stata nel suo ambito: avrà commentato le Scritture. E se la pastora ha detto cose vere, queste andavano accolte, perché la verità da chiunque venga proferita viene dallo Spirito Santo. Così amava ripetere San Tommaso.

3. Inoltre non eri obbligato ad andare all’incontro. Per cui potevi fare a meno di prendere di petto il parroco, il quale ha reagito dicendo infine qualche cosa che andava meglio precisato.
Infatti ha detto: “L’Eucaristia non è Dio ma è un simbolo”.
Ora certamente i sacramenti sono dei simboli, dei segni sacri. Ma l’Eucaristia è un segno sacro nel quale è presente Dio.
E questo è così vero che noi davanti all’Eucaristia ci inginocchiamo e adoriamo. Diamo il culto di latrìa.
Alle immagini sacre, come ad esempio ad un crocifisso, non diamo il culto di latrìa, né lo adoriamo.
Qui il tuo parroco è stato impreciso nel suo modo di dire. E se crede davvero a ciò che ha detto, bisogna riconoscere che ha detto uno sproposito.
E, per usare la parola esatta, ha detto un’eresia.

4. Nella discussione poi è uscito con un’espressione (“allora il topo mangia Dio”) sulla quale San Tommaso aveva fatto le sue giuste osservazioni.
Eccole: “Anche nell’ipotesi che un topo o un cane mangi un’ostia consacrata, la sostanza del corpo di Cristo non cessa di essere sotto le specie finché quelle specie rimangono, ossia nelle condizioni adatte per la sostanza del pane; come resterebbe, se l’ostia fosse gettata nel fango” (Somma teologica, II, 80, ad 3).
A questo punto San Tommaso fa un’analogia con quelli che hanno crocifisso il Signore e dice: “E questo non può menomare la dignità di Cristo, che volle essere crocifisso dai peccatori, senza compromettere per questo la propria dignità; tanto più che il topo o il cane vengono a contatto con il corpo di Cristo non nel suo stato naturale, ma solo secondo le specie sacramentali” (Ib.).
Ciò significa che nella particola consacrata mangiata dal topo (l’esempio a noi pare strano, ma nei primi secoli del cristianesimo quando l’Eucaristia veniva portava a casa per darla poi ai malati o agli impediti, c’era questa eventualità tanto che i Santi Padri raccomandavano che di fare attenzione che non venisse mangiata dai topi) rimane il Cristo fino a che non vengono corrotte le specie sacramentali.

5. Prosegue San Tommaso: “Alcuni al contrario hanno sostenuto che appena il sacramento viene toccato da un topo o da un cane, cessa la presenza del corpo di Cristo. Ma è un’opinione, che, come abbiamo già notato, compromette la verità di questo sacramento.
In ogni modo comunque non si può dire che un animale bruto mangia sacramentalmente il corpo di Cristo, essendo incapace per natura di farne uso come di un sacramento. Perciò lo mangia non sacramentalmente, ma casualmente, cioè come lo mangerebbe chi prendesse un’ostia consacrata senza sapere che è consacrata” (Ib.).

6. Mi chiedi infine se si possa partecipare all’eucaristia celebrata da un eretico.
A proposito dell’eresia bisogna distinguere tra eresia materiale ed eresia formale.
L’eresia materiale è quella di chi dice uno svarione, ma, ripreso, subito si corregge.
Per eresia formale s’intende l’errore di chi, nonostante la correzione, persiste con pertinacia nella sua affermazione erronea.
Ora la correzione perché abbia autorevolezza dovrebbe venire da un superiore. Il parroco infatti pensa in buona fede di conoscere la dottrina meglio dei suoi parrocchiani.
E anche i parrocchiani pensano che sia così.
Per cui è necessario essere cauti prima di dire di non andare a Messa da lui. È doveroso prima consultarsi con un suo superiore.

Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo al Signore.
Padre Angelo