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Quesito

Caro Padre Angelo,
ero giusto alla ricerca di qualcuno a cui poter porre delle domande in merito al Catechismo della Chiesa Cattolica.
La prima che mi gira per la testa da un po’ e la seguente:
Giovanni Battista aveva detto "Io vi battezzo con acqua…ma dopo di me verrà uno che vi battezzerá in spirito santo e fuoco".
– Come mai il battesimo che noi viviamo tutt’oggi ha l’acqua come riferimento principale?
– Come è possibile convivere col pensiero che le enormi masse di anime non battezzate non siano in grazia di Dio?
Mi sembra che le scritture invitino gli uomini a vivere ogni giorno, portando la croce che ci riserva e crescere nella carità, quale qualità maggiormente gradita a Dio. Non è forse il modo di vivere che conta più del sacramento agli occhi di Dio?
Le scrivo questo cosciente di aver incontrato "ricercatori di Dio", nella mia vita, ben più sinceri e caritatevoli di me, nonostante la loro vita non avesse mai avvicinato la fede Cristiana, con tutti i Sacramenti che in essa sono presenti.
Buona giornata
Manuele


Risposta del sacerdote

Caro Manuele,
1. battezzare significa immergere.
E la parola immergere fa diretto riferimento all’acqua.

2. Ora è vero che il Battista ha detto: “Io vi battezzo con acqua…ma dopo di me verrà uno che vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Mt 3,11).
Ma è anche vero che Gesù ha detto a Nicodemo: “Se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio” (Gv 3,5).

3. San Tommaso spiega perché l’acqua è bene adatta a rappresentare gli effetti del Battesimo quando dice:
Per istituzione divina l’acqua è la materia propria del battesimo.
E ciò opportunamente.
Primo, per la funzione stessa che il battesimo esercita, consistente nella rigenerazione alla vita soprannaturale: compito quanto mai consono all’acqua. Infatti i semi dai quali si sviluppano tutti i viventi, cioè le piante e gli animali, sono umidi e composti d’acqua. Tanto che alcuni filosofi considerarono l’acqua come il principio di tutte le cose.
Secondo, per gli effetti del battesimo, ai quali ben si adattano le proprietà dell’acqua. Essa infatti lava con la sua umidità: indicando e causando così l’abluzione dei peccati. Per la sua freschezza poi mitiga l’eccesso di calore: indicando così la mitigazione del fomite della concupiscenza. Per la sua trasparenza inoltre è permeabile alla luce: e ben si adatta al battesimo in quanto questo "è il sacramento della fede".
Terzo, perché serve a esprimere i misteri di Cristo con i quali siamo stati giustificati. Di qui, a commento di quel testo evangelico, "Se uno non rinasce…" (Gv 3,5): le parole del Crisostomo: "Sommergendo noi la testa nell’acqua, quasi fosse un sepolcro, viene sepolto e nascosto l’uomo vecchio per far riemergere il nuovo" (In Ioh., hom. 25).
Quarto, perché a causa della sua universalità e abbondanza, è materia adatta alla necessità di questo sacramento, potendosi trovare facilmente dovunque” (Somma teologica, III, 66, 3).

4. Il Battista quando dice che Gesù battezzerà in Spirito Santo e fuoco non esclude che usi l’acqua, ma vuole manifestare l’effetto proprio del Battesimo, che è quello di portare la vita divina (lo Spirito Santo) e la veemenza della carità (il fuoco) nel cuore dei battezzati, mentre il suo battesimo era solo di purificazione dei peccati, ma non apportatore della grazia.

5. Chiedi poi: “Come è possibile convivere col pensiero che le enormi masse di anime non battezzate non siano in grazia di Dio?”
Questo nessuno l’ha mai detto.
I sacramenti sono le vie ordinarie della comunicazione della grazia. Ma Dio ha anche altre vie per portare alla salvezza.
Perciò nella finale del Vangelo di Marco si legge: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato” (Mc 16,16).
Qui Gesù non ha detto che chi non sarà battezzato sarà condannato.
Ha detto solo che “chi non crederà sarà condannato”.
Da questo risulta che il Battesimo è via normale e sicura per ricevere la grazia.
Ma il Signore ha in serbo anche altre vie.

6. Per questo san Tommaso dice: “Dal fatto che tutti gli uomini sono tenuti a credere esplicitamente alcune verità per salvarsi, non c’è inconveniente alcuno che qualcuno viva nelle selve o tra gli animali bruti. Poiché appartiene alla Divina Provvidenza provvedere a ciascuno le cose necessarie per la salvezza, a meno che uno non lo impedisca da parte sua. Perciò, se uno educato secondo la ragione naturale si comporta in maniera da praticare il bene e fuggire il male, si deve tenere per cosa certissima (certissime tenendum est) che Dio gli rivelerà per interna ispirazione le cose che deve credere necessariamente o gli invierà qualche predicatore della fede come fece con S. Pietro e Cornelio (At 10,1 55)” (De Veritate, 14, 11, ad 1).

7. E il Concilio Vaticano II: “Quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa ma che tuttavia cercano sinceramente Dio e con l’aiuto della grazia si sforzano di compiere con le opere la volontà di lui, conosciuta attraverso il dettame della coscienza, possono conseguire la salvezza eterna.
Né la divina Provvidenza nega gli aiuti necessari alla salvezza a coloro che non sono ancora arrivati alla chiara cognizione e riconoscimento di Dio, ma si sforzano, non senza la grazia divina, di condurre una vita retta” (Lumen gentium 16).

8. E ancora: “E ciò vale anche per tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore lavora invisibilmente la grazia. Cristo, infatti, è morto per tutti e la vocazione ultima dell’uomo è effettivamente una sola, quella divina; perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, col mistero pasquale” (Gaudium et spes 22).

Volentieri ti ricordo nella preghiera, soprattutto nella S. Messa che tra breve celebrerò, e ti benedico.
Padre Angelo