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Quesito

Gentilissimo Padre Angelo,
le scrivo per chiederle chiarimenti e aiuto riguardo a certi miei scrupoli e dubbi riguardanti la mia ultima confessione. Premetto che oggi mi sono confessato e riconciliato con Dio, approfittando del Perdono di Assisi, dopo circa 8 anni di diserzione dei Sacramenti, durante i quali mi sono grandemente allontanato dalla retta via e ho compiuto moltissimi peccati gravi. Attraverso varie strade ho ritrovato in me la luce della fede e ho iniziato a odiare seriamente i miei peccati, passando più volte nella mia mente tutti quelli che sono riuscito a ricordarmi (8 anni sono lunghi!) e detestandoli tutti, in quella che considero -spero- una sincera e piena contrizione. Durante la mia confessione ho esposto i miei peccati, ma purtroppo non con tutta la precisione prescritta dalla sana dottrina cattolica: ho denunciato e confessato i miei peccati nel loro genere, dicendo della maggior parte che li ho commessi molte volte, ma non ricordavo per quasi nessuno di essi il numero esatto di "casi" in cui li ho commessi, né per la maggior parte di essi ho specificato le circostanze, sia perché di buona parte di essi non ricordavo nemmeno quelle, sia perché di quelle che invece ricordavo ho pensato fosse troppo lungo esporle tutte con dovizia di particolari. Faccio un esempio, per spiegarle meglio: ho confessato di aver commesso atti impuri con altre persone, e ho detto "molte volte", ma non ho specificato in quali circostanze e in quali modi precisi. Non ho taciuto nessun peccato volontariamente, eppure da quando ho terminato la confessione sono assalito dagli scrupoli di non essermi confessato appieno come avrei dovuto, e che questo addirittura possa inficiare la validità di quella confessione. So che la dottrina cattolica è molto precisa sulla perfezione formale dei Sacramenti e io invece sento di esser stato -forse- troppo vago e impreciso nella mia confessione. Dopo la confessione ho partecipato alla Messa e all’Eucaristia, il che -se per caso la mia confessione non fosse valida- sarebbe un ulteriore grave peccato… . A questi scrupoli se ne stanno aggiungendo altri: sono riaffiorati alla mia mente -dopo la confessione- immagini e memorie di peccati molto lontani nel tempo, anche molto precedenti agli ultimi 8 anni, che sono assai gravi e che non ricordo più se in passato ho già confessato oppure no. Devo confessarli in una prossima confessione? E più in generale, che cosa ne pensa della mia situazione? Che cosa devo fare? Io vorrei solo esser sicuro di essermi ripulito da tutto il male, da ogni peccato, oltre ogni ragionevole dubbio o scrupolo. La prego di rispondermi -come sicuramente farà- con Carità ma nella piena Verità, perché come dice il proverbio "meglio arrossire prima che impallidire dopo". La ringrazio in anticipo del suo tempo, della sua gentilezza e della sua bontà.
Cordiali e devoti saluti,
Paolo


Risposta del sacerdote

Caro Paolo,
1. sono contento che dopo tanto tempo sei tornato al lavacro di purificazione, qual è il sacramento della confessione.
Ti sei preparato con diligenza a quell’incontro. Hai cercato di ricordare tutto, hai detto quanto potevi.
Mi dici che non hai taciuto nessun peccato volontariamente.
Ebbene, proprio per questo ti dico che puoi rimanere in pace.

2. A questo proposito e a tuo conforto ti riporto quando dice il Concilio di Trento: “Consta infatti che nella Chiesa non si esige altro dai penitenti se non che, dopo che ciascuno si sia esaminato diligentemente ed abbia esplorato tutti gli angoli e pieghe della coscienza, confessi quei peccati coi quali ricordi di aver offeso mortalmente il suo Signore e suo Dio; tutti gli altri peccati che non tornano alla memoria di chi ha riflettuto diligentemente, s’intendono inclusi complessivamente nella medesima confessione; per essi diciamo col Profeta: “Assolvimi dalle colpe che non vedo” (Sal 18,13) (DS 1682).

3. Terminata la confessione, sei stato assalito da scrupoli terribili che hanno voluto mettere in discussione la validità della Confessione e la santità della Comunione che hai fatto.
Dal testo del Concilio di Trento hai tutti i buoni motivi per stare in pace.
E posso anche dire subito da dove deriva questo turbamento: Don Bosco diceva che tutto ciò che turba e porta via la pace non viene da Dio.

4. Pertanto rimuovi decisamente gli scrupoli.
Adesso rimani col Signore nell’atteggiamento in cui è stata la peccatrice in mezzo alla piazza con Gesù in piedi davanti a lei che le dice: “Donna, ti sono stati perdonati i tuoi peccati” (Lc 7,48).
Allora il tuo sguardo sia sempre fisso lì, su Gesù, come quello della peccatrice.
Non sugli scrupoli o sui peccati, ma su Gesù, tua risurrezione e vita (Gv 11,25).
Dopo la confessione procura di stare sempre un po’ di tempo col Signore. In passato lo chiamavo il tempo del ringraziamento alla confessione.
Al di là delle denominazioni, la cosa più bella è quella di stare con Lui, che continua rendere soave il tuo giogo e leggero il tuo peso (Mt 11,30).

5. Se poi ti verranno alla mente peccati gravi che non  avevi confessato e che non sono riconducibili a quelli già confessati, con comodo in una successiva confessione li accuserai. Nel frattempo, continuerai a fare la Santa Comunione in assenza di altri eventuali peccati gravi.
In tal caso ti suggerisco di andare dal medesimo confessore di prima perché farà più presto a metterti in pace.

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo