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Quesito
sia lodato Gesù.
Io sono Erick, e da qualche anno sto conoscendo più approfonditamente la nostra Chiesa cattolica.
Ho notato una cosa, un argomento teologico che a me sta molto a cuore e che secondo me è importante per la salvezza delle anime.
Tale cosa è il fatto che noto nella nostra Chiesa che la teoria di Balthasar sulla possibilità dell’inferno Vuoto d’Anime è vastamente abbracciata.
Personalmente con tale teoria non sono d’accordo e secondo me dal Vangelo si può capire che le cose non stanno così, e cioè che non si può sperare un inferno vuoto.
Su tale argomento ho fatto le mie ricerche e le mie riflessioni, e per me il Vangelo per esempio dice anche che non bisogna sperare la salvezza di tutti per salvarsi più facilmente, ma anzi il contrario, cioè l’essere consapevoli che molti si dannano.
Anche per me la Chiesa fa bene a pregare per la salvezza di tutti, ma semplicemente perché anche noi vogliamo che tutti si salvino e quindi lo chiediamo; non però che questo accada, perché per me è chiaro che il Vangelo dice che non accadrà. Questo è il mio pensiero. Ho letto anche l’opera – Sperare per tutti – ed un pò della – Teologia dei tre giorni -, ma tali scritti non mi convincono affatto, anzi.
Mi può dire qualcosina a riguardo? Voi domenicani come la pensate?
Tale teoria di Balthasar, seppur vastamente accettata, è ancora una semplice teoria?
Dal punto di vista del – possibile -, può essere che un giorno la Chiesa faccia un dogma sulla presenza di anime all’Inferno?
Grazie.
Ave Maria.
Risposta del sacerdote
Caro Erick,
1. già in passato avevo avuto la possibilità di riportare il vero pensiero di Balthasar sul tema dell’inferno vuoto e soprattutto sul suo disappunto.
Ho l’impressione che alcuni abbiano fatto proprio ciò che Balthasar stesso ha definito come travisamento dei giornali.
La teoria dell’inferno vuoto è in contraddizione col Vangelo e con la dottrina della Chiesa.
2. Sono perfettamente d’accordo con te nel dire che quello che viene fatto passare per pensiero di Balthasar è sbagliato.
Mi dici che questo argomento teologico ti sta molto a cuore. E io ti dico: giustamente ti sta molto a cuore perché dobbiamo tutti essere solleciti della salvezza di tutti.
Essere solleciti significa rimboccarsi le maniche perché la questione è di capitale importanza, soprattutto per quelli che si perdono.
Che bisogno ci sarebbe che Cristo fondi la Chiesa se tutti sono già salvati in partenza, che mandi i suoi apostoli come agnelli in mezzi ai lupi, a farsi sbranare, a farsi contraddire se tanto non ci sarebbe alcun pericolo di perdersi?
3. Ma questo non è il linguaggio e tanto meno l’insegnamento evangelico.
Gesù alla domanda postagli da un tale: “«Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: «Signore, aprici!». Ma egli vi risponderà: «Non so di dove siete». Allora comincerete a dire: «Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze». Ma egli vi dichiarerà: «Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!». Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori” (Lc 13,23-28).
4. Come vedi ho sottolineato due espressioni.
La prima è la seguente:perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
In quest’affermazione Gesù dice che “molti” non riusciranno a salvarsi.
C’è anche da notare che Gesù dice: “io vi dico”. Gesù è l’unica persona che sappia con certezza queste cose.
Chiede dunque di riferirsi al suo pensiero: “io vi dico”.
5. Nella seconda espressione dice: voi invece cacciati fuori.
Poco prima aveva detto: “Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!». Là ci sarà pianto e stridore di denti”.
Gesù parla dell’inferno e di coloro che si troveranno in quella tristissima situazione.
Nel Vangelo di Matteo ci viene detto che alcuni andranno all’inferno senza accorgersene e senza pensare di andarci.
Ecco il testo: “Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno e i giusti alla vita eterna»” (Mt 25,41-46).
6. Questo è anche il pensiero degli apostoli.
San Pietro termina così il grande discorso della pentecoste: “Con molte altre parole li scongiurava e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa»” (At 2,40).
Per San Pietro quella moltitudine, se voleva salvarsi, doveva uscire da quella “generazione perversa”. Rimanendovi, si sarebbe persa.
Ugualmente negli Atti degli Apostoli si legge: “Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati” (At 2,48).
Ma se tutti fossero stati salvati a priori, non c’era bisogno di essere aggiunti alla comunità.
7. San Paolo mette in guardia dal fare la S. Comunione senza essere in grazia.
Dice infatti: “Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna” (1 Cor 11,28-29).
Ora che significa mangiare e bere la propria condanna se di fatto condanne non ce ne sono?
