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Quesito
Caro Padre Angelo,
vorrei chiederLe ulteriori chiarimenti:
1. Se chiediamo di far dire una Santa Messa per un’intenzione particolare il sacerdote la può celebrare per più intenzioni?
2. In particolare pensavo che generalmente le Sante messe nelle parrocchie vengono celebrate per i suffragi dei defunti (spesso affiggendo il calendario con delle Sante Messe settimanali con indicazione dei defunti).
Essendo tutte “occupate” per queste intenzioni il sacerdote deve celebrare altre messe o può inserire questa intenzione oltre al suffragio per i defunti di una famiglia?
3. Ho poi letto in un quesito che si possono far celebrare una novena di Sante Messe. Non ne avevo mai sentito parlare. Si fanno recitare per nove giorni consecutivi o nove domeniche consecutive?
4. È cosa buona pregare chiedendo l’intercessione dei nostri defunti?
Mi è parso di recente, durante una celebrazione eucaristica, di avere la certezza che mio papà, morto da molti anni, sia salvo.
Così pensandolo unito all’amore di Dio spesso prego mio papà di aiutarmi ed impetrarmi a volte consigli e lumi dal Signore.
Poi spesso mi affido a mio fratello maggiore, che è morto 4 anni prima della mia nascita quando la mamma doveva partorirlo.
5. La ricordo ogni giorno nella preghiera. Prima offrivo per Lei almeno una decina del Santo Rosario, ora cerco di offrirne almeno due.
Nella mia infinità povertà prendo questa ricchezza dalla Madonna per donarLa a Lei e ripagarLa del dono della Sua pazienza nei miei confronti.
Scusi ancora le tante domande. Grazie e buona domenica.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. da qualche anno la Santa Sede ha concesso che il sacerdote celebrante possa fare il cumulo di intenzioni.
Lo può fare però alle seguenti condizioni:
- che non ne faccia (di cumuli) più di due la settimana;
- che i fedeli siano avvisati di questo e pertanto siano d’accordo;
- che tenga per sé solo l’elemosina corrispondente alla celebrazione di una Messa e il resto lo dia alla Curia.
Ho l’impressione che questo in parecchi posti sia disatteso. Ma non è lecito.
2. In linea generale rimane obbligatorio che se il sacerdote riceve l’elemosina per una messa non la può “cumulare” con altre senza il consenso di chi la domanda.
In ogni caso il fedele ha il diritto di sapere se verrà “cumulata” o meno.
3. Per essere certi che non venga cumulata è necessario non fissare il giorno. Perché se si fissa il giorno, può capitare che un’altra persona la voglia alla medesima ora. E allora c’è il rischio del “cumulo”.
4. In tante chiese, come ad esempio la nostra, il cumulo non viene fatto. E così la gente è più sicura.
5. Circa la novena di Messe: in molti posti c’è questa pratica.
La novena intende rinforzare la devozione con la preghiera perseverante.
La novena di Messe può essere celebrate tanto per i vivi quanto per i defunti.
Emblematico il caso riguardante Santa Teresina del Bambin Gesù.
Ancora bambina, si era ammalata e i medici ormai disperavano di poterla salvare. Il papà fece celebrare una novena di Messe per la guarigione della figlia nella Chiesa di Nostra Signora delle Vittorie in Parigi.
L’ultimo giorno della novena, era il 13 maggio e coincideva con la festa della Pentecoste, Teresina vede la statua della Madonna di Nostra Signore delle Vittorie sorridergli e all’istante guarisce.
6. Ecco il racconto tratto da “La storia di un’anima”, scritto da lei stessa: “Un giorno vidi Papà entrare nella camera di Maria ove io ero coricata: a Maria dette parecchie monete d’oro con una espressione di grande tristezza, e le disse di scrivere a Parigi e chiedere delle Messe presso Nostra Signora delle Vittorie affinché facesse guarire la sua povera figlioletta. Ah, come mi commossi vedendo la fede e l’amore del mio re caro! Avrei voluto dirgli: "sono guarita!", ma gli avevo già dato troppe gioie false, e non erano i miei desideri a poter fare un miracolo, perché un miracolo ci voleva per guarirmi. Ce ne voleva uno, e lo fece Nostra Signora delle Vittorie. Una domenica (durante la novena delle Messe), Maria uscì in giardino lasciandomi con Leonia la quale leggeva accanto alla finestra; in capo a qualche minuto mi misi a chiamare a bassa voce "Mamma… Mamma…". Leonia era abituata a intendermi chiamare sempre così, non ci fece caso. La cosa durò a lungo, allora chiamai più forte, e finalmente Maria tornò, vidi perfettamente quando entrò, ma non potevo dire che la riconoscevo, e continuai a chiamare sempre più forte: "Mamma". Soffrivo molto di quella lotta forzata e inspiegabile, e Maria ne soffriva forse più di me; dopo vani sforzi per dimostrarmi che era vicina a me, si mise in ginocchio accanto al mio letto con Leonia e Celina, si volse alla Vergine Santa e pregò col fervore di una madre la quale chiedesse la vita del figlio: in quel momento ottenne quello che desiderava.
Non trovando soccorso sulla terra, la povera Teresa si era rivolta anche lei alla Madre del Cielo, la pregava con tutto il cuore perché avesse finalmente pietà di lei… A un tratto la Vergine Santa mi parve bella, tanto bella che non avevo visto mai cosa bella a tal segno, il suo viso spirava bontà e tenerezza ineffabili, ma quello che mi penetrò tutta l’anima fu "il sorriso stupendo della Madonna". Allora tutte le mie sofferenze svanirono, delle grosse lacrime mi bagnarono le guance, ma erano lacrime di una gioia senza ombre. Ah, pensai, la Vergine Santa mi ha sorriso, come sono felice! Ma non lo dirò a nessuno, perché altrimenti la mia felicità scomparirebbe. Senz’alcuno sforzo abbassai gli occhi e vidi Maria che mi guardava con amore, pareva commossa, quasi capisse il favore che la Madonna mi aveva concesso. Ah! era proprio a lei, alle commoventi preghiere di lei, che io dovevo la grazia del sorriso da parte della Regina dei Cieli. Vedendo il mio sguardo fisso sulla Vergine Santa, ella pensò "Teresa è guarita!". Sì, il fiore umile stava per rinascere alla vita, il raggio splendido che l’aveva riscaldato non doveva interrompere i propri benefizi: agì non in modo subitaneo, bensì gradatamente, dolcemente, risollevò il fiore e lo rafforzò a tal segno che cinque anni dopo si aprì sulla montagna benedetta del Carmelo” (nn. 93-94).
6. È cosa buona non solo pregare per i defunti, ma anche domandare la loro intercessione.
Ecco che cosa dice il Catechismo della Chiesa cattolica: “La Chiesa di quelli che sono in cammino, riconoscendo benissimo questa comunione di tutto il corpo mistico di Gesù Cristo, fino dai primi tempi della religione cristiana ha coltivato con una grande pietà la memoria dei defunti e, poiché "santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti perché siano assolti dai peccati" (2Mac 12,45), ha offerto per loro anche i suoi suffragi» (Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 50).
La nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore” (CCC 958).
Le preghiere e i meriti delle anime del Purgatorio stanno incessantemente davanti a Dio e fruttificano anche per noi.
7. Il caso di tuo papà e di tuo fratellino non rientrerebbe nell’intercessione delle anime del Purgatorio, ma nell’intercessione dei santi.
Dal momento che noi non abbiamo mai la certezza (senza segni particolari dal Cielo) se i nostri defunti siano in Purgatorio o in Paradiso, le preghiere e le Messe celebrate in loro suffragio – qualora fossero già in Paradiso – vanno tutte per la loro maggior gloria (il Signore concede loro di elargire grazie sulla terra) e tornano a nostro beneficio.
Ti ringrazio molto per la preghiera che fai per me. Non so come ripagarti.
Ti prometto un ricordo costante nella S. Messa e lo affido già fin d’ora alla beata Vergine Maria perché faccia Lei qualora io me lo scordassi.
Ti saluto cordialmente e ti benedico.
Padre Angelo