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Quesito
Gentilissimo Padre Angelo,
sono una ragazza che come molti ragazzi oggi ha vissuto i rapporti prematrimoniali con il proprio ragazzo… dopo un po’ seppi tramite la bibbia che questo non era proprio buono per Dio dunque iniziai a star male perchè volevo cambiare e volevo far felice Dio Padre, parlai con il mio ragazzo e lui tutt’ora sembra non capire dicendo che questa era solo una mia fissazione io ero però decisa a cambiare, mi confessai più volte in questo mese un mese fa promisi a Dio che avrei aspettato il matrimonio,purtroppo i tormenti non mancano sogni,pensieri e si aggiunge anche il mio ragazzo,il quale dice che avrei dovuto chiedere a lui per tale promessa…mi sento debole ho paura di cedere sono incompresa e tra l’altro non so che fare, io davvero avevo promesso a Dio che avrei aspettato ma ho paura di cedere, un’altra cosa brutta e che nella mia testa c’è il pensiero di"sciogliere questo voto"perchè nella coppia sono solo io che penso così…. si può sciogliere una tale promessa, qualora mi trovassi in difficoltà? non voglio che Dio si arrabbi con me, mi sento così confusa.
Grazie della cortese attenzione Cordiali Saluti!
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. non dovevi chiedere al tuo ragazzo il permesso di vivere in purezza prima del matrimonio.
Perché questo è un dovere suo e anche tuo.
È come se tu dovessi chiedere al tuo ragazzo il permesso di non posteggiare in un luogo di divieto.
San Pietro dice che bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini.
La mente di Dio vede più a lungo della nostra.
La storia del peccato originale è eloquente: Adamo ed Eva non hanno voluto fidarsi di Dio ed è venuta la miseria.
Ciò non ostante il tuo proposito di comportarti secondo il volere di Dio è stato buono e sono certo che sarà stato gradito al Signore.
Mi chiedi se puoi scioglierti dalla promessa di vivere castamente: ma sei già obbligata in forza della legge naturale e della legge di Dio. Non puoi scioglierti dall’osservare i dieci comndamanti!
2. Tu usi un’espressione “Non voglio che Dio si arrabbi con me”.
Queste parole hanno un loro significato: certo non vanno intese nel senso che Dio si adiri come fa una persona nei confronti di un’altra.
Quando deroghiamo dalla legge di Dio, deroghiamo dal nostro bene, dalle nostre esigenze più profonde.
Per questo Giovanni Paolo II disse che il peccato “finisce col rivolgersi contro l’uomo stesso, con un’oscura e potente forza di distruzione” (Reconciliatio et Poenitentia 17).
Dissee ancora che “il peccato ha le sue prime e più importanti conseguenze sul peccatore stesso: cioè nella relazione di questi con Dio, che è il fondamento stesso della vita umana; nel suo spirito, indebolendone la volontà ed oscurandone l’intelligenza” (RP 16).
Per questo affermò che il peccato è sempre un “atto suicida” (RP 15).
Quando tu e il tuo fidanzato derogate dalla legge di Dio non vi fate del bene e non fate del bene neanche al vostro futuro matrimonio.
3 Pertanto fidatevi del Signore.
Chiedendovi di non avere intimità sessuali Dio vuole che il vostro amore sia puro.
Finora non vi appartenete ancora. L’intimità sessuale è caratteristica degli sposi.
Voi non lo siete ancora. Sapete di non appartenervi ancora in totalità.
4. La contraccezione rende quest’atto ulteriormente menzognero perché in maniera manifesta ci si rifiuta di donarsi in totalità: si rifiuta all’altro la propria capacità di diventare padre o madre, proprio mentre la si sta suscitando.
Non è una menzogna questa?
5. Senza dire dell’irresponsabilità insita in quell’atto, perché di sua natura è procreativo. E procreare fuori del matrimonio è una grave irresponsabilità.
6. Inoltre il tuo ragazzo ha bisogno di esser abituato alla purezza e alla castità.
Se lo abitui a consegnarsi a chi non gli appartiene (e tu non gli appartieni ancora perché sei libera) come potrà non consegnarsi quando da sposato la tentazione potrà rendersi forte?
Le virtù non si improvvisano, ma si preparano con un lungo lavorìo, con disciplina su se stessi, in particolare sui propri istinti.
7. Se sarai forte, renderai forte anche lui.
Se sarai pura, renderai puro anche lui.
Non è bello avere accanto a sé un marito puro, autodominato, signore di se stesso e dei propri impulsi?
Nello stesso tempo il vostro affetto si aprirà ad altre manifestazioni: più genuine, più disinteressate e potrei dire anche spirituali.
Ti assicuro la mia preghiera e la mia benedizione.
Padre Angelo