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Quesito
Caro Padre Angelo,
leggo con molto interesse le omelie (trascritte e pubblicate in un libro) del sacerdote Padre Tomas Tyn (1950-1990), domenicano. Premetto che mi piace molto la figura di questo sacerdote, e apprezzo molto la sua dottrina che mi sembra sempre aderente alla Verità cattolica. In un’omelia, dedicata a santa Caterina da Siena, mentre spiegava il cristocentrismo della Santa, ho letto il seguente passaggio: “I mistici cristiani (senz’altro conoscerete santa Teresa d’Avila, san Giovanni della Croce) hanno capito una cosa importantissima: non si può contemplare Dio se non alla luce di Dio, «nella tua luce, o Signore, vedremo la luce», non c’è altra via.
Quando uno prova a diventare mistico per suo sforzo proprio, cade giù malamente!
La prima condizione per la vita spirituale, non dico mistica, semplicemente spirituale, per muovere i primi passi, è l’umiltà.
Non voglio essere severo nelle mie condanne, bisogna stare sempre nella verità: ci sono state certamente delle anime mistiche anche nel paganesimo. Io penso per esempio a Plotino; Plotino aveva secondo me degli stati unitivi con quel “Unum” trascendente, come lo chiamava lui, il famoso ente che è al di sopra di tutte le cose. Tuttavia quello che poteva pensare un pagano, cioè scambiare l’iniziativa sua per grazia di Dio, non se lo può permettere un uomo che vive nell’economia di Gesù Cristo Nostro Signore, perché quell’uomo, istruito dal santo Vangelo, sa che Dio si fece uomo, che Dio, che è la pienezza dell’essere, assunse il nostro non-essere”.
La frase che ho messo in grassetto (cioè il fatto che ci sono state certamente anime mistiche anche nel paganesimo, e l’esempio di Plotino) mi ha sorpreso un poco, forse perché non avevo mai pensato a questa possibilità.
Padre Tyn chiarisce bene che chi voglia intraprendere una via alternativa a Cristo è fuoristrada, la mia domanda è: può davvero un pagano avere una vita mistica con Dio? Come si spiega ciò teologicamente?
La ringrazio di cuore per il servizio che svolge: è davvero una luce posta sul candelabro, in mezzo a tante tenebre attuali.
Franco.
Risposta del sacerdote
Caro Franco,
1. va riconosciuto che nel mondo greco dell’antichità classica alcuni hanno vissuto esperienze mistiche. E non solo nel mondo greco, ma anche in quello indiano e islamico.
Ma vi è una differenza assoluta tra le esperienze mistiche di questi e quelle dei cristiani.
Nel primo caso si tratta di un’ascesi che porta alla comunione con l’Assoluto, con la Verità, con Dio.
Nel secondo caso si tratta di un fatto soprannaturale che ha il suo punto di partenza nell’azione di Dio che introduce in Sé una persona.
2. Vediamo come l’esperienza mistica si sia verificata tra i greci.
Platone riferisce esperienze estatiche di Socrate.
Si trattava di esperienza mistica della verità con la quale si immedesimava e dalla quale usciva letteralmente trasformato.
Olivier Lacombe riferisce che “Socrate praticava abitualmente il raccoglimento dello spirito e raggiungeva di quando in quando – non si può precisare se spontaneamente o con metodo – stati di concentrazione fuori del comune” (Chemins de l’Inde et philosophie chrétienne, pp. 56-57).
3. Platone racconta così una di queste “estasi” di Socrate: “Tutto assorto in qualche idea s’era piantato ritto lì, fin dall’alba, meditando; e poiché non ne veniva a capo, continuava ritto in piedi la sua ricerca.
E già era mezzogiorno e alcuni uomini che si erano accorti e meravigliati dicevano l’un l’altro: ‘Socrate se ne sta lì impalato dall’alba in qualche pensiero’.
Alla fine, alcuni Joni, scesa la sera, dopo aver cenato – poiché allora era estate – portarono fuori i giacigli e si misero a riposare all’aperto e nello stesso tempo a controllare se stesse piantato là tutta la notte.
Ed egli vi stette finché fu l’alba e si levò il sole.
Allora si mosse e se ne andò dopo aver fatto la sua preghiera al sole” (Simposio, 220 cd).
4. Analogamente parla di esperienze mistiche della filosofia un altro pensatore greco, Plotino, al quale padre Tomas Tyn nella sua omelia ha fatto diretto riferiment.
Per Plotino, vissuto circa 500 anni dopo Platone, l’unica finalità degna dell’uomo è la comunione con l’Uno «da solo a solo» (Enneadi, VI 9, Il) e vive in lui la sua vita immortale al di sopra di ogni esigenza corporea.
5. Plotino espone il metodo e le esigenze della contemplazione: l’uomo deve liberarsi dalla materia per mezzo dell’ascesi e deve perfezionare il suo spirito con la filosofia.
In questo modo si dispone alla contemplazione semplice e intuitiva dell’Uno.
La contemplazione è accompagnata dall’estasi e consiste nell’esperienza momentanea ma infinitamente gioiosa della propria adesione all’Assoluto.
L’immersione nell’Uno svuota l’anima da ogni vincolo e da ogni ricordo, anche dal ricordo di sé (Enneadi, IV 4, I).
6. Allora è corrispondente al vero quanto aveva detto il padre Tomas Tyn: “ci sono state certamente delle anime mistiche anche nel paganesimo. Io penso per esempio a Plotino; Plotino aveva secondo me degli stati unitivi con quel “Unum” trascendente, come lo chiamava lui, il famoso ente che è al di sopra di tutte le cose”.
7. La diversità essenziale tra la mistica dei filosofi e quella cristiana è data dal fatto che mentre la prima è frutto dell’ascesi umana e potrebbe essere accompagnata anche dalla superbia, la seconda invece è frutto della grazia santificante e viene da Dio.
La si trova in tante persone semplici, ma sante come ad esempio santa Caterina da Siena, la Beata Caterina da Racconigi, la Beata Maddalena da Trino e moltissime altre.
Queste sante non erano filosofe di professione, né particolarmente letterate. Santa Caterina da Siena era addirittura analfabeta.
8. Ecco allora l’altro passaggio di Padre Tomas Tyn: “Tuttavia quello che poteva pensare un pagano, cioè scambiare l’iniziativa sua per grazia di Dio, non se lo può permettere un uomo che vive nell’economia di Gesù Cristo Nostro Signore, perché quell’uomo, istruito dal santo Vangelo, sa che Dio si fece uomo, che Dio, che è la pienezza dell’essere, assunse il nostro non-essere” per congiungere l’uomo a Sé.
Ti ringrazio di avere attirato l’attenzione su quest’aspetto della mistica, conosciuta anche dai “pagani”, ma essenzialmente diversa per metodo e per contenuti da quella cristiana.
E ti ringrazio anche di aver ricordato questo carissimo confratello, di cui è stato introdotto il processo di beatificazione.
Che Padre Tomas ti benedica e ti protegga sempre.
Anch’io ti benedico e ti ricordo al Signore.
Padre Angelo