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Quesito

Caro Padre Angelo,
mi chiamo Massimo e sono un catechista.
Le mie domande sono queste.

1) Se il battesimo che noi riceviamo ci libera dal peccato originale perché allora battezziamo i nostri figli visto che la nostra (genitori) umanità è stata sanata e riconciliata con il battesimo?
Infatti il CCC al n. 1250 scrive “Poiché nascono con una natura umana decaduta e contaminata dal peccato originale
anche i bambini hanno bisogno della nuova nascita nel Battesimo …"
L’altra cosa che non riesco a capire bene è, se l’anima è infusa da Dio perché deve essere santificata? Dio non la immette pura nel corpo?

2) La questione monogenismo e poligenismo come sta attualmente nella Chiesa? Se il monogenismo è certo
siamo tutti in un "incesto"? Come spiegare questo? Come catechista quali i punti fermi che devo tenere?

Grazie per questo grande lavoro che fate e spero che presto si torni a far circolare San Tommaso nella catechesi ordinaria della Chiesa.
Buona Domenica


Risposta del sacerdote

Caro Massimo,
1. il peccato originale consiste anzitutto nella privazione della santità (vita soprannaturale e divina) nella nostra anima.
Questa santità comportava una perfetta sottomissione delle nostre facoltà alla volontà e una perfetta sottomissione della volontà a Dio.
San Tommaso dice che “la volontà, con il suo allontanamento da Dio, trasmise disordine a tutte le altre facoltà dell’anima” (Somma teologica, I-II, 82, 3).
Questa mancata sottomissione è il motivo per cui noi ci volgiamo disordinatamente ai beni transitori (Ib.).

2. Continua San Tommaso: “Spezzato il vincolo della giustizia originale, che abbracciava in un certo ordine tutte le potenze dell’anima, ciascuna di queste si abbandona al proprio impulso: e in modo tanto più veemente quanto più la potenza è forte. Ora, avviene che certe potenze dell’anima, per la diversa complessione fisica, sono più forti in uno che in un altro.
Perciò che uno sia inclinato alla concupiscenza più di un altro non è a motivo del peccato originale – poiché in tutti è spezzato ugualmente il vincolo della giustizia originale, e tutte le parti inferiori dell’anima sono lasciate a se stesse – ma dipende dalla diversa disposizione delle potenze” (Ib., ad 2).

3. San Tommaso dice ancora che “il peccato originale non può risiedere in alcun modo nel corpo come nel proprio soggetto, ma soltanto nell’anima…
La sede del peccato originale è l’anima, non il corpo” (Somma teologica, I-II, 83, 1).

4. Col Battesimo, che infonde la grazia, l’anima viene santificata, riceve di nuovo la vita divina.
Ma il corpo continua a subire le penalità o conseguenze del peccato originale.
Ed è questo il motivo per cui l’anima quando viene infusa si trova ad essere l’anima di un corpo che le trasmette il disordine originale.

5. L’anima viene creata da Dio nello stesso momento in cui comincia ad animare il corpo e per questo viene macchiata dal peccato originale.
Dice ancora San Tommaso: “L’infusione invece implica relazione sia a Dio che infonde l’anima, sia al corpo nel quale l’anima viene infusa. Per cui non si può dire che l’anima viene macchiata dall’infusione in rapporto a Dio, ma solo in rapporto in cui viene infusa” (Ib., ad 4).

6. Sebbene noi distinguiamo tra anima pura e anima macchiata dal peccato originale, di fatto non esiste un istante in cui l’anima sia stata pura e poi sia stata macchiata dal peccato originale.
Viene macchiata nello stesso momento in cui viene creata e infusa nel corpo.

7. È necessario ancora distinguere tra “anima pura” e “anima santificata”.
L’anima pura è quella della persona umana non intaccata dal peccato originale.
In tale anima tutte le potenze o facoltà dell’uomo sono sempre ben sottomesse alla volontà.
L’anima santificata è quella che è elevata all’ordine soprannaturale e messa in comunione e amicizia con Dio.
La volontà dell’anima santificata obbedisce prontamente a Dio
Anche nel caso che Dio infondesse un’anima pura, quest’anima avrebbe ancora bisogno di essere santificata, e cioè elevata all’ordine soprannaturale della grazia.

8. Il monogenismo è certo.
S. Agostino osserva che, se all’inizio del genere umano l’unione tra fratelli e
sorelle fu una condizione necessaria per la propagazione del genere umano, col cessare di
questa necessità, tale unione fu condannata dalla religione (De civitate Dei, 1. XV, cap. 16, n. PL 41, 457-58).
Di conseguenza, al principio del genere umano, l’unione tra fratello e
sorella non deve essere considerata come unione incestuosa, avendo il Creatore così disposto
per la propagazione e conservazione del genere umano.
In seguito l’incesto fu proibito per un duplice motivo: per l’esigenza intrinseca dell’amore che esige di espandersi e per la presenza di tare nei figli.
Se l’incesto fu praticato per forza di cose all’inizio del genere umano, non significa che noi proveniamo da incesto. Verrebbe da dire che nel frattempo … di acqua ne è passata molta!

Ti ringrazio per i quesiti, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo