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Quesito
Rev.do p. Angelo,
Siano lodati Gesù e Maria!
Vengo subito al dunque. Ci sono due vecchi amici di famiglia, un uomo e una donna, che c’è il fondato timore che si uniranno con rito solo civile. Ora, per quanto attiene alla sola cerimonia so che dovrebbero valere le stesse norme vigenti per la "comunicazione" in cerimonie dottrinalmente erronee (cioè: la partecipazione attiva è sempre vietata "iure naturali", mentre l’assistenza solo passiva è ordinariamente vietata, ma, in casi straordinari, quando ci sono gravi ragioni di carità o di ufficio, è tollerata a certe condizioni). La mia domanda è: la partecipazione a ciò che usualmente circonda anche queste cerimonie pseudo-nuziali, ossia al rinfresco, alla ricezione delle bomboniere, al banchetto, così come il fare regali e felicitazioni agli "sposi", e magari anche la sola assistenza passiva alla cerimonia con un vestiario singolarmente elegante, e altre cose simili, è proibita alla stessa maniera oppure valgono norme più o meno differenti? Ognuna delle cose suddette non costituirebbe grosso modo sempre un’approvazione di un atto intrinsecamente cattivo? In sostanza: a cosa è tenuto il fedele cattolico in queste circostanze (intendo oltre, ovviamente, alla prudente ammonizione degli erranti)?
Abbiate ogni bene nei cuori di Gesù e Maria. Pregherò per lei.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. presumo che questi due vecchi amici di famiglia non siano già sposati, perché non accenni a questo.
Presumo però anche che siano battezzati e ormai non più praticanti.
2. Se è così, quello che faranno i due vecchi amici di famiglia è comunque un atto disordinato davanti a Dio.
Infatti pur essendo battezzati non si sposano “nel Signore” (1 Cor 7,39).
3. Ugualmente, nel caso che siano reduci da un matrimonio fallito, passare a nuove nozze è parimenti disordinato, perché davanti a Dio permane il vincolo sancito nel giorno del loro matrimonio.
4. Tuttavia pensando che una tua mancata partecipazione potrebbe essere malamente intesa e potrebbe avere l’esito di farli incattivire nei confronti di Cristo e della Chiesa è meglio tollerare un male minore (al quale del resto tu non acconsenti in nessun modo) per evitare un male peggiore.
5. D’altra parte tu non vorresti parteciparvi affatto.
Ma per l’antica amicizia e per il pericolo cui ho accennato di fatto sei moralmente costretto a parteciparvi.
Dicendo moralmente costretto alludo ad una costrizione alla quale sei sottoposto.
6. Nel caso in cui fossero reduci dal un matrimonio fallito la conservazione della loro amicizia potrebbe essere fruttuosa per consigliare al momento opportuno di verificare un’eventuale nullità del matrimonio e regolarizzare davanti a Dio la situazione creatasi passando a nuove nozze.
7. Questo è il mio pensiero, espresso in forma molto timida.
Per questo concludo dicendo “salvo meliori iudicio” (salvo un giudizio o una valutazione migliore) con la quale concorderei anticipatamente.
Ti ringrazio della preghiera che mi hai assicurato, ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo