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Quesito

Caro padre Angelo,
innanzitutto la ringrazio per la risposta che mi ha dato sul tempo.
Oggi le vorrei innanzitutto raccontare qualcosa su di me prima di passare alla domanda.
Iniziate le medie rimasi profondamente attratto da una ragazza, di nome Anna, e con lei instaurai fin da subito una solida sintonia, tant’è che iniziò così la nostra amicizia.
Ai tempi non praticavo e il mio cuore era lontano da Dio, ma devo riconoscere di essere sempre stato un bambino attratto dalla figura del Cristo. Bramavo di conoscere Dio ma il pensiero non si tramutò realmente in atto. Io e Anna avevamo così tante cose in comune ma allo stesso tempo così tante cose che segnava, molto spesso, discordia. Nel frattempo cominciai a riavvicinarmi alla chiesa.
Lei, Anna, era, ed è, radicata all’ateismo e talvolta dimostrava repulsione per il mio credo. Era una ragazza accecata dalla lussuria e molto spesso facevamo uso insieme di materiali pornografici, battute perverse. Lei divenne anche mio grande stimolo di eccitamento.
Io quando provavo a smettere di masturbarmi ecco che lei mi faceva cadere in tentazione. Il mio corpo era ormai profanato e reso oggetto di libidine. Stavo stravolgendo il disegno di Dio e finii per soffrirne molto. Col tempo cominciai a capire che la lussuria era il centro di tutti i miei peccati mortali, essa infatti mi portava a compierne altri. Per non parlare della persona rovinata e priva di valori che stavo diventando, cattiva ed egocentrica.
Io le volevo così tanto bene ma parlarle non è mai stata la cosa giusta; quindi, decisi di fare la cosa migliore per entrambi. La lasciai andare senza darle spiegazioni. Ne soffrimmo molto ma non potevo perdere la mia anima. Pensai che sarebbe stato meglio lasciarla andare e pregare costantemente per lei da lontano, come segno del mio amore d’amico. Spero che un giorno Dio possa irrompere nel suo cuore e rapirla proprio come ha fatto con me. Quindi padre io le chiedo: Ho fatto bene a lasciarla andare? Posso prendere anche la sua croce e farla mia, espiando le sue colpe? C’è speranza che facendo così si salvi?
Infine vorrei dirle che oggi a messa dopo tanto ho potuto riconciliarmi con Dio: mi sono potuto nutrire del corpo del mio signore Gesù Cristo. Quando l’ho messo in bocca stavo tremando e venni pervaso da un grande senso di amore e calore, anzi io ero diventato amore, una cosa sola con il mio Dio. Scoppiai a piangere e mi misi subito in ginocchia a ringraziare. Tutti mi videro tremare e piangere, ma in quei momenti gli altri non esistevano più. Ero felice, ero amore, ero in paradiso. 
Una volta aperti gli occhi vidi tutti gli altri e provai un grande senso di amore incondizionato per tutti, il mio desiderio più grande è quello che nessuno si perda ma che possa conoscere la gioia che si prova quando si è in comunione con il Signore.
La ricorderò nelle mie preghiere e le augurò ogni bene.
Bryan


Risposta del sacerdote

Caro Bryan,
1. la prima considerazione che desidero fare è su Anna, radicata nell’ateismo, come tu stesso la descrivi, e nello stesso tempo accecata dalla lussuria.
Sebbene le cause dell’ateismo possano essere molte per cui non si può dire: “il tale è ateo perché accecato dalla lussuria” tuttavia, nel caso di Anna ho impressione che le due cose vanno molto a braccetto.

2. Infatti nessuna cosa dispone meglio alla conoscenza e al possesso di Dio che la purezza, la castità.
Commentando le parole di Gesù “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” (Mt 5,8) San Tommaso scrive: “Chi è puro, custodisce Dio dentro di sé come in un tempio. La purezza dai cattivi pensieri fa sì che gli uomini vedano Dio da contemplare nel tempio del proprio corpo.
Niente infatti impedisce la spirituale contemplazione come l’immondezza della carne” (Commento a Matteo 5,8).
Dello stesso avviso era anche il suo grande maestro, Sant’Alberto magno e il quale affermava che “l’anima che non ha mai ubbidito ai piaceri sensuali della carne possiede per ciò stesso un’intelligenza più pura e meglio disposta alle cose celesti”.

3. Al contrario San Tommaso insegna:“A motivo del peccato di lussuria vediamo che l’uomo massimamente si allontana da Dio” (Commento in Giobbe, lez. 31, inizio).
E: “Dalla lussuria deriva la cecità della mente, che elimina quasi del tutto la conoscenza dei beni spirituali, mentre dalla gola deriva l’ottusità del senso, che rende l’uomo debole nella considerazione di questi beni.
Al contrario le virtù opposte dell’astinenza e della castità dispongono l’uomo alla perfezione della vita spirituale. Per cui in Daniele si legge che ‘a questi giovani’, casti e astinenti, ‘Dio conferì scienza e cognizione in ogni specie di libro e di sapienza’ (Dan 1,17)” (Somma teologica, II-II, 15, 3).