Oppure, sempre per San Paolo, che cosa significa: “Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adùlteri, né depravati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né calunniatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi! Ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio” (1 Cor 7,9-11).
Se nessuno va all’inferno che importanza avrebbe l’essere lavati e giustificati, ecc…?
Come vedi tutta la Rivelazione di Dio è ordinata alla salvezza.
Chi non vi aderisce trova la propria condanna.
8. Vorrei dire anche un’altra cosa che tocca la nostra vita personale: che senso avrebbe pregare e fare sacrifici per la conversione dei peccatori se nessuno si perde?
Sarebbe tempo sprecato.
Probabilmente quelli che dicono che l’inferno è vuoto non pregano e non fanno sacrifici per la conversione dei peccatori. Semplicemente perché non ce ne sarebbe bisogno.
9. Mi chiedi che cosa ne pensano i domenicani.
Ebbene, ti dico che cosa ne pensava il nostro Santo Padre Domenico e mi auguro che tutti i domenicani la pensino come lui.
Sappiamo che San Domenico passava la notte in chiesa a pregare.
I frati andavano a vedere cosa faceva. La loro testimonianza è questa: lo sentivano gemere e dire “Dio mio, Dio mio che ne sarà dei peccatori?”.
Aveva l’ansia della salvezza dei peccatori. Era persuaso che molti si perdevano a causa del peccato e a causa dell’eresia.
Per questo ha istituto l’Ordine dei Predicatori.
Se un domenicano non avesse l’ansia della salvezza di tutti e del connesso rischio della perdizione, ci sarebbe da chiedersi per che cosa si sia fatto domenicano. Sarebbe fuori posto e si potrebbe dire che è entrato in quest’Ordine perché non sapeva che altro fare. Ma si sarebbe sbagliato.
10. Tornando a Von Balthasar: devo dire che talvolta si fa passare per sua tesi quanto questo teologo non ha voluto dire, e cioè che l’inferno sia vuoto.
Come ho già detto, Balthasar mostrò il suo disappunto per questa affermazione che gli si attribuisce.
Ai suoi critici replicò con un volumetto intitolato Sperare per tutti. Breve discorso sull’inferno nel seguente modo: “La soluzione da me proposta, secondo la quale Dio non condanna alcuno, ma è l’uomo, che si rifiuta in maniera definitiva all’amore, a condannare se stesso, non fu affatto presa in considerazione.
Avevo anche rilevato che la Sacra Scrittura, accanto a tante minacce, contiene pure molte parole di speranza per tutti e che, se noi trasformiamo le prime in fatti oggettivi, le seconde perdono ogni senso e ogni forza: ma neppure di questo si è tenuto conto nella polemica.
Invece sono state ripetutamente travisate le mie parole nel senso che, chi spera la salvezza per tutti i suoi fratelli e tutte le sue sorelle, "spera l’inferno vuoto" (che razza di espressione!).
Oppure nel senso che chi manifesta una simile speranza, insegna la "redenzione di tutti" (apokatastasis) condannata dalla Chiesa, cosa che io ho espressamente respinto: noi stiamo pienamente sotto il giudizio e non abbiamo alcun diritto e alcuna possibilità di conoscere in anticipo la sentenza del giudice.
Com’è possibile identificare speranza e conoscenza? Spero che il mio amico guarirà dalla sua grave malattia – ma per questo forse lo so?” (p. 123).
“Basti questo testo a quanti ripetono per abitudine la formuletta dell’«inferno vuoto» della quale sono responsabili le «fin troppo grossolane deformazioni sui giornali” (p. 14).
11. Infine mi chiedi se la Chiesa possa emettere un dogma di fede sulla presenza delle anime all’inferno.
Ebbene nella costituzione “Benedictus Deus” di Benedetto XII (21.1.1336) si legge: “Noi inoltre definiamo che, secondo al generale disposizione di Dio, le anime di coloro che muoiono nel peccato mortale attuale, subito dopo la loro morte, discendono all’inferno, dove sono tormentate con supplizi infernali e che tuttavia nel giorno del giudizio tutti gli uomini con i loro corpi compariranno «davanti al tribunale di Cristo» per rendere ragione delle loro azioni, «per ricevere ciascuno ciò che gli spetta in con sequenza di quello che ha fatto quando era nel corpo, sia di bene che di male» (2 Cor 5,10)”.
Quanti si trovino all’inferno non lo sappiamo. Gesù ha parlato di “molti” che non riusciranno a passare per la porta stretta: “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano” (Mt 7,13).
Dopo questo pronunciamento del Signore è necessario che la Chiesa metta un dogma?
Si può accendere una candela per mostrare la luce del sole?
Ti ringrazio per il quesito, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo