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Quesito
Caro P. Angelo,
mi piacerebbe sapere come far a distinguere un’ispirazione interiore, per esempio una chiamata allo stato religioso e a quale tipo, ordine ecc… tra tutti i moti interni che possono venire non solo da Dio, ma anche da noi o dal demonio, soprattutto quando questi moti sembrano portare in una direzione che a volte, per motivi magari di salute o altro, può parere presentare delle difficoltà insormontabili per realizzarsi e ciò provoca una sofferenza indicibile che poi compromette tutto il nostro attuale stile di vita?
La ringrazio in anticipo per la risposta che vorrà dare e Le chiedo una preghiera e anch’io come posso prego per Lei.
Con tanto affetto in Gesù e Maria.
Mina
Risposta del sacerdote
Cara Mina,
innanzi tutto rispondo sulla distinzione tra le ispirazioni divine e quelle che possono avere per origine il maligno.
1. Gli autori spirituali sono concordi nel dire che il Signore ispira interiormente illuminando la mente e muovendo la volontà.
Ebbene, per quanto concerne le ispirazioni nella mente è necessario ricordare che Dio non ispira mai cose sbagliate o affermazioni contrarie all’insegnamento della Rivelazione e della Chiesa.
Inoltre non ispira mai cose inutili, ma ciò che è utile per la nostra santificazione. Le sue ispirazioni portano sempre luce all’anima.
Nei loro confronti la persona prova grande docilità e umiltà.
Le ispirazioni che toccano la volontà suscitano una grande sensazione di pace, di profonda umiltà, di fiducia in Dio, di pazienza nei dolori dell’anima e del corpo, di piegamento della propria volontà alla volontà del Signore, di grande desiderio di imitare il Signore in tutto e di una grande carità, che si mostra mansueta, benigna, disinteressata.
2. Le ispirazioni che provengono dal maligno si possono riconoscere dai seguenti segni.
Per quanto concerne l’intelletto, il demonio suggerisce cose false, inutili (per causare distrazioni), che suscitano ansia, inquietudine, spirito ostinato, superbia.
Per quanto riguarda la volontà suscita disperazione, impazienza, ostinazione, attaccamento alla terra, dimenticanza di imitare il Signore, falsa carità che turba la pace.
In una parola, don Bosco diceva: Tutto ciò che turba e porta via la pace, non viene da Dio.
3. Spesso nelle ispirazioni cattive non è necessario scomodare il demonio perchè è solo il proprio io che inclina in un determinato modo. San Giacomo dice che ognuno è tentato dalla propria concupiscenza e dai propri comodi (Gc 1,14).
Ma può succedere che le inclinazioni che derivano dal proprio io si confondano con quelle che vengono dal maligno. E allora è difficile dire in quale porzione derivino dall’una o dall’altra fonte. Ma in definitiva questo non importa, perché ciò che ci deve attrarre è la volontà del Signore.
4. Mi chiedi anche un aiuto per discernere le ispirazioni sulla vocazione religiosa.
Le ispirazioni alla vocazione religiosa o sacerdotale si mostrano anzitutto attraverso il desiderio di trovarsi in quello stato.
Questo desiderio si dimostra autentico e non velleitario quando è accompagnato da una reale attitudine a impegnarsi in un determinato stile di vita.
Prima ancora che in chiamate che possono venire dall’esterno, la vocazione si manifesta da quello che uno è, in modo tale che un soggetto possa dirsi tagliato per una particolare vocazione.
In genere quando uno pensa alla propria vocazione si sente accompagnato da una certa gioia o soddisfazione.
Tu mi parli di sofferenze indicibili circa la scelta vocazionale. Le sofferenze possono provenire dall’esterno, vale a dire dall’impedimento che altri vi pongono.
Ma se si tratta di autentica chiamata del Signore non può non essere accompagnata da gioia, a meno che non sia ancora in uno stadio embrionale. A volte la chiamata del Signore chiede scelte dolorose e tagli. Ma quando uno è sicuro della chiamata, la scelta la fa volentieri.
La vocazione per un determinato istituto dipende poi da mille fattori. Spesso capita che la vocazione nasca vedendo un religioso di un particolare istituto e allora ciò che affascina è la sequela di Cristo inseparabile da quel particolare carisma.
Ma anche qui è necessario fare un buon discernimento spirituale. È necessario vedere se ci si sente adatti, tagliati.
Anche la salute fisica e psichica è un coefficiente importante per il discernimento, perché per entrare in un determinato istituto è necessario essere pronti ad assumersene tutti gli oneri.
Se la salute non lo permette, nonostante i buoni desideri, bisognerà dire che l’attrazione che si sente non può essere realizzata nella vita religiosa, ma in quella secolare.
Per vedere bene in tutto questo è necessario guardare anche con gli occhi del confessore, del direttore spirituale, di coloro che fanno il cosiddetto accompagnamento vocazionale. Costoro hanno al proprio attivo l’esperienza personale, la conoscenza dell’itinerario di molti altri e anche eventuali lumi che possono venire dall’alto.
Ti ringrazio della preghiera che fai per me, la ricambio volentieri.
Intanto ti saluto e ti benedico.
Padre Angelo