4. Commentando Is 6,8 San Tommaso dice che “chi è impuro non può entrare nel tempio di Dio e molto più non può vederlo”.
Ragion per cui “il peccato di lussuria sotto un certo aspetto è quello che più di ogni altro rende l’uomo indisposto a ricevere l’Eucaristia, poiché da questo peccato più che per ogni altro lo spirito viene assoggettato alla carne, per cui viene impedito il fervore della carità che è richiesto in questo sacramento” (Somma teologica, III, 80, 5, ad 2).

5. Con molta aderenza alla realtà hai scritto che la lussuria era diventata il centro di tutti i peccati gravi che compivi e soprattutto che ti stava rovinando come persona perché profanava il tuo corpo e la tua anima. Anzi, nella tua anima la lussuria devastava tutto e senza saperlo si verificava in te quanto ha detto lo Spirito Santo nella Sacra Scrittura per bocca di Geremia: “Il mio occhio ha depredato la mia anima” (Lam 3,51). Ti svuotava del tutto.
Nello stesso tempo ti sei accorto che ti stava facendo diventare “privo di valori, cattivo ed egoista”.
Se la castità, come dice l’insegnamento della Chiesa, è “un’energia spirituale che libera l’amore umano dall’egoismo e dalla aggressività”, la lussuria è tutto il contrario: è il contrario dell’energia spirituale perché ti svuota interiormente, è il contrario della disposizione a vivere la propria sessualità nel farsi dono agli altri perché è egoismo, è il contrario del dominio su se stessi e sui propri impulsi perché fa diventare aggressivi e litigiosi.

6. Per grazia di Dio hai avuto la forza di lasciarla, nonostante che tu le volessi un gran bene.
Gesù ha detto: “Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna” (Mt 5,29-30).

7. Hai potuto notare che corrispondendo alla grazia di Dio hai ricevuto molte altre grazie: andando a messa hai avuto la possibilità di riconciliarti con Dio mediante la confessione. E poi l’hai ricevuto nella Santa Comunione in un profluvio di commozione e di lacrime. Nello stesso tempo ti sei sentito a cambiare nel cuore.
Il Signore ti aspettava per infondere in te un amore ancora più grande, più puro e più santo di quello che provavi per Anna.
Il Signore ha voluto darti un po’ di quella commozione che Egli stesso ha provato quando “vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore” (Mt 9,36). 
Hai provato infatti un grande senso di amore incondizionato per tutti e sentivi che il tuo desiderio più grande in quel momento era che nessuno si perdesse.
Credo di non andare lontano dalla realtà nel dire che in quel momento è sbocciata addirittura la vocazione.
Il Signore si è servito di Anna per introdurre in te il desiderio della salvezza di tantissime altre persone che si stanno rovinando come lei.

8. Mi chiedi se puoi portare la sua croce in espiazione dei suoi peccati perché si salvi.
Sì, lo puoi fare.
Mi piace ricordare a questo punto quanto nostro Signore con linguaggio trecentesco ha detto a Santa Caterina da Siena a proposito di San Domenico dell’Ordine dei domenicani: “In su che mensa fa mangiare i figlioli suoi col lume della scienzia? Alla mensa della croce in sulla quale croce è posta la mensa del santo desiderio, dove si mangia anime per amore di me” (Il Dialogo, 158).
Quale croce?
Ti sembrerà strano, ma ti indico innanzitutto questa: quella del vivere in maniera retta, nella fedeltà al tuo doverequotidiano, nell’osservanza piena e generosa dei comandamenti, nella preghiera, nella partecipazione ai Sacramenti (Santa Messa e Confessione), nel superare con forza e per amore tutte le tentazioni.
È questa la prima croce che il Signore ti consegna. A questa croce si può dare il nome di fedeltà.
Ma vivendo così, facendolo per amore e per la salvezza di moli, si prova una tale gioia al punto che, più che una croce, questa fedeltà si trasforma ben presto in una fornace d’amore.
Sii fedele pertanto a quanto il Signore ha suscitato in te in quella Santa Comunione.

9. Come alla decisione di lasciare Anna sono seguite molte grazie, del tutto insospettate e mai provate nella tua vita, così alla decisione di essere fedele a quanto il Signore ha suscitato in te seguiranno tante altre grazie, ancora più belle e del tutto sconosciute a chi vive secondo la carne.

10. Mi piace concludere con quanto Sant’Agostino ha scritto nelle sue Confessioni: “Con quanta mia consolazione mi fu tolto a un tratto il senso dei vani piaceri! Quei piaceri che tremavo di perdere e che adesso mi era gioia il lasciare! Infatti eri Tu che me li cacciavi via. Tu vera e somma dolcezza; me li cacciavi, e in cambio di essi entravi Tu, più soave di ogni piacere, ma non alla carne e al sangue; Tu più luminoso di ogni luce, ma più interiore di ogni segreto, Tu più sublime di ogni altezza, ma non per quelli che sono sublimi in se stessi. Già l’animo mio era libero dalle dolorose preoccupazioni dell’ambizione, del guadagno e della scabbia delle passioni, inquiete e pruriginose. Esclamavo di gioia verso di Te, mia luce, mia ricchezza e mia salvezza, Signore mio Dio” (Confessioni, IX,1).

Ti ringrazio molto per le preghiere che mi hai assicurato. Puoi stare sicuro delle mie. 
Ti benedico e ti auguro ogni bene.
Padre Angelo