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Quesito

Buongiorno Padre Angelo,
Vorrei sottoporre la seguente questione alla Sua attenzione nella speranza di una valida risposta.
Perché gli animali non hanno vita eterna dopo la morte?
Io mi son dato la seguente risposta: Dio creò l’uomo per il quale non era prevista la morte, e gli animali per rendere l’uomo meno solo.
Gli animali però erano un complemento dell’uomo e Dio li creò fin dall’inizio mortali. Ovvero senza un’anima che oltrepassasse la morte per la vita eterna.
Con il peccato originale, l’uomo ha perso la propria prerogativa che lo distingueva dagli altri animali. Ovvero, oltre la cacciata dal Paradiso Dio ha conferito la morte anche all’uomo come era per tutti gli animali.
Con la venuta di Cristo e la sua Morte Dio ha ridato eternità all’uomo mentre non ha toccato gli altri animali per i quali fin dall’inizio era prevista la morte.
Ma gli uomini che avranno il premio della vita eterna poiché essa è solo felicità potranno rincontrare gli amici animali che avevano sulla terra in base all’amore che conservano per essi.
Contrariamente nel paradiso ci sarebbe limitazione di felicità e Dio non può privare l’uomo che ha premiato con la vita eterna privandolo dell’amore che aveva in vita per l’animale.
È così?
La ringrazio della risposta che sicuramente mi fornirà.
Cordiali Saluti.
Franco Maria


Risposta del sacerdote

Caro Franco Maria, 
1. in parte è così e in parte non è così!
Gli animali non possono avere la vita eterna che consiste nel possesso di Dio perché non possiedono un’anima razionale.
In altre parole, non sono capaci di conoscere Dio. I sensi degli animali, pur dotati di grande perfezione, non possono conoscere le realtà spirituali e tanto meno possono conoscere e possedere le realtà soprannaturali.

2. Anche l’uomo, che pur è dotato di anima spirituale, con le sue sole forze non può conoscere e possedere Dio nella sua luce soprannaturale.
Per farlo, ha bisogno di essere attrezzato da Dio e proporzionato all’ordine soprannaturale.
E questo avviene attraverso l’infusione della grazia e delle virtù teologali.

3. Come si vede, nell’uomo esiste la possibilità di essere proporzionato all’ordine soprannaturale perché è dotato di anima razionale e spirituale.
All’animale invece questa possibilità manca.

4. A proposito della cacciata dal Paradiso, sebbene venga usata questa espressione di cacciata dal Paradiso, va detto che Dio non caccia nessuno. È l’uomo che si esclude da se stesso, rompendo di propria iniziativa la comunione con Dio.

5. Con la venuta di Cristo non viene restituita all’uomo l’anima immortale. L’ha sempre conservata, anche dopo il peccato originale.
È stata restituita invece la vita eterna intesa nel suo vero significato di comunione e di possesso di Dio.
Gesù infatti ha detto: “Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo” (Gv 17,3). 

6. Gli uomini che vanno in paradiso potranno ritrovare nella mente di Dio gli animali di cui si sono serviti nella vita presente.
Li ritroveranno nella luce stessa di Dio che mostrerà il loro significato provvidenziale e anche salvifico.

7. È giusto quello che hai scritto alla fine: poiché in paradiso la felicità sarà perfetta, Dio farà godere – sebbene non in maniera materiale – anche per gli animali perché sono stati motivo della provvidenza di Dio nei nostri confronti.
Rivedremo tutto nella sua mente.

Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera. 
Padre Angelo