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Quesito
Buonasera padre,
innanzitutto la ringrazio per questo spazio che ci dedica.
Dopo la conversione e i primi mesi di fervore sto attraversando un lungo periodo buio, ormai la preghiera è diventata per me una fatica, non ho più piacere a pregare, anzi, e allora piuttosto che non pregare preferisco offrire questo “sacrificio”, anche se non so quanto possa valere, nella speranza che presto tornerà un momento di gioia.
Spesso mi viene addirittura da piangere durante il Rosario, ma non sono lacrime di gioia, sono lacrime di disperazione, quasi di rabbia, mi chiedo perché il Signore non mi aiuta a uscire da questa miseria e tiepidezza; mi viene da abbandonare tutto ma poi mi rendo conto che la vita senza preghiera non ha nessun senso.
In più mi accorgo che andando avanti così poi tutto questo si ripercuote nella mia vita, peccando molto di più.
Padre io a volte sono veramente disperato, dovrei smettere di pregare visto che la preghiera diventata “routine” è inutile?
Le chiedo di pregare per quest’anima misera.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. continua a pregare anche nell’assenza della consolazione o del fervore.
Mi pare di poter dire che pure nella preghiera, come del resto nella natura, vi sono varie stagioni: vi è quella della semina, quella del silenzio invernale, il fiorire primaverile e la consolazione del raccolto.
2. La preghiera non sfugge a questo susseguirsi di stagioni.
Talvolta è come una semina, qualche altra volta sembra che Dio sia assente, qualche altra volta si è colmi di speranza e infine si vive una preghiera piena di consolazione e di buoni frutti.
3. In ogni caso sii sempre perseverante nella preghiera. Non diminuirne né il tempo né le varie pratiche.
L’assenza di fervore o di consolazione non è sinonimo di tiepidezza.
4. Nella vita spirituale ci sono delle purificazioni per le quali il Signore permette per qualche tempo o anche per lungo tempo l’assenza del gusto della preghiera.
I santi che sono stati provati in questo modo non hanno mai decurtato la loro preghiera. Pensavano di essere tiepidi, mentre in realtà cercavano Dio e lo amavano con tutte le loro forze, non declinando deliberatamente neanche nel peccato veniale.
Madre Teresa di Calcutta ha detto che è rimasta per trent’anni in questo stato.
Forse pensava di non progredire mentre viveva quel buio interiore. In realtà avanzava a grandi passi nella santità cercando Dio per Dio e non semplicemente perché Dio fosse la nostra sua consolazione.
5. Noi non siamo santi e per questo è necessario rimanere ancora più umili.
Bisogna ricordare che nella nostra vita ci sono i peccati veniali e questi tolgono il fervore.
Ad esempio: non badiamo a custodire la mente e la lingua. Ma una mente perennemente distratta e una lingua che taglia e cuce su tutto e su tutti non è componibile con il fervore.
Altro esempio: talvolta ci sono ispirazioni divine che non vengono assecondate. Come si può allora esigere il fervore quando di fatto si dicono tanti no allo Spirito Santo?
6. Talvolta vi può essere una tale stanchezza fisica e psichica che impedisce qualsiasi raccoglimento. Questa è una prova.
In questo caso l’unica cosa che si riesce a fare è offrire il tempo che si dà alla preghiera come sacrificio a Dio.
Questo potrebbe essere anche il tuo caso.
Qui bisogna attendere e avere un po’ di pazienza per poter riordinare la nostra vita.
In ogni caso è un sacrificio meritorio per te e per tutta la Chiesa.
7. Qualora vi fosse il peccato mortale sarebbe un controsenso domandarsi come mai ci sia l’assenza di fervore. San Tommaso dice che “sotto un certo aspetto il peccato di impurità è quello che più di ogni altro rende l’uomo indisposto a ricevere l’Eucaristia, poiché da questo peccato più che per ogni altro lo spirito viene assoggettato alla carne, per cui viene impedito il fervore della carità che richiesta in questo sacramento” (Somma teologica, III, 80, 5, ad 2).
8. Pertanto persevera nel combattimento e nella preghiera, memore del Signore che parlava “sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi ma” (Lc 18,1).
E se non ti viene la consolazione dello spirito, dì al Signore che gli offri volentieri questo sacrificio perché lo doni a qualcun altro, soprattutto lontano, e lo muova a conversione.
Ti assicuro volentieri la mia preghiera perché in questo momento sei come una terra arida che desidera acqua
Ti benedico e ti auguro ogni bene.
Padre Angelo