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Quesito

Buonasera Padre Angelo,
cosa significa: “Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio dimora in noi e il suo amore è perfetto in noi” (1 Gv 4,12).
Per i testimoni di Geova è importante questo passo perché negano la divinità di Gesù.
Grazie della sua risposta.
Saluti


Risposta del sacerdote

Carissimo, 
1. l’espressione “nessuno ha mai visto Dio”, prima che nella prima lettera di Giovanni 4,12, si trova nel Prologo del Vangelo di Giovanni, dove si afferma che solo il Figlio Unigenito ha visto Dio, perché è Dio.
Ecco il testo del Vangelo di San Giovanni: “Nessuno mai ha visto Dio, il Figlio Unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre è lui che lo ha rivelato” (Gv 1,18).
È una traduzione (2008) migliore della precedente (1974) che diceva: “Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio Unigenito che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato”.
La traduzione del 1974 era fedele al testo latino, quello della Volgata.

2. Ma il testo greco, che è l’originale, è più preciso e letteralmente dice: “L’Unigenito Dio, colui che è nel seno del Padre, lui l’ha rivelato”(monoghenès Theòs,  eis ton colpon tou patròs, ekèinos exeghésato).
Per i testimoni di Geova che negano la divinità di Cristo questo testo li mette ko. 
Mettono davanti agli sprovveduti il testo della prima lettera di Giovanni, dimenticando che lo stesso autore ha scritto anche il Vangelo e nel Vangelo ha precisato bene che solo l’Unigenito che è Dio ha visto Dio e ce l’ha rivelato.

3. San Tommaso, commentando questo testo, scrive: “L’affermazione dell’evangelista “nessuno mai ha visto Dio” sembra in contrasto con molti altri passi della Scrittura divina. Infatti Isaia afferma: “Vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato” (Is 6,1); mentre in un passo del secondo libro dei Re si parla del nome del Signore che siede sui cherubini” (2 Re 6,2). E nel Vangelo di Matteo il Signore dichiara: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” (5,8).
Se poi qualcuno, basandosi su quest’ultimo testo, replicasse che sicuramente in passato nessuno ha mai visto Dio, però in futuro, stando alla promessa del Signore, qualcuno lo potrà vedere, noti bene che l’Apostolo esclude una simile possibilità: “Egli abita in una luce inaccessibile che nessun uomo vide né mai può vedere” (1 Tm 5,16).
Siccome qui l’Apostolo dice “nessun uomo”, qualcuno potrebbe pensare che, se non lo possono vedere gli uomini, lo possono vedere gli angeli; tanto più che il Signore afferma: “i loro angeli nei cieli contemplano incessantemente il volto del Padre” (Mt 18,10).
Ma anche questo è insostenibile, perché come scritto da Matteo “i figli della risurrezione saranno come gli angeli di Dio nel cielo” (Matt 22,30). Perciò, se vedono Dio gli angeli del cielo, è evidente che lo vedono anche i figli della risurrezione: “quando si manifesterà, saremo simili lui perché lo vedremo così come Egli è” (1 Gv 3,2).

4. Si chiede allora San Tommaso: come bisogna intendere l’affermazione dell’evangelista “nessuno ha mai visto Dio? “.
Tralasciando varie riflessioni, peraltro molto profonde, possiamo andare alla conclusione: nessuna intelligenza, proprio perché creata, può avere una comprensione perfetta di Dio perché dovrebbe avere un’intelligenza grande e infinita quanto è quella di Dio.
Dice San Tommaso: “Nessuna intelligenza creata per quanto astratta dal sensibile, sia con la morte che con l’astrazione del corpo, pur godendo la visione della divina essenza, può comprenderla fino in fondo. Per tale motivo si dice comunemente che i beati vedono l’essenza divina tutta intera (tota), perché semplicissima e senza parti, però non la vedono totalmente (totaliter), perché ciò significherebbe comprenderla nella sua totalità”.
Tenendo conto delle precedenti considerazioni, ecco allora l’interpretazione della frase “nessuno ha mai visto Dio”.
“Nessuno”, cioè nessun uomo, ha mai visto Dio, vale a dire l’essenza divina, con l’occhio corporeo o con l’immaginazione; nessuno vivendo in questa vita mortale ha visto l’essenza divina così come è; nessuno, sia uomo che angelo, ha visto Dio con una visione comprensiva.
Quello che si racconta di alcuni, i quali videro Dio con gli occhi mentre vivevano nel corpo, sta a significare che lo videro per interposta creatura, e non nella sua essenza, secondo le spiegazioni date” (Commento al Vangelo di San Giovanni 1,18).

5. Solo il pensiero di Dio ha visto Dio. Il pensiero è l’Unigenito del Padre.
Si legge nell’epistola agli ebrei: “Dopo aver Dio a più riprese e in più modi parlato un tempo ai padri per mezzo dei Profeti, in questi ultimi tempi ha parlato noi per mezzo del Figlio” (Eb 1,1).
Commenta San Tommaso: “Tale dottrina supera tutte le altre in dignità, in autorità e in utilità perché è insegnata direttamente dal Figlio Unigenito che è la sapienza divina”.

6. Da ciò si vede come i testimoni di Geova siano sprovveduti o anche qualcosa d’altro.

Augurandoti ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera. 

Padre Angelo