Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Quesito
Buonasera Padre.
Le scrivo per avere un chiarimento riguardo alla confessione. A causa di un fatto che mi e’ capitato recentemente (sia lode al buon Dio per avermi illuminato), mi sono reso conto di essere stato per anni in peccato mortale, mentre io credevo "quasi" di essere nel giusto per certe cose o almeno parzialmente scusato per altre visto che la mia vita è stata tutto fuorché facile.
Credevo che Dio avesse sbagliato i suoi piani per me e che quindi avessi una certa libertà d’azione visto che pensavo la mia vita fosse stata "indirizzata" già male in partenza contro la mia volontà.
Naturalmente non era così, e Dio mi ha aperto gli occhi facendomi vedere i miei gravissimi errori (ci metta anche una certa dose di mia ignoranza per cose che non sospettavo essere peccato finche’ non mi sono documentato) che niente hanno a che fare con la mia vita per quanto difficile essa sia stata.
Tutto questo preambolo per dire che adesso sono pentito e che vorrei confessarmi, ma qui sorge il problema. L’ultima volta che mi sono confessato ero un ragazzino, sono passati più di vent’anni e può immaginarsi lei quanti peccati possa aver accumulato in tutto questo tempo. La mia domanda è:
Visto che sento una vergogna incommensurabile a confessare tutti i peccati insieme, c’è la possibilità di dirne certi ad un confessore e altri ad un altro confessore oppure bisogna dire tutti i peccati nella medesima confessione? Naturalmente non farei la comunione se non prima di aver confessato tutti i peccati. Devo anche specificare tutto per filo e per segno oppure basta dire che sono andato contro a quel comandamento o precetto etc, etc?
Cordiali saluti.
Gianluca
Risposta del sacerdote
Caro Gianluca,
1. la confessione non è solo un sacramento nel quale vengono perdonati i peccati, ma è il sacramento che perdonando i peccati, ridona la grazia.
Ora la presenza della grazia è incompatibile con la presenza del peccato.
Fino a quando non sono tutti rimessi, non è possibile avere la grazia.
2. La grazia è un certo splendore divino che avvolge la nostra anima. È una irradiazione della vita di Dio in noi.
Tra i suoi effetti più grandi va menzionato anzitutto la presenza personale di Dio nel nostro cuore.
Ora la Sacra Scrittura ricorda che “La sapienza (qui è sinonimo di Dio) non entra in un’anima che compie il male né abita in un corpo oppresso dal peccato” (Sap 1,4).
3. È vero che davanti a te avrai tanti peccati da confessare. Ma il sacerdote non potrebbe svolgere adeguatamente il suo compito di medico e anche di giudice se non conoscesse per intero la situazione della tua anima.
Per questo è necessario confessarli tutti, al medesimo confessore, nella medesima confessione.
Per quanti siano stati i tuoi peccati, non credo che ci debba mettere delle ore.
Se passi in rassegna i comandamenti, ti è agevole vedere quali siano stati i peccati gravi che hai commesso e confessarli in breve spazio di tempo.
4. Non ti trattenga il timore di dirne troppi al confessore. Non è la prima confessione che sente e sa già più o meno quali sono i peccati di una persona, soprattutto quando per diverso tempo sta lontana dal Signore.
5. Ti ricordo anche che non è necessario descriverli né dire perché e per come siano stati commessi. Tu li accuserai nella loro nudità.
Il sacerdote, se ritiene di doverti fare delle domande, te le farà e tu gli risponderai.
Inoltre non sei tenuto ad accusare tutti i peccati veniali, perché non privano della grazia di Dio.
6. Non è necessario neanche che tu li scriva per ricordarli tutti. Dirai quelli che ricorderai dopo aver fatto un buon esame di coscienza.
Se ne dimenticherai qualcuno, questo verrà assolto insieme con gli altri. Rimarrà in te il dovere di accusarlo – senza affanno – in una successiva confessione qualora te ne ricordassi.
Intanto, permanendo in grazia, potrai fare la Santa Comunione.
7. Giovanni Paolo II ha voluto ricordare che “la confessione individuale e integra dei peccati con l’assoluzione egualmente individuale costituisce l’unico modo ordinario con cui il fedele consapevole di peccato grave è riconciliato con Dio e con la Chiesa” (Reconciliatio et paenitentia, 33).
Come avrai notato, ho sottolineato l’aggettivo integra.
8. Tra breve avrai l’anima finalmente liberata da tanti peccati.
Sarà una vera rinascita.
I santi Padri paragonavano il sacramento della Penitenza ad un nuovo Battesimo.
Nello stesso tempo uscirai dal confessionale sperimentando quanto dice il Catechismo della Chiesa Cattolica: porterai con te “la pace e la serenità della coscienza insieme a una vivissima consolazione dello spirito” (CCC 1468).
Che cosa c’è di più bello al mondo?
Ti auguro una felice continuazione delle feste pasquali.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo