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Quesito

Buongiorno caro padre,
mi rivolgo nuovamente a Lei per chiederle un consiglio. Come ho sommariamente anticipato nei precedenti scambi, sono particolarmente vicino alla sensibilità di San Tommaso d’Aquino di cui ho sempre cercato di conoscere, anche mediante il Suo apostolato online, la “Summa”. Da quest’anno, avendo iniziato somma passione ed altrettanto eccellenti risultati lo studio della filosofia classica, credo di essere giunto nella condizione giusta per cominciare a godere della lettura della “Summa” poiché ho gli strumenti giusti per affrontarla. 
Non desidero certamente leggere quel monumento di sapienza divina tutto di un fiato perché come dice la mia insegnante di filosofia “è una materia che si può masticare poco alla volta, ponendosi sempre in continua tensione verso l’oggetto della ricerca”, ma perlomeno di avvicinarmi con più profondità all’opera.
Crede che lo studio della filosofia classica sia sufficiente come prerequisito? È un’impresa troppo ardua la lettura lineare della “Summa” per ora e mi conviene quindi dotarmi invece di uno di quelli che dalle mie parti si chiamano “bignami”? In ogni caso mi dia anche un’indicazione pratica di quale edizione acquistare. 
In attesa di una sempre cordiale risposta, 
La saluto cordialmente con la promessa di dedica del rosario di oggi. 


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. Piergiorgio Frassati per l’anno Santo del 1925 aveva deciso di dedicarsi alla Somma teologica appena si fosse laureato in ingegneria. Aveva 24 anni.
Non riuscì in questa sua impresa perché in quello stesso anno quando gli mancava un solo esame per essere laureato, fu chiamato tempestivamente al Signore.
Da quanto mi scrivi posso arguire che tu abbia meno di quell’età. Mi compiaccio vivamente per questo tuo santo desiderio, certamente suscitato da Dio perché “è lui che suscita in noi il volere e l’operare secondo i suoi secondo il suo disegno d’amore” (Fil 2,13).

2. Certamente studiare da autodidatta è meno vantaggioso che avere un maestro che introduca.
Le nozioni della filosofia classica sono già qualcosa perché per lo studio di San Tommaso è necessario avere la cognitio terminorum, la conoscenza dei termini, delle parole.
Inoltre è necessario avere perlomeno una sommaria conoscenza dell’importanza delle questioni che si studiano.
Il maestro è proprio colui che introduce nello studio evitando di disperdersi e di andare fuori strada.

3. Vedo che in te c’è buona volontà. Soprattutto c’è un vivissimo desiderio di conoscere.
In particolare, noto la saggezza con cui vuoi accostarti a questo gigante del sapere filosofico e teologico: vuoi procedere senza la fretta di leggere tutto d’un fiato.
Se avrai la grazia di avere per tutta la tua vita San Tommaso come compagno di viaggio, non finirai mai di tornare sui suoi testi e vi scoprirai sempre qualcosa di nuovo.
Quando io ho iniziato ad accostarmi ai testi San Tommaso lo trovavo arido. Adesso lo trovo fiammeggiante.
Evidentemente il difetto era in me.
Ti dico questo perché non ti scoraggi. La consuetudine sui suoi testi ti porterà a sentirlo come un fratello, un amico e un maestro impareggiabile di vita e di sapere San Tommaso. È un’autentica tesoro.

4. Adesso desidero dirti qualcosa sulla Somma di teologia.
Nel prologo di quest’opera monumentale San Tommaso rivela il motivo che l’ha spinto a compilarla: “Poiché il dottore della verità cattolica deve istruire non solo gli iniziati, ma anche i principianti, secondo il detto dell’Apostolo “come a bambini in Cristo vi ho dato da bere del latte, non del cibo solido” (1 Cor 3,1), l’intento che ci proponiamo in quest’opera è di esporre quanto concerne la religione cristiana nel modo più confacente alla formazione dei principianti.
Abbiamo infatti notato che i novizi in questa disciplina trovano un grande ostacolo negli scritti dei vari autori: in parte per la molteplicità di questioni, articoli e argomenti inutili; in parte anche perché le cose che si devono imparare non vengono insegnate secondo l’ordine della materia, ma piuttosto come richiede il commento di dati libri o l’occasione delle dispute; e finalmente anche perché quel ripetere sempre le medesime cose ingenera negli animi degli uditori fastidio e confusione.
Cercando quindi di evitare questi e altri simili inconvenienti tenteremo, confidando nell’aiuto di Dio, di esporre la dottrina sacra con la maggior brevità e chiarezza consentita da tale materia” (Prologo alla Somma teologica).
L’ha scritta dunque per i principianti. Se questo è stato il motivo iniziale, ad un certo momento però si è lasciato trasportare in alto così che quest’opera si presta soprattutto per gli addetti al lavoro.

5. A quest’impresa si dedicò gli ultimi sette anni di vita, mentre continuava la sua docenza a Parigi, a Orvieto, a Roma e a Napoli. Nel frattempo si dedicò a quanto gli veniva richiesto dal Papa e dai suoi confratelli.
È suddivisa in tre parti. Nella prima parte tratta di Dio e delle sue opere: creazione, angeli, uomo, governo e conservazione del mondo.
Nella seconda parla del ritorno dell’uomo a Dio. È la sezione morale che è così vasta che fin dall’inizio fu divisa in due parti: nella prima tratta la morale fondamentale basata sul fine dell’uomo, sugli atti umani, sulla legge e sulla grazia. È la cosiddetta prima secundae.
Nella seconda parte espone la morale speciale, che tratta delle tre virtù teologali (fede speranza e carità) e delle quattro cardinali (prudenza giustizia fortezza e temperanza. Corrisponde alla cosiddetta secunda secundae.
Nella terza parte tratta di Cristo redentore dell’uomo e della sua azione salvifica mediante i sacramenti. Proprio mentre era arrivato alla questione 90, articolo quattro, quando stava parlando del sacramento della penitenza smise di scrivere. Era il 6 dicembre 1273. Che cosa era successo? Mentre celebrava la Messa nella festa di San Nicola avvenne qualcosa di prodigioso. Ebbe una visione o un’illuminazione così profonda del mistero di Dio che tutto quello che finora aveva scritto o anche insegnato gli pareva essere solo paglia. Così rispose a fra Reginaldo, il primo dei suoi segretari, quando questi gli chiese come mai non dettasse più nulla. Dopo quel rapimento San Tommaso si chiuse in un profondo silenzio e, passati tre mesi, il 7 marzo 1274 morì.
L’opera venne portata a compimento dai suoi segretari sfruttando il materiale che si poteva trovare nelle altre opere, soprattutto nel Commento alle Sentenze. A questa sezione fu dato il nome di Supplemento alla Somma di teologia, che vistosamente differisce dal testo di San Tommaso. Tratta dei restanti sacramenti e delle realtà escatologiche.

6. Nella Somma teologica San Tommaso procede presentando delle questioni, e cioè un tema particolare.
Ogni questione è ripartita in diversi articoli o argomentazioni.
Ogni articolo è sempre proposto in forma dubitativa. Ad esempio: se Dio esista.
All’inizio in genere vengono sempre presentati tre o quattro motivi per negare la tesi proposta.
A questi contrappone un argomento di autorità. È il cosiddetto: sed contra.
Poi segue la risposta argomentata. Il tutto si conclude con la risposta particolare alle obiezioni.
Puoi prendere l’edizione italiana della Esd. La sua dimensione abbastanza ampia permette di avere un quadro più pieno sull’argomento, senza dover girare in fretta di pagina in pagina.
La copertina solida mantiene il volume in buono stato.
Ti consiglio di andare direttamente al testo senza prendere riassunti.

7. Prima di concludere desidero darti un consiglio: accostandoti allo studio della teologia imita San Tommaso, il quale prima di mettersi a studiare pregava.
Ha composto anche una preghiera per introdurre allo studio.
Ti riporto la parte finale che i nostri maestri ci insegnavano a recitare: “Da mihi (Domine) intelligendi acumen, retinendi capacitatem, addiscendi modum et facilitatem, interpretandi subtilitatem, loquendi gratiam copiosam. Ingressum instruas, progressum dirigas, egressum compleas. Tu, qui es verus Deus et homo, qui vivis et regnas in saecula saeculorum. Amen” (Dammi, Signore, acutezza nel comprendere, capacità di ritenere, metodo e facilità nell’imparare, sottigliezza nell’interpretare, grazia copiosa nel parlare.
Ispira l’inizio, guida il progresso, corona la fine: tu che sei vero Dio e vero uomo e vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen).
La puoi recitare anche adesso, indipendentemente dallo studio della teologia.

Con l’augurio di penetrare sempre di più nella conoscenza di Dio e delle cose Sante montando sulle spalle di questo insuperato gigante, mentre ti porgo gli auguri di un sereno e Santo Natale, ti ringrazio di cuore per la preghiera fatta per me. Volentieri la contraccambio e ti benedico.
Padre Angelo