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Quesito

Gentile Padre Angelo,
lavorando a scuola mi è capitato di ascoltare una lezione di religione cattolica per bambini della quarta e quinta classe della scuola primaria. Ad un certo punto la maestra chiede: «Dove vive Dio?»
I bambini non rispondono e la maestra lo fa al posto loro dicendo che noi abitiamo il quarto mondo che è quello materiale, percepibile attraverso i sensi (non erano queste le testuali parole, ma il loro senso, si), mentre Dio abita il quinto mondo che è quello dello spirito.
Confesso che queste espressioni di quarto e quinto mondo mi sono nuove. In cuor mio, alla domanda avevo risposto “in cielo”, come preghiamo nel Padre nostro e nel Gloria, come ci dicono le scritture.
Ebbene, dove vive Dio? Come interpretare la spiegazione data dalla maestra? E quale è il modo migliore per parlare ai bambini e agli adulti del cielo?
La ringrazio e la saluto cordialmente.
Laura


Risposta del sacerdote

Cara Laura, 
1. Evidentemente la risposta della maestra non è esatta perché dà l’impressione che Dio non sia presente nel mondo materiale.
A parte la distinzione tra quarto e quinto mondo che non so che cosa significhi.

2. Sarebbe stato molto più semplice ripetere la domanda e la risposta del catechismo di San Pio X.
Alla domanda: “dov’è Dio?”, Si rispondeva: “Dio è in cielo, in terra, in ogni luogo. Egli è l’immenso”.

3. Si può domandare in quale maniera Dio sia presente in tutte le cose.
Ebbene, innanzitutto è presente in tutte le cose non soltanto perché le ha create ma anche perché le mantiene nell’esistenza: “Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono” (Col 1,16-17).

4. In secondo luogo è presente dappertutto perché conosce tutto di tutte le cose: “Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto” (Eb 4,13).

5. In terzo luogo è presente in tutte le cose perché tutto quello che le cose hanno, l’hanno ricevuto da lui: “È lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa” (At 17,25).

6. Davide in un salmo loda così l’immensità di Dio: “Dove andare lontano dal tuo spirito?
Dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei; se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra.
Se dico: «Almeno le tenebre mi avvolgano e la luce intorno a me sia notte» nemmeno le tenebre per te sono tenebre e la notte è luminosa come il giorno; per te le tenebre sono come luce” (Sal 139,7-12).

7. Il poeta italiano Pietro Metastasio: “Ovunque il guardo io giro immenso Dio ti vedo, nell’opre Tue ti ammiro, ti riconosco in me.
La terra, il mare, il cielo parlan del tuo potere, Tu sei presente in tutto ma più lo sei in me”?

8. Accanto a questa presenza, che viene chiamata presenza di immensità, piace ricordare che ce n’è un’altra immensamente superiore ed è quella per la quale Dio abita personalmente nelle anime in grazia.
Per distinguerla dalla precedente, viene chiamata la presenza di inabitazione.
E quella di cui parla il signore quando dice: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23.
Se la si vive bene è un preludio di paradiso.

Con l’augurio di possederlo, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